Di Maio presenta a Padova il patto per l'export, freddi gli industriali

PADOVA. «Abbiamo una rete su cui potete contare per rafforzare le vostre azioni di export perché esportare significa portare prodotti all'estero e lasciare il lavoro in Italia. Si tratta di una grande tradizione italiana che rappresenta il 32% del nostro Pil e sarà fondamentale per la ripresa».
Lo ha detto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio che ha partecipato ad un incontro organizzato dalla camera di commercio di Padova dal titolo "Patto per l'Export, strumenti e opportunità per le Pmi".
«Veneto e Lombardia da sole rappresentano il 40% dell'export italiano - ha aggiunto il ministro - e sono purtroppo le due regioni più colpite dal virus e in questi giorni anche in difficoltà per il maltempo».
All'iniziativa erano presenti tutti i protagonisti del panorama industriale veneto, in presenza alla Camera
di Commercio di Padova e in live-streaming visibile a tutti gli imprenditori e operatori dell'export, su organizzazione del ministero degli Esteri e della cooperazione internazionale, dell'agenzia Ice, Sace, Simest, in collaborazione con la conferenza della Regioni, delle Province autonome e di Unioncamere.
È una delle tappe dei roadshow virtuali aperti alle imprese italiane e dedicati alla presentazione della strategia per il rilancio dell'export del made in Italy nella fase di post emergenza sanitaria.
Di Maio ha presentato le strutture estere in grado di supportare gli investimenti in terra straniera degli imprenditori italiani, e che, ha spiegato, rappresentano «un sicuro punto di appoggio per lo sviluppo del business fuori dall'Italia».
«Qui c'è bisogno di quel sistema Paese di cui nessuno ancora sta parlando, noi non vogliamo aiuti a pioggia, vogliamo si affianchino le imprese per affrontare le sfide della globalizzazione: è sbagliato dire che le imprese devono esportare i loro prodotti rimanendo qui» ha ribattuto Massimo Finco, presidente vicario
di Assinidustria Veneto-Centro, in risposta alle proposte governative per l'export di Di Maio.
«Le imprese al contrario devono poter andare a produrre all'estero, e per farlo serve investire, per esempio, in corsi di formazione per i giovani - ha aggiunto -. Siamo in un momento difficile, quando la barca naviga male tutti devono darsi da fare, in questo momento mi sembra che il prezzo della pandemia lo stanno pagando solo i privati».
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