Aziende mafiose in Veneto, sale l’allarme. «Criminalità agevolata dalla crisi»
Mainolfi (Gdf): «Attenzione ad appalti nella sanità, fondi statali in arrivo e acquisizioni delle imprese»

PD 05 maggio 2005 G.M...Polizia Municipale, sequestro droga. da sx: Cino Cecchini, Lucio Terrin, Marco Carrai...(CARRAI) Polizia Municipale, sequestro droga - carrai
VENEZIA. Sono decine le aziende nate in Veneto durante la prima ondata del Covid, che si ritiene siano infiltrate dalla mafia». Marco Di Cataldo, ricercatore postdoc in Economia della criminalità (Università Ca’ Foscari) era tra i relatori dell’incontro online “Infiltrazioni criminali e pandemia: dinamiche e fragilità imprenditoriali” per Economics Tuesday Talks di Ca’ Foscari.
Le mafie arrivano in Veneto per riciclare denaro, creare consenso e condizionare le amministrazioni locali. I profitti delle mafie riversano miliardi di euro a livello nazionale nell’economia legale, alterandone le dinamiche. «Con l’infiltrazione mafiosa negli enti locali si registra ad esempio un aumento della spesa pubblica per lo smaltimento rifiuti – prosegue Di Cataldo -. Con lo scioglimento dei Comuni mafiosi aumentano invece assunti e profitti delle imprese legali di quei territori». Le prime aziende infiltrate dalla ‘ndrangheta sono degli anni 80 nel Veronese, poi la pressione è cresciuta anche in altre zone della regione.
«La criminalità economica, che non è solo mafiosa, è agevolata dall’emergenza che stiamo vivendo – spiega il generale Giovanni Mainolfi, comandante regionale della Guardia di Finanza -. Non solo criminalità italiana, ma anche russa, cinese, albanese, est Europa, cui si aggiunge il fenomeno della mafia estero-vestita. E attenzione anche alle società che gestiscono gli Npl».
L’incontro di ieri, moderato da Monica Billio (Ca’ Foscari), è stata anche l’occasione per presentare il tavolo di lavoro tra forze dell’ordine e istituzioni per monitorare il fenomeno. La rettrice di Ca’ Foscari Tiziana Lippiello ha sottolineato il ruolo dell’università di Venezia «che si apre al territorio ed è di supporto». Durante la pandemia molte imprese sono nate nel campo della sanificazione, gestione rifiuti, fornitura dispositivi sanitari e logistica. A dicembre, uscite le indiscrezioni sul piano italiano per il recovery fund, sono schizzate le iscrizioni di nuove imprese.
«Davanti a noi abbiamo tre sfide da vincere – prosegue il generale della Gdf - rischio appalti nel settore sanitario, l’appropriazione di fondi già erogati dallo Stato e in arrivo, acquisizione delle imprese».
Le indagini delle forze dell’ordine monitorano con particolare attenzione realtà con bassi fatturati e lunga catene societaria di controllo, oppure con legami con l’estero. La criminalità si insinua modificando spesso forma giuridica, oggetto sociale, amministratori. «L’economia è in grande sofferenza e i ristori stanno facendo poco – commenta Enrico Carraro, presidente Confindustria Veneto -, il rischio è concreto, vedremo molte attività preda delle mafie dei colletti bianchi».
«La pandemia sta dimostrando un forte impatto economico, numerose le truffe nelle forniture sanitarie – aggiunge Massimo Gallo, Banca d’Italia (sede di Venezia) – crescono reati informatici e nell’erogazione delle risorse pubblici, e pericolo usura». Niccolò Stamboglis e Domenico Tarantino di InfoCamere hanno sottolineato come le aziende venete nel 2019 stavano recuperando terreno, poi la pandemia ha rimesso in discussione la crescita. «Il sistema camerale è impegnato in prima linea con le istituzioni affinché l’economia si svolga nel pieno rispetto delle regole – dice Mario Pozza, presidente Unioncamere Veneto -. Tra i settori più esposti troviamo quello ortofrutticolo». «Il tessuto imprenditoriale veneto è particolarmente fragile – ha aggiunto Elisa Berti, vicepresidente del Veneto - per la Pedemontana abbiamo sottoscritto importanti protocolli antimafia». «L’infiltrazione criminale è un fenomeno globalizzato – spiega il prefetto di Venezia, Vittorio Zappalorto -. Per contrastarlo servono strumenti europei di intervento. In Veneto c’è stata molta superficialità negli anni passati sul fenomeno». —
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