Adacta: il Covid ha polverizzato 52 miliardi di fatturato nelle imprese del Nordest

VICENZA. Il Covid ha fatto sparire 52 miliardi di fatturato a Nordest, di questi 35,9 miliardi sono relativi al Veneto, 7,9 miliardi al Friuli Venezia Giulia e 8,3 miliardi al Trentino Alto Adige. Del totale 22,5 miliardi sono stati polverizzati dal solo settore manifatturiero. È come se per un anno fossero svanite Luxottica, Danieli e Calzedonia e i principali gruppi siderurgici veneti. Non una bella immagine. Ma non è solo un aspetto di numeri.
Prima una premessa di metodo. Adacta ha analizzato, bilancio per bilancio i dati del triennio 2017-2019 di 22.500 imprese del Triveneto, con fatturato superiore a 1 milione di euro. L’analisi, denominata, PerformanceCompany (PC) ha valutato le dinamiche delle aziende in termini di crescita, profittabilità e struttura patrimoniale.
La parte relativa allo scenario 2020, quindi su ipotesi prospettiche poichè i bilanci non sono ancora disponibili, è stato svolto in collaborazione con la Commissione di Studio per il Controllo di Gestione, Pianificazione ed Analisi Finanziaria dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Vicenza.
Dalla base dati, sono stati esclusi aziende finanziarie, holding e imprese con dati non comparabili (per esempio bilanci abbreviati). L'analisi ha quindi cristallizzato nelle cifre ciò che era l’economia delle imprese prima dell’arrivo della pandemia.
Dopodiché ha elaborato un modello matematico, sintetizzando le evidenze emerse dai principali studi di ricerca economica del paese e l’ha applicato a questo “mondo di prima”. Quello che è apparso è questa fotografia: le aziende del Triveneto usciranno dal primo anno di pandemia con una perdita media del fatturato del 16 per cento, cadendo dai 326 miliardi e atterrando a 274 miliardi.
Valori cioè che portano indietro le lancette di circa 5 anni, ai risultati del 2015. I settori più penalizzati sono manifatturiero e logistica, nel settore industriale i comparti più danneggiati sono il tessile e l’arredamento. Nelle altre attività colpiti: lusso e turismo.
Prospetticamente, soffriranno maggiormente le imprese delle regioni di Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia. Infine, il quasi dimezzamento dell’ebitda (banalmente la marginalità delle aziende) e il contestuale innalzamento dell’indebitamento farà elevare il numero di aziende in sofferenza. Ci sarà cioè un numero più alto di imprese con una situazione finanziaria meno sostenibile.
Oltre la metà delle imprese del Triveneto risulterà in situazione di stress o con una struttura finanziaria fragile. “Il problema - spiega Daniele Trevisan di Adacta - è che, come emerge dai bilanci, si presenteranno delle criticità: secondo le nostre stime saliranno da 3 mila a 6 mila le imprese in condizione di distressed. Bisogna dunque porre attenzione a come verranno gestiste queste situazioni, tenendo conto di interventi con finanza d’impresa e considerando tutti i fondi attivati dal mondo di Next Generation Eu”.

In base ai numeri emerge che il debito aumenterà nelle imprese a Nordest di 4,3 miliardi a fronte di una riduzione di EBITDA di 13,2 miliardi. “Il peggioramento del credit scoring deriva principalmente dalle performance economiche” si legge nell’analisi di Adacta. E si tratterà di un aumento asimmetrico: alcuni migliorano, altri peggiorano più che proporzionalmente. Spiega Paolo Masotti responsabile di Adacta Advisory: “Le imprese più piccole subiranno di più, le più impattate le vediamo sotto i 10 milioni di fatturato”
Aumenteranno le situazioni di emersione della crisi e le possibilità che le aziende vadano in default, con un aumento di chi chiederà accesso al concordato? Tutto dipenderà dalla dinamica del fatturato 2021 e indirettamente da come gli stakeholder, vale a dire tutti i protagonisti dell’economia e della politica, sapranno attivarsi per definire un contesto di ripresa.

Sottolinea ancora Masotti: “Non sappiamo come sarà il 2021, tutto lascia presupporre che sarà in scia del 2020, speriamo di sbagliare le previsioni in tal senso”. La velocità di recupero dell’equilibro finanziario sarà proporzionale alla ripresa. “Se ci sarà rapidità nella risalita dell’ebitda l’indice di sostenibilità seguirà la stessa dinamica” conclude Masotti.
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