Bpvi dopo le perquisizioni, i sindacati: "Le colpe non ricadano sui lavoratori"

Dopo le perquisizioni della Guardia di Finanza a Prato in una decina di filiali e agenzie Bpvi, con l'iscrizione nel registro degli indagati di sette dirigenti di filiali toscane, i sindacati sono intervenuti a difesa dei colleghi. 
"Non possiamo accettare che ricadano sui lavoratori oggi indagati le scelte gestionali e le responsabilità degli
organismi deliberativi delle politiche aziendali. Per prime queste sigle hanno richiesto a gran voce una azione di responsabilità nie confronti del Cda e dei top manager che si sono resi responsabili di politiche aziendali fallimentari. Più volte -anche in tempi non sospetti, alla vigilia degli ultimi aumenti di capitale- siamo intervenuti duramente contro le politiche commerciali della Banca" scrivono in una nota


"Vogliamo ricordare infine che molti dipendenti del gruppo hanno investito i propri risparmi personali e familiari in
azioni della Banca Popolare di Vicenza e non è stato consentito loro di disinvestire anche piccole quote azionarie
anche in presenza di esigenze personali documentate. Alcuni esponenti del Cda  risulta invece che abbiano potuto “cedere” quote milionarie di azioni pochi mesi prima del loro deprezzamento - si continua - Gli stessi dipendenti si trovano ad affrontare oggi anche le riduzioni di organico previste dal nuovo Piano Industriale ed a pagare nuovamente anche sul piano occupazionale le scelte fallimentari operate dai vertici aziendali solo recentemente azzerati"

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