Aim e Agsm, Vicenza fa traballare l'intesa con A2a

VICENZA. Hera e Ascopiave avrebbero presentato una proposta formale all’indirizzo del Comune di Vicenza per proporsi in un’alleanza futuribile con Aim. La utility berica che con Agsm sta cercando di andare a nozze creando una grande società in cui un terzo sarebbe anche di A2a.
Una proposta arrivata a dicembre 2019 e che secondo fonti vicine alla vicenda sarebbe anche stata protocollata dal Comune di Vicenza. Un atto dunque formale, che però non ha avuto alcun seguito.
Come noto infatti proprio a dicembre dell’anno scorso la multiutility di Brescia e Milano e le omologhe di Verona (Agsm) e Vicenza (Aim) hanno sottoscritto un term sheet relativo ad un percorso in esclusiva, che si concluderà entro giugno 2020, finalizzato allo studio di una possibile partnership strategica con l'obiettivo di creare un player di riferimento nel Triveneto.
A breve si conosceranno i contorni dell’operazione che potrebbe portare alla nascita di una nuova azienda che, secondo le stime elaborate dagli advisor coinvolti nel progetto di fusione, potrebbe generare investimenti fino a 2 miliardi e dividendi pari a 210 milioni al 2024. Ieri Reuters riferiva che entro aprile i cda di Aim e Agsm approveranno il piano industriale congiunto propedeutico alla fusione fra i due gruppi.
A2a come partner industriale avrà una quota del 30% della nuova società. Anche se da ieri, forse a Vicenza, potrebbe esserci qualche grana in più. Il consiglio comunale ha infatti cambiato conformazione, i consiglieri di Fratelli d’Italia sono saliti a quota cinque, un numero in grado di mettere in minoranza su questo progetto l’azionista vicentino di Aim. Il gruppo di Fratelli d’Italia si è infatti sempre dimostrato scettico su questa operazione.
Le tessere sono in movimento, non è un caso che ci sia stato un improvviso stop alla fusione tra due realtà del territorio: AVA e Etra, utility che si occupa di servizi ambientali e gestione idrica tra le province di Padova, Vicenza e Treviso, operazione sui cui vantaggi si era espresso un advisor esterno. (AVA a Schio possiede il secondo inceneritore del Veneto dopo quello di Padova).
La proposta di Hera-Ascopiave potrebbe forse tornare di attualità. Gli eventi lo diranno. Il progetto presentato prevedeva un accordo relativo alla vendita con il partner Hera, mentre nella distribuzione avrebbe visto come protagonista Ascopiave. Me non è stato il primo tentativo da parte dei due soggetti. Perché, riferiscono fonti, una proposta simile era stata inviata all’indirizzo, questa volta sia di Agsm che di Aim, anche a luglio del 2019. E non sarebbero stati i soli, in questi mesi anche Dolomiti Energia si è fatta avanti e Alperia ha rilasciato più di una dichiarazione i cui si era apertamente detta disponibile.
Agsm, tramite il proprio advisor Gitti&partner, avrebbe dimostrato che A2a sarebbe l’unica società nel panorama dei grandi gruppi dell’energia a possedere tutti gli asset definiti fondamentali per lo sviluppo di un processo aggregativo con Aim, in grado di moltiplicare il valore della nuova realtà. Quella caratteristica di “infungibilità” cui si appellano vicentini e veronesi nello spiegare la ragione per cui non si è deciso di andare a gara.
Come hanno fatto notare sia il presidente Tomaso Tommasi di Vignano e il numero uno di Ascopiave Nicola Cecconato, che giovedì - presentando il piano degli investimenti sul territorio - ha sottolineato: «Non discuto sulle tecnicalità legali della scelta, ma da società i cui azionisti sono enti pubblici sarebbe stato doveroso attendersi l’esperimento di una procedura competitiva di gara». Il territorio cioè il Nordest con un operatore ingombrante come A2a potrebbe polarizzarsi verso il partner lombardo, anche se solo attraverso la newco tra Aim e Agsm.
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