Assindustria, il j'accuse di Ravagnan: «Percorso di nomina ridotto a sterile sfida sulle procedure»

La lettera di Ravagnan inviata al consiglio generale e messa a verbale nella seduta di ieri che ha designato Destro come futuro presidente dell'associazione territoriale di Confindustria

Il retroscena

Pacato e cordiale. «Un uomo squadra», viene descritto, che ha contribuito «con spirito di servizio» alla trasformazione dell'associazione ma, prima ancora, all'adeguamento della rappresentanza alle nuove sfide. Scrivere quello che lui stesso definisce come «un intervento di commiato» deve essere costato non poco a Mario Ravagnan, padovano classe 1963, a capo di un gruppo che conta oltre 200 collaboratori e 40 milioni di ricavi.Una lettera di quasi due pagine inviata a tutti i componenti del consiglio generale e in copia al direttore Giuseppe Milan «affinché questa mia sia messa a verbale del consiglio generale dell'1 ottobre» scrive Ravagnan.

Ineleggibile secondo i probiviri, dimissionario e pronto a far uscire il suo gruppo da Assindustria Venetocentro, l'ex vicepresidente degli industriali di Padova e Treviso ha messo nero su bianco il bilancio della sua esperienza «dopo tanti anni di impegno associativo» e l'amarezza per l'epilogo. Un impegno «costantemente focalizzato alla crescita dimensionale e qualitativa dell'associazione, progetto di cui l'integrazione di Padova e Treviso è certamente il fulcro ma avendo sempre ben chiaro l'obiettivo di non perdere il prezioso e irrinunciabile contatto con il territorio di cui le delegazioni sono il caposaldo» scrive.

«Ora il lavoro da fare supera di molto quello già fatto, sia nella rappresentanza che nell'organizzazione. Assindustria necessita di un importante affinamento di percorso e non possiamo permetterci di fermarci». E dopo il bilancio, Ravagnan va al punto.

«Non abbiamo mai avuto occasione di poterci relazionare in merito al rinnovo e alla mia disponibilità alla candidatura» si rivolge al consiglio. «L'unico appuntamento utile di fine luglio è stato annullato. Mi sarebbe piaciuto entrare con voi in merito a programmi e contenuti invece il percorso di nomina si è ridotto ad una sterile sfida su sterili aspetti procedurali. In questo, personalmente, non ho apprezzato la evidente presa di parte di taluni che per ruolo, posizione e professione avrebbero dovuto tenere atteggiamenti eticamente neutrali. Come ben sapete, all'ultimo, sono state messe in discussione le mie credenziali, nonostante fossero state verificare in varie e recenti occasioni, relativamente al doppio inquadramento di alcune società di gruppo controllate. Ho appreso di questa decisione dalla stampa il 22 settembre scorso, e a nulla sono serviti i miei solleciti scritti per ottenere chiarimenti. Non mi è stato comunicato nulla nemmeno riguardo a tempi e modi per un eventuale regolarizzazione di quando contestatomi. Considero questo poco rispettoso e pretestuoso e oggi lo evidenzio con convinzione perché rischia di minare la credibilità stessa dell'associazione e dunque la fiducia che ogni imprenditore ripone in essa».

Data la mancanza di indicazioni per regolarizzare la sua posizione, «nel rispetto dello statuto e di Assindustria Venetocentro» conclude Ravagnan «prendo atto della mia incandidabilità certo che i tanti colleghi che mi hanno sostenuto possano comprendere la situazione». --

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