Bpvi, sul caso Marchini scoppia l'ira degli azionisti

PADOVA. «Francesco Iorio ha fatto quello che andava fatto: un esposto dove ha evidenziato ogni anomalia; ed era appena arrivato a Vicenza. Abbiamo la prova di un'estrema serietà e questo fa ben sperare per l'azione di responsabilità, perché ci sono persone che hanno fatto del male alla banca: ai 350 milioni investiti nei fondi lussemburghesi vanno aggiunti il miliardo di patrimonio finanziato e altre partite immobiliari anomale». Parla chiaro l'avvocato Renato Bertelle, socio e presidente dell'associazione nazionale Popolare di Vicenza.
Ma di fronte a quello che è emerso dalle carte pubblicate ieri da «Repubblica» e «Il Fatto», in merito agli affari romani e a un finanziameno da 60 milioni al candidato sindaco Alfio Marchini, la reazione a Vicenza e dintorni è più che altro di rabbia. Rabbia che porta gli "azionisti associati” della Banca a due iniziative di protesta, oggi e domani. Sabato è annunciata anche la presentazione di un piano industriale alternativo alla Spa e quotazione. Lo slogan della marcia? «Bravi, bravi, bravi». Bravi, forse, a triangolare con la Svizzera e il Lussemburgo.
È quanto ha denunciato lo stesso Francesco Iorio il 31 luglio, portando agli inquirenti un documento di 9 pagine sulle criticità riscontrate al suo arrivo a giugno. Una parte di queste, riguarda le quote nei fondi lussemburghesi Optimum e Athena emerse in un’inchiesta de «L’Espresso» di luglio 2015, il cui impiego però risale fin dal 2012. Fondi su cui si era giù pronunciato a novembre il Tribunale di Vicenza, sezione Civile, in merito alla richiesta di risarcimento che la Banca aveva chiesto ai suoi ex manager, tutti indagati: Sorato, Piazzetta, Giustini. Ma il Cda sapeva, disse il Tribunale. E scrive Iorio: «La Banca detiene quasi il 100% dei fondi. Fatto anomalo, in quanto attività estranee all'operatività stabilita». Quei fondi, secondo l’ipotesi investigativa emersa ieri, servivano ad aiutare diverse aziende, tra cui anche quelle del candidato sindaco Marchini. Sarebbero 60 i milioni transitati dalla banca attraverso questi fondi alle società dell’imprenditore romano che ha prestiti con Bpvi per 75 milioni. «Fango elettorale» per Marchini. Ma c’è una relazione di Bankitalia. E le carte ora sono in Procura.
Bankitalia ha segnalato 350 milioni investiti dalla banca nei fondi per parcheggiare titoli azionari. Ma in azioni sono finiti solo 55 milioni. E il resto? Nell’esposto si legge che si tratta di «finti finanziamenti» e che lo stato patrimoniale dell'istituto potrebbe essere stato falsato. «I fondi hanno realizzato cospicui investimenti in obbligazioni emesse da società riconducibili a clienti della banca» si continua. Bpvi da quell’investimento ha perso100 milioni per svalutazioni. Ma a emergere oggi è «l’opacità» di alcune operazioni, come due bonifici (da 182 mila e 470 mila) da un conto svizzero intestato alla società Madonna della Neve appartenente al gruppo Marchini su un conto della Popolare intestato a un Fondo Kant.
«Chiediamo chiarezza» dice il consigliere regionale Sergio Berlato (Fratelli d’Italia): «Nella prima seduta della Commissione d’inchiesta settimana prossima proporrò ai colleghi di verificare quanto è emerso». «Non si possono prendere in giro i piccoli soci - aggiungono i parlamentari e i consiglieri del M5s - L’ assemblea dovrebbe avere all'ordine del giorno la revoca di tutti gli amministratori, del collegio sindacale e dei revisori. Bisogna procedere contro gli ex amministratori che hanno condotto la banca allo sfacelo».
@eleonoravallin
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