Anno difficile il 2020 per gli allevatori: in netta discesa i prezzi pagati per carne e latte

L’allarme dell’associazione: il 2020 anno molto negativo: «I tagli di suino sono scesi a dicembre sotto l’euro al chilo»

UDINE. Anno difficile il 2020 per gli allevatori del Friuli Venezia Giulia che hanno dovuto fare i conti con il forte calo del prezzo del latte, passato dai 40 centesimi di gennaio 2020 ai 35 di dicembre, e a quello della carne, in particolare bovina e suina, con quest’ultima che nell’arco dei 12 mesi ha perso oltre un terzo del prezzo al chilo, passando dall’iper valutazione di gennaio 2020, quando la sia vendeva a 1,50 euro, alla discesa sotto l’euro di dicembre. Ciò, nonostante gli appelli, sia nazionali che regionali, rivolti ai consumatori affinché, ancor più durante la pandemia, acquistassero prodotti locali. «Sembra che questi inviti a preferire prodotti italiani purtroppo non abbiamo giovato al sistema: le importazioni non si sono fermate e tantomeno paiono aver rallentato». A fare il punto della situazione, concluso un anno che ha pagato un prezzo altissimo all’epidemia di Covid 19, sono il direttore e il presidente dell’associazione allevatori Fvg, Andrea Lugo e Renzo Livoni, che in uno scenario a tinte per lo più fosche vedono la luce solo in Malga Montasio e nell’attività del Cts di Moruzzo.

L’andamento dei mercati del latte e dei formaggi nel 2020 è stato piuttosto altalenante, in certi periodi anche poco interpretabile rispetto alla formazione del prezzo, che non sempre ha seguito le logiche della domanda e dell’offerta. «Per il latte – spiega Lugo – nel primo trimestre il prezzo del litro alla stalla è stati ancora soddisfacente, pari a 40 centesimi tra gennaio e febbraio, per poi iniziare a scendere in concomitanza con il primo lockdown a marzo. Da quel momento – ricorda Lugo –, nonostante il mercato soprattutto dei formaggi freschi abbia avuto incrementi considerevoli nei volumi di vendita della Gdo, che ha raggiunto quote anche maggiori al 25% rispetto allo stesso periodo del 2019, il prezzo del latte ha prima frenato per poi iniziare una discesa continua fino ai 35,50 o 36 centesimi al litro di settembre-ottobre». Negli ultimi due mesi del 2020 si è assistito a una leggera ripresa del prezzo a livello nazionale, che si è attestato a 37 centesimi al litro, ma non sul nostro territorio. «In regione – continua il direttore – il mercato non si è più ripreso toccando in alcuni casi livelli ancora inferiori ai 35 centesimi, che non bastano nemmeno a coprire i costi di produzione».

Il settore della carne ha forse pagato ancor più degli altri una diminuzione dei consumi legati alle restrizioni imposte dall’emergenza saniataria da Covid al settore della ristorazione. Si è assistito a un vero e proprio crollo del prezzo al chilo nel settore bovino e a un andamento anomalo e altalenante in quello suinicolo. «A inizio 2020 – rileva ancora Lugo – il prezzo di vendita dei suini era addirittura troppo alto, pari a 1,40, 1,50 euro al kg, poi con la crisi dovuta al Covid e a causa di una certa speculazione, anche da parte di alcuni macelli, il prezzo è letteralmente crollato, arrivando a novembre e dicembre sotto l’euro». Una bella soddisfazione per l’associazione è venuta dal lavoro ormai decennale del Centro di fecondazione tori e stalloni di Moruzzo (Cts) che nel 2020 ha raggiunto un promettente accordo con una società statunitense che esporta seme bovino in Cina aprendo così un altro fronte di mercato dopo le importanti esperienze in Turchia e in Egitto. —



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