Asco è guerra totale, Plavisgas contesta recesso

TREVISO. Si apre un fronte di conflitto nuovo in Ascopiave, la multiutility veneta impegnata in un riassetto che potrebbe aprire le porte al fondo infrastrutturale F2i. Riguarda il prezzo di recesso, fissato a 3,75 euro, dopo la modifica dello statuto di Asco Holding (la società che controlla Ascopiave con il 61,562%).
Plavisgas, socio forte con l'8,61% contesta la procedura ma, in una nota ufficiale la holding risponde che le contestazioni sono «infondate e imprecise» risponde Asco Holding e «il cda si è già attivato per chiedere al Tribunale la nomina di un esperto» terzo, come previsto dallo stesso articolo del codice civile, sulle cui decisioni finali sarà calibrata «un'ulteriore offerta in opzione che avrà ad oggetto esclusivamente le azioni dei soci contestanti».
Il capitale di Asco Holding è parcellizzato tra 91 comuni e due soci privati, un piccolo socio privato Bluenergy (0,46%) e Plavisgas che con l'8,61% fa la voce del leone e punta a valorizzare la sua quota. L'offerta di 3,75 euro, sostiene Plavisgas, non rispetterebbe l'art. 2437-quater del codice civile perché «intempestiva e per un prezzo che non corrisponde a quello di effettiva liquidazione che è, allo stato, ignoto» date le contestazioni avanzate e sulle attese di una contestuale migliore offerta, benché non specificata, di F2i.
La liquidazione dei soci, replica però Asco Holding, «segue due binari distinti in merito al quantum e al quando del rimborso dell'investimento, a seconda dei soci che accettano la determinazione del valore effettuata dagli amministratori e di coloro che invece la contestano». La società fa sapere di aver depositato al registro delle imprese l'offerta relativa «esclusivamente alle azioni di quei soci che avevano comunicato la volontà di recedere senza riserva alcuna» mentre «è stata rimandata per quella parte di azioni per le quali i soci recedenti hanno contestato il valore di liquidazione».
Per la determinazione di quest'ultimo, conclude la nota di Asco Holding, «il cda si è già attivato per chiedere al Tribunale la nomina di un esperto» terzo, come previsto dallo stesso articolo del codice civile, sulle cui decisioni finali sarà calibrata «un'ulteriore offerta in opzione che avrà ad oggetto esclusivamente le azioni dei soci contestanti».
Plavisgas risponde ad Asco Holding. Secondo l'amminiustratore della società Oscar Marchetto una volta che i soci siano stati rimborsati - e comunque sia stato avviato il procedimento per la loro liquidazione - non è «possibile revocare la delibera o, comunque, farne venir meno gli effetti se non con un’altra delibera». Insomma tenere il doppio binario può far partire, in caso del riconoscimento di un valore di recesso più alto ai soci che hanno impugnato, una raffica di cause da parte dei soci che si sono “accontentati” dei 3,75 euro. E Marchetto aggiunge nella sua missiva: «A tale proposito gradiremmo sapere se il consiglio di amministrazione ritiene già efficace il nuovo statuto per effetto dell’iscrizione al registro delle imprese. Ci pare infatti che delle due l’una: a) o lo statuto è immediatamente efficace ma allora per renderlo inefficace serve una nuova delibera; b) oppure lo statuto non è ancora efficace non essendo ancora stato accertato il mancato avveramento delle condizioni risolutive (l’ultima meramente potestativa) stabilite dalla delibera del 23 luglio 2018».
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