Bios Line, Specchiasol, Labomar e le altre. La nutraceutica che piace ai fondi
Settore ad alto tasso di crescita quello dei principi nutritivi nel quale si muovono i private equity, si disegnano fusioni e si studiano strategie di sviluppo

PADOVA. Fondi di investimento e borsa puntano decisi sul settore degli integratori alimentari, dispositivi medici e cosmetici naturali made in Italy.
L’industria italiana della nutraceutica è infatti la più grande in Europa, con una quota di mercato del 23%. E le stime future sono di crescita, sopratutto per il mercato europeo e Usa. In Veneto ci sono molti player di valore.
Da qualche mese i private equity, italiani e non, corteggiano il gruppo padovano Bios Line. Si è aperto infatti, secondo quanto riporta il Sole 24Ore, un nuovo processo finalizzato a individuare un partner finanziario per una delle aziende leader nel settore della cosmetica e degli integratori naturali.
Secondo indiscrezioni, del dossier se ne starebbe occupando Mediobanca.
«L’estero pesa il 10% dei nostri ricavi, vogliamo portarlo al 50, per questo stiamo cercando un partner», aveva spiegato nel corso dell’evento di Nordest economia, Top500, Paolo Tramonti, fondatore e amministratore unico del gruppo di Ponte San Nicolò (oltre 30 milioni di giro d’affari e una marginalità superiore al 20%).
A fine 2020 il nome di Bios Line era stato accostato alla 21 Investimenti di Alessandro Benetton, potenzialmente interessata ad entrare nel capitale sociale. Poi non se ne fece nulla.

Ha scelto la Borsa per finanziare crescita e sviluppo la trevigiana Labomar. Negli ultimi 6 mesi di quotazione ha visto aumentare il suo valore a Piazza Affari del 92%. Nel 2020 il gruppo Labomar ha realizzato ricavi pari a 61,1 milioni (+26,3% sul 2019). Il margine operativo lordo si è attestato a 11,3 milioni (+24,5%). L’esercizio si è chiuso con un utile netto di 6,1 milioni (+46,9%), beneficiando anche dell’effetto patent box.
Intanto Specchiasol e Named si uniscono per far nascere il secondo polo nutraceutico italiano. L’azienda veronese di fatto acquisisce quella brianzola, con un’operazione che permette di combinare le competenze di due realtà caratterizzate da lunga esperienza nel settore, con la salute e il benessere come core business.
Specchiasol da oltre 40 anni si dedica alla fitoterapia, seleziona materie prime, analizza i complessi funzionali vegetali per produrre nutraceutici, supportare l’equilibrio dell’organismo e sostenere il benessere fisico, emotivo e mentale della persona.
Named (acronimo di Natural Medicine - medicina naturale), invece è stata fondata nel 1988, e sviluppa e realizza un’ampia scelta di prodotti nutraceutici, fitoterapici e dispositivi medici. Negli anni è diventata un riferimento sempre più importante nel settore della medicina naturale.

È passato meno di un anno da quando Specchiasol aveva visto l’investimento di White Bridge Investments come socio di maggioranza, con l’obiettivo di accelerare la crescita sul mercato nazionale e sui principali mercati esteri, rafforzandone la struttura commerciale, organizzativa e di ricerca.
Tutto quindi cambiato in fretta: nuovo logo, nuovi obiettivi, addio al Laboratorio botanico di selezione e sperimentazione di Specchia e all’azienda agricola biologica a Ferrara di Monte Baldo.
Ora il Fondo - avviato nel 2013 da Stefano Devescovi (ex banker Lehman e Nomura, fondatore di Terra Nova Advisers) e Marco Pinciroli (cofondatore di Innogest sgr) e presieduto da Clemente Corsini (esponente della nota famiglia nobile e investitore in proprio) - punta allo sfruttamento di importanti sinergie tra le due aziende, a consolidare la propria quota di mercato come base di partenza per ambiziosi scenari di crescita e ulteriore sviluppo, sia in Italia, sia all’estero.
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