Crociere, l’anello tra industria e turismo
I due volti della crocieristica, uno manifatturiero e l’altro legato a turismo e servizi. Insieme costituiscono una forza economica per il territorio

Una parte manifatturiera, l’altra attinente al turismo e ai servizi. La crocieristica a Nordest ha due volti, spesso raccontati distintamente: giusto sul piano delle rispettive caratteristiche. Eppure sui territori rappresentano facce della stessa medaglia.
Da una parte c’è l’industria navalmeccanica, che ha al suo vertice il Gruppo Fincantieri e la sua potenza di fuoco in capacità produttiva, dimensione finanziaria, spinta all’innovazione. Ma alla multinazionale con quartier generale a Trieste e cantieri nordestini a Monfalcone e Marghera sono legate, a livello di catena di fornitura, numerose aziende localizzate fra Friuli Venezia Giulia e Veneto. Si pensi solo alla Somec di San Vendemiano, che su questo genere di relazione ha imperniato la propria crescita.
La seconda faccia della medaglia è l’attrazione turistica esercitata dalla crocieristica, in un’area del Paese in cui sono presenti due principali porti che proprio nei viaggi in mare hanno una parte importante della propria attività. Si tratta di Venezia – alle prese però con i temi della tutela della laguna e con le connesse limitazioni al passaggio delle grandi navi – e di Trieste, porto che in effetti sta in parte beneficiando in termini di traffici delle difficoltà dello scalo più a Sud.
Ebbene, questo numero del mensile Nordest Economia cerca di parlare della crocieristica come di un tutt’uno, esercizio che consente di rendere conto del grande impatto sui nostri territori di un’attività complessa e tale quindi da riuscire spesso a sfuggire a uno sguardo di insieme.
Preziosa, da questo punto di vista l’analisi compiuta da Adacta Advisory per il nostro mensile: nella costruzione delle navi in Triveneto operano 115 aziende, per un valore del mercato 2021 stimabile intorno a 5,5 miliardi di euro nel 2021, di cui 3,9 miliardi provenienti dalla divisione Cruise building del gruppo Fincantieri. Nei quattro subsettori della filiera si possono riconoscere la parte di motori, sedili, interiors, vetrate/facciate che vede 27 player. È un sistema produttivo ramificato, tale da rappresentare una sorta di distretto sommerso ma ben diffuso sui nostri territori.
Poi c’è l’attività turistica nei porti del Nordest, che versa in forte difficoltà. Nell’Alto Adriatico si è passati da 1,5 milioni di passeggeri a poco più di 240.000 in appena tre anni, soprattutto a causa del divieto di transito per la navi da crociera nel Bacino di San Marco e nel Canale della Giudecca, a Venezia, introdotto dal governo Draghi nel luglio del 2021. Questo avviene in un contesto di forte ripresa del traffico crocieristico in Italia: secondo le previsioni Cemar, nel 2023 assisteremo a una crescita del 4% rispetto al 2019 dei passeggeri in imbarco e sbarco nei porti italiani, che arriveranno a quota 12,9 milioni. L’Adriatico italiano perderà invece il 29% di passeggeri. Un calo però che potrebbe preludere a una nuova ripartenza.
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