Cattolica a picco dopo la cacciata di Minali

Il top manager che ha condotto la compagnia al miglior utile degli ultimi 10 anni è entrato in rotta di collisione con il presidente Bedoni e il cda sulla questione della trasformazione in spa e sulla governance. La Borsa ha reagito malissimo alla notizia, il titolo ha aperto con un crollo del 6% per poi ritracciare portandosi a metà pomeriggio a -4,35%

VERONA. Non piace al mercato il ritiro delle deleghe ad Alberto Minali, amministratore delegato di Cattolica entrato in rotta di collisione con il presidente, Paolo Bedoni, e con larga parte del cda del gruppo assicurativo. Il titolo della compagnia assicurativa che lascia sul terreno il 6,08% a 7,34 euro, viaggia sui minimi di agosto. Equita ha abbassato la raccomandazione ad hold.

Gli analisti temono che «la fase di transizione seguente l'uscita dell'amministratore delegato possa portare a qualche defocalizzazione del gruppo nei prossimi mesi» ad un rallentamento nell'«esecuzione del Business Plan, i cui target erano stati recentemente definiti da Minali come raggiungibili, ma ambiziosi alla luce del contesto sfidante dei tassi di interesse». Equita, quindi, «pur lasciando invariate le stime sul 2019», che però ritiene «sfidanti», adotta «un approccio più cauto sulle stime 2020-21, ipotizzando una minor velocità nelle azioni di ristrutturazione del portafoglio prodotti ed esecuzione del business plan». Gli analisti valutano negativamente un avvicendamento al vertice che potrebbe avere ripercussioni sull'esecuzione del piano industriale e che pare allontanare definitivamente le già scarse possibilità di trasformazione in spa. Dopo Equita, che ha ridotto il giudizio a Hold e tagliato il target price del 10% a 9 euro, anche Banca Imi ha messo sotto esame le stime, il rating e il target price. Il siluramento di Minali, scrive il broker, è «negativo» per il titolo «anche in considerazione del fatto che siamo a metà dell'implementazione del piano industriale».

In Borsa non aiuta la riaffermazione dell'adesione al modello cooperativo: «sta svanendo» la possibilità di una trasformazione in Spa, ipotesi che «il mercato vedeva come un'opzione di medio-lungo termine» dopo l'ingresso di Minali al timone e di Warren Buffett nell'azionariato, scrive ancora Banca Imi. L'addio di Minali «rappresenta una sorpresa» anche per Intermonte, secondo cui «il cambiamento inatteso potrebbe generare nel breve incertezza presso gli investitori» anche se le aspettative degli analisti sono di una «continuità a livello operativo». «Ci aspettiamo una severa reazione negativa in apertura sebbene non riteniamo che l'attuale prezzo delle azioni stesse incorporando chance significative di un cambio della governance», con il passaggio alla Spa, afferma Mediobanca, che giudica «l'azione non cara» e mette in luce che con un dividendo atteso di 50 centesimi nel 2019 offre un rendimento (dividend yield) del 6,4%.

Circa il piano industriale il direttore generale Carlo Ferraresi a cui sono state assegnate le deleghe di Minali avrebbe tranquillizzato i suoi collaboratori: «Non cambia nulla nella strategia di business e continueremo a lavorare per rispettare gli obiettivi del piano industriale già approvato dal Cda e presentato al mercato. I numeri dei primi due trimestri ci confortano e se non interverranno eventi negativi ci fanno prevedere un anno positivo».

«Con questa comunicazione vi informo che il consiglio di amministrazione ha deciso di revocarmi le deleghe di amministratore delegato. Non serbo rancore nei confronti di coloro che mi hanno tolto la fiducia professionale, convinto che si tratti di una decisione profondamente sbagliata». Comincia così la lettera inviata dall'ormai ex ad Minali, ai dipendenti della compagnia, consultata da Radiocor. «Ho appreso questa notizia nella stessa sessione consigliare, non senza sorpresa e con quel senso di amarezza che si sperimenta quando si sa, in coscienza, di aver compiuto il proprio dovere professionale», prosegue Minali, che rivendica: «Nel breve volgere di poco più di due anni di intensa attività, posso dirVi con orgoglio che il nostro Piano Strategico ha avviato un importante processo di trasformazione del nostro modello di business e siamo diventati di nuovo una azienda profittevole nel settore assicurativo, capace di crescere in un contesto difficile, aperta alle sfide, radicata sul territorio di riferimento». «In questi mesi - scrive ancora Minali - ho potuto contare sulla vostra dedizione, sul vostro impegno e sulla vostra voglia di contribuire alla crescita sostenibile della nostra società». «Vi chiedo, anche oggi, seppure in questo frangente non felice, di continuare a dedicare le vostre energie a Cattolica, consapevoli come noi tutti siamo che si deve mettere l'interesse aziendale ante omnia. Vi ringrazio per la vostra vicinanza e per l'affetto che sempre mi avete dimostrato - conclude l'ex ad - che ho cercato di contraccambiare, nel mio piccolo, dando un esempio di integrità, coraggio e dedizione».

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