Dab dice grazie a Cina, Russia e Usa

Embargo all’Iran e crisi libica superati migliorando le esportazioni in altri paesi e investendo in R&S

PADOVA.Innovare per continuare a crescere, anche nelle difficoltà. E se, messa giù così, sembra una frase fatta, basta chiacchierare con Sandro Stramare, Ceo di Dab Pumps Spa - multinazionale specializzata nel campo delle tecnologie per la movimentazione e la gestione dell’acqua, con soluzioni per l’ottimizzazione dei consumi energetici – per rendersi conto che dietro alla crescita del 3,1% nel fatturato fra il 2017 e il 2018 e al +4,7% con cui si chiuderà il 2019 c’è appunto questo: la continua innovazione nei prodotti.

Già, perché il paradosso è proprio questo: se a Stramare si chiede un giudizio sull’anno che ci siamo lasciati alle spalle la replica arriva immediata: «È stato un anno duro». Ed è una risposta spiazzante se rapportata ai numeri di un’azienda che ha chiuso il 2018 con un volume d’affari di 314 milioni di euro e che oggi conta sei siti produttivi - quattro in Italia, tra cui il quartier generale di Mestrino, che dà lavoro a 470 dei 1.600 dipendenti totali, uno in Ungheria, a Nagykanizsa, e uno in Cina, a Qingdao - a cui aggiungere 13 filiali di vendita in tutto il mondo e una rappresentanza commerciale a Dubai, negli Emirati Arabi.

Un anno duro? «Diciamo che è stato complicato. La crescita è stata notevole, è vero. Ma abbiamo dovuto fare i conti con l’embargo all’Iran del 2018, i cui effetti si sono riversati sul 2019, passando per la crisi turca e per i container destinati alla Libia saltati a ogni ribellione scoppiata in quel paese, molto importante per il nostro export. Il tutto si aggiunge a un mercato nazionale che, in generale, si è contratto per tutto il settore, anche se siamo cresciuti pure in Italia».

E quindi come si spiega quel +4,7%? «Si spiega con il fatto che abbiamo venduto molto bene nel resto d’Europa e in Cina, in Russia e negli Stati Uniti. Ma per rispondere in senso più ampio alla domanda credo che uno dei segreti siano gli investimenti in ricerca e sviluppo, a cui destiniamo 15 milioni di euro ogni anno. È molto, ma è uno stanziamento che ci consente di sviluppare nuovi prodotti con i quali portare a casa quote di mercato anche in segmenti difficili e di andare oltre alla semplice guerra di prezzo fra imprese concorrenti.

Penso a prodotti come D-Connect, il servizio cloud lanciato nel 2018 che consente di controllare e gestire le installazioni da remoto, in tempo reale e ovunque ci si trovi, al recente circolatore per le caldaie domestiche che ci sta dando molte soddisfazioni, a una serie di pompe per il drenaggio delle acque sporche o alle nuove pompe sommerse a uso agricolo. Tutto ciò si associa all’attenzione alla sostenibilità, che inseriamo nel concetto più ampio del “prendersi cura” delle persone e dell’ambiente».

Quanto alle prospettive per il prossimo anno, prosegue il manager, «abbiamo previsto di continuare a crescere oltre il 4%, anche se le difficoltà rimarranno. Ma c’è una frase che ripeto spesso ai miei colleghi: tanto più è complicata la situazione, quanto più emerge chi lavora meglio ed è flessibile nel trovare soluzioni ai problemi che pone il mercato. Per esperienza diretta posso dire che la Dab è sempre andata meglio quando la situazione era più complicata».

Quanto alle novità in vista, Stramare conclude: «A caratterizzare il prossimo anno sarà il lancio di una serie di prodotti che definirei rivoluzionari nel settore “building service”, sia nell’ambito domestico che professionale, nello specifico nel campo della pressurizzazione. Li presenteremo a marzo alla Mostra Convegno Expocomfort di Milano, la più importante fiera internazionale, che si svolge a cadenza biennale e che fa da vetrina alle principali novità. Sono prodotti con cui potremo fare la differenza nei prossimi anni». —

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