Con la glaciazione demografica Nord Est già a corto di giovani
Under 34: tra Fvg e Veneto oltre 470 mila in meno dal 2002 al 2023. Le imprese soffrono la scarsa attrattività dell’area

Un fatto: la difficoltà delle imprese a trovare giovani per coprire i posti vacanti. Dal fenomeno alle opinioni. Perché questa difficoltà? E da qui un elenco, più o meno lungo, di spiegazioni. «I giovani non vogliono più lavorare in fabbrica», «i giovani non fanno più concorsi pubblici», «mancano medici e infermieri», «la scuola non attrae più insegnanti», «i giovani se ne vanno all’estero». Opinabili considerazioni che non tengono conto di un altro fatto: non ci sono abbastanza giovani, «inghiottiti dalla glaciazione demografica».
I numeri impietosi della Fondazione Nord Est ci restituiscono questa, triste, realtà. La fortissima riduzione della popolazione giovane degli ultimi vent’anni, e che proseguirà altrettanto marcata per i prossimi 20, «è la vera causa della problematicità nel reperimento di giovani sul mercato del lavoro», spiegano Luca Paolazzi e Lorenzo Di Lenna, rispettivamente direttore scientifico e ricercatore junior di Fondazione Nord Est, nella terza nota sul tema della glaciazione demografica.
I numeri
Nel 2002 (perché i giovani di oggi erano già nati in quell’anno) la popolazione di 18/34 anni del Nord Italia era di 5,8 milioni; nel 2023 è di 4,7 milioni «un quinto in meno», -433 mila a Nord Est. Il calo minore è avvenuto in Trentino, -8 mila pari a -7%, segue l’Alto Adige, -10 mila, -9%, l’Emilia Romagna -120 mila, -14%, numeri più alti per il Veneto, - 230 mila, -22%; valori assoluti meno gravi ma percentuale più alta per il Fvg: -66 mila, -25%. E il bilancio sarebbe stato ancora peggiore «senza gli apporti da altri territori, italiani e non», spiegano dalla Fondazione, che hanno mitigato il fenomeno. Al netto di questo fattore attrattivo, la popolazione 18/34 anni del Fvg segnerebbe -109 mila, quella del Veneto -375 mila, quella dell’Emilia Romagna (regione al primo posto per attrattività) -485 mila.

Attrattività
«In base all’attrattività rivelata dai comportamenti dei giovani o, meglio, dai loro spostamenti dall’interno dell’Italia e dall’estero, l’Emilia-Romagna svetta con 29%, seguita dalla Lombardia con 21%. La media del Nord è 20%. Tutto il Triveneto si posiziona sotto, con il Veneto al 14%, il Friuli-Venezia Giulia e il Trentino al 18% e l’Alto Adige al 12%» spiega ancora Fondazione Nord Est. Nell’analisi sulla provenienza dei giovani, l’Emilia Romagna resta in vetta sia per gli arrivi da altre regioni che dall’estero, confermando quindi la forte capacità attrattiva di questa regione. Molto bene anche Lombardia e Trentino; posizioni da più bassa classifica sia per il Veneto che per il Fvg.
Il futuro
Guardando al futuro «il forte calo dei giovani mette in seria difficoltà la piena partecipazione dell’Italia alle rivoluzioni verde e digitale (essendo i giovani più sensibili alle questioni ambientali e nativi digitali) - avverte Fondazione Nord Est -, tende ad abbassare ulteriormente la natalità (riducendo il numero di potenziali genitori), ricompone i consumi di beni a sfavore del contenuto di servizio, riduce sia l’adattabilità del sistema socio-economico ai cambiamenti sia la capacità di apprendimento sul lavoro, diminuisce la nascita di nuove imprese e l’innovazione a essa collegata, scoraggia gli investimenti delle imprese, impossibilitate a trovare personale. In altre parole, diminuisce il potenziale di crescita del Paese anche dal lato della produttività».
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