Al via l’alleanza europea sui mini reattori atomici

Bruxelles accelera sul nucleare. La strategia è quella suggerita nel dossier di Mario Draghi sul rilancio della competitività europea. Nella sezione dedicata all'energia l’ex numero uno della Bce esorta ad «accelerare lo sviluppo del nucleare di nuova generazione con i mini reattori nucleari modulari (small modular reactor)» che nel tempo dovrebbero prendere il posto delle centrali tradizionali.
Più piccoli sia in termini di potenza sia di dimensioni fisiche rispetto alle centrali tradizionali su scala gigawatt, hanno una potenza compresa tra 10 e 300 MegaWatt. Una possibile alternativa per l’Italia che dopo il referendum del 1097 ha chiuso le porte alle centrali? Si vedrà. Intanto si accende la sfida tra i principali big del settore dell'energia per essere pronti a questa possibile transizione. Da mesi, infatti, sono stati siglati numerosi accordi di programma finalizzati allo ricerca ed allo sviluppo di questa tecnologia. Tra le ultime intese c'è quella tra Edison, Federacciai e Ansaldo Energia per decarbonizzare le acciaierie italiane.
Per iniziativa della Commissione europea è stata così creata un’alleanza industriale, di cui fa parte anche la triestina Fincantieri, interessata alle applicazioni in campo marittimo, per sviluppare in Ue questi impianti di energia atomica di piccola taglia. L’interesse di Fincantieri si spiega soprattutto dopo l’accordo fra il gruppo triestino e Newcleo, startup anglo-italiana con base a Torino lanciata nel 2021. All’intesa partecipa anche Rina, società di certificazione e ingegneria del settore navale. L’energia nucleare pulita può essere infatti impiegata anche come combustibile per le grandi navi come dimostra questo grande progetto annunciato tempo fa a Londra. Si lavora a uno studio di fattibilità per sfruttare anche sul mare la tecnologia dei piccoli reattori modulari raffreddati a piombo di Newcleo.
Questa alleanza industriale europea sugli small modular reactor, i mini reattori di ultima generazione, che dovrebbero diventare realtà entro il 2030, vede così l’Italia in prima fila. L'iniziativa, lanciata a febbraio scorso dalla Commissione europea insieme alle raccomandazioni sulle strategie per affrontare il climate change fino al 2040, considera il potenziale dell'energia dell'atomo come una tecnologia a basso contenuto di carbonio che può aiutare l’Ue a tagliare le emissioni.
L'idea della Commissione europea è di arrivare a elaborare nel primo trimestre del 2025 un Piano d’azione strategico per realizzare dieci obiettivi, tra cui «mappare e monitorare regolarmente la catena di approvvigionamento europea», oltre che identificare le «future esigenze di ricerca, innovazione, qualificazione» e «facilitare la creazione di un’Accademia delle competenze nucleari». Perché la partita sulle mini-centrali si intreccia con gli obiettivi di decarbonizzazione industriale che poi sono alla base delle strategie green di molte aziende.
L'iniziativa mette allo stesso tavolo governi, operatori del settore e parti interessate che cercano di accelerare lo sviluppo del settore, prendendo atto di un crescente interesse di diversi Stati membri per le tecnologie nucleari L’Italia in questo progetto europeo è rappresentata da importanti gruppi industriali come Ansaldo Nucleare e il gruppo cantieristico triestino. Secondo uno studio Edison, Ansaldo Nucleare e Teha Ambrosetti, l'Italia può contare su competenze lungo quasi tutta la catena di fornitura e su un sistema della ricerca all'avanguardia. Lo studio ha identificato 70 aziende italiane specializzate nel settore dell'energia nucleare che confermano una «forte resilienza di questo comparto a tre decenni dall'abbandono della produzione in Italia». Il valore strettamente legato all'ambito nucleare generato dalle aziende di questa filiera si attesta nel 2022 a 457 milioni di euro, con circa 2.800 occupati sostenuti, e l'Italia che si posiziona quindicesima a livello globale e settimana in Ue-27 per export di reattori nucleari tra il 2018 e il 2022.
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