Consumi, ecco i dati del crollo. A Nordest la flessione peggiore

A un anno dalla pandemia l’Osservatorio permanente sull’andamento dei consumi nei settori ristorazione, abbigliamento e non food di Confimprese-EY analizza i dati del primo trimestre 2021 in raffronto con lo stesso periodo 2020 e registra un calo del -38,3%. Il settore in maggiore sofferenza continua a essere la ristorazione con -51,2%
Two soldiers on patrol and a passer-by are seen in San Marco Square, Venice, Italy, 13 January 2021. Due to the crisis in the tourism sector, following the Coronavirus health emergency, many historic shops have lowered their shutters permanently. ANSA/ ANDREA MEROLA
Two soldiers on patrol and a passer-by are seen in San Marco Square, Venice, Italy, 13 January 2021. Due to the crisis in the tourism sector, following the Coronavirus health emergency, many historic shops have lowered their shutters permanently. ANSA/ ANDREA MEROLA

UDINE – A un anno dallo scoppio della pandemia l’Osservatorio permanente Confimprese-EY sui consumi di mercato analizza i dati del totale anno 2021 sullo stesso periodo 2019, affinché il benchmark avvenga sull’anno pre-Covid e a parità di andamento consumi.

In un’Italia ancora tutta rossa e arancione emerge un clima di grande volatilità, il retail ha ancora molti punti da recuperare rispetto al periodo pre-emergenza.

L’indicatore dei consumi Confimprese-EY sul totale mercato degli ultimi 12 mesi sui 12 mesi 2020 indica una flessione di -41,9%, con la ristorazione a -52,2%, abbigliamento e accessori a -42,3%, il non food a -22,8%.

Il primo trimestre 2021 è fermo a -38,3% rispetto al primo trimestre 2020.

Ristoranti e Bar in centro quasi deserti, con lÕentrata in vigore del nuovo Dpcm per il contenimento dei contagi da Covid-19, Brescia 14 ottobre 2020. Ansa Filippo Venezia
Ristoranti e Bar in centro quasi deserti, con lÕentrata in vigore del nuovo Dpcm per il contenimento dei contagi da Covid-19, Brescia 14 ottobre 2020. Ansa Filippo Venezia

Il settore con le peggiori performance continua a essere la ristorazione a -51,2%, seguita da abbigliamento e accessori -42,1% e il non food che chiude a -1,7% con performance migliori rispetto agli altri settori per via delle minori restrizioni nel corso dell’intero anno pandemico.

Quanto al mese di marzo 2021 contro marzo 2019, la ristorazione è sempre maglia nera del comparto con una flessione del -71,4%, seguita da abbigliamento e accessori a -68,3% e il non food a -41,3%.

Tra i canali di vendita il mese di marzo vs marzo 2019 vede sempre in sofferenza il travel con -71,9%.

La pesante situazione, che vede il mancato afflusso di turismo italiano e straniero, sta imponendo agli operatori del settore un ripensamento dei format e una rimodulazione dell’esperienza d’acquisto per il futuro.

Sempre peggio centri commerciali -72,7% e outlet -73,9%: pagano 5 mesi di chiusure nei weekend, che pesano il 50% del fatturato dell’intera settimana.

Peggiorano anche le high street -57,6% penalizzate dall’Italia quasi tutta in rosso che ha scoraggiato gli affollamenti anche nei centri città e nelle vie dello shopping.

Le aree geografiche mostrano andamenti abbastanza simili nel mese di marzo 2021 contro marzo 2019.

La peggiore è l’area Nord-Est (Emilia-Romagna, Triveneto) -74,2%, seguita dall’area Nord-Ovest (Lombardia, Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta) -67%, l’area Centro (Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Sardegna) -59,5%, l’area Sud (Campania, Calabria, Sicilia, Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata) -56,1%.

«Il primo trimestre 2021 chiude con un -38,3% sullo stesso periodo 2020 – chiarisce Mario Maiocchi, direttore Centro studi retail Confimprese –, ma se ci confrontiamo con il 2019, ancora esente dall’effetto pandemico, il calo di fatturato raggiunge il -54,6% con picchi del -60,6% nel Nord Est, del -65,8% nella ristorazione, del -69,3% nel canale travel e del -62,5% nei centri commerciali. Risulta evidente che, con cali di fatturato di questa entità, la situazione per le aziende del settore sia difficilmente sostenibile senza la predisposizione di misure urgenti mirate al sostegno e rilancio dei settori e canali interessati».

L’analisi del solo mese di marzo su marzo 2019 rivela una situazione ancora instabile e non priva di incognite, legate soprattutto ad aperture e chiusure a singhiozzo che si sono protratte per tutto il mese.

«Marzo 2021 registra il peggiore trend dei primi tre mesi dell'anno rispetto al 2019, col -65% rispetto a marzo 2019. Anche rispetto a febbraio 2021 il calo registrato è pari al -40%, e ha in particolare colpito i centri commerciali, gli outlet e il travel. Con l'allentamento graduale delle misure restrittive ci aspettiamo un rapido ritorno ai consumi da maggio che, analogamente a quanto visto ad agosto e settembre 2020, porteranno probabilmente le vendite ad un valore del 10-20% inferiore rispetto al 2019 – dichiara Paolo Lobetti Bodoni, med business consulting leader di EY».

Analisi principali regioni Guardando l’ultimo mese di marzo 2021 confrontato con lo stesso mese del 2019, il trend più negativo si registra in Emilia-Romagna che perde il 77,3% anche a causa della zona rossa che l’ha contrassegnata per tutto il mese di marzo.

Al secondo posto il Veneto con -72,8%, seguito dal Trentino-Alto Adige con -69,8%.

Registra trend simili anche il Friuli-Venezia Giulia -69,7%.

Record negativo per Venezia: -81,2%.

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