A nordest il 78% delle opere infrastrutturali avanzano. Alle regioni destinati oltre 7 miliardi del Pnrr
Pubblicato il Rapporto 2023 dell’Osservatorio OTI Nord. Enrico Carraro, Confindustria Veneto: «Usare queste risorse per gli interventi in grado di incidere sullo sviluppo del territorio e delle sue eccellenze produttive, evitando la logica a pioggia»

Il 78% dei lavori per le grandi infrastrutture in Veneto, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige nel 2023 è proseguito secondo i programmi.
Lo afferma l'ultimo rapporto dell'Osservatorio Oti Nord, che monitora per conto delle Confindustrie regionali l'andamento delle opere pubbliche. Il Nordest, rispetto alle opere monitorate dall'Osservatorio, è destinatario di oltre 7 miliardi di finanziamento da parte del Pnrr. Per Enrico Carraro, presidente di Confindustria Veneto, "il Rapporto conferma la centralità del Nordest in tema di infrastrutture e di posizione geografica rispetto ai grandi corridoi internazionali. Le risorse destinate dal Pnrr devono concentrarsi sugli interventi che condizionano in termini di sviluppo il territorio e le sue eccellenze produttive, evitando di disperdersi con una logica a pioggia. A Nordest abbiamo player, catene di fornitura, cluster di Pmi e un sistema di competenze di assoluto valore che sono in grado di attrarre e valorizzare investimenti di questo tipo. Riflessione a parte merita il capitolo grandi eventi come le Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026, per le quali rimane la preoccupazione circa i tempi di realizzazione delle opere infrastrutturali previste", conclude.
Nel 2023 in un anno al Nord il 55% delle infrastrutture è avanzato secondo i programmi, rispetto al 48% nel 2022; il 29% ha registrato qualche rallentamento (32% nel 2022); il 16% è risultato in ritardo (contro il 20% del 2022). Il dato emerge dal rapporto 2023 dell'Osservatorio territoriale sulle infrastrutture, curato da Confindustria, che monitora 83 grandi interventi nel Nord Italia.
Nel corso dell'anno appena trascorso si sono concluse quattro opere: la A4 Torino-Milano, le connessioni ferroviarie al Gottardo, l'adeguamento tecnologico Chiasso-Monza-Milano, La SP 46 Rho-Monza, e la SP 233 Varesina.
Ne sono state inserite tre nuove: il raddoppio della ferrovia Codogno-Cremona-Mantova, il Porto fluviale Mantova Valdaro e il terminal aeroportuale di Venezia.
Complessivamente nel 2023 gli interventi monitorati dall'Osservatorio hanno visto un avanzamento migliore rispetto all'anno precedente pari all'8%, con una riduzione del 4,5% di quelli in ritardo e del 3,2% delle opere in leggero ritardo. Le migliori performance riguardano i sistemi portuale, aeroportuale e dei centri intermodali, e i nodi metropolitani di Genova, Venezia e Bologna.
Qualche rallentamento si rileva per i corridoi Mediterraneo, Baltico-Adriatico, Scandinavo-Mediterraneo, Tirreno-Brennero (rimasto invariato rispetto allo scorso anno), il sistema pedemontano e il nodo metropolitano di Torino. Più in sofferenza risultano il Corridoio Reno-Alpi, il sistema dei valichi alpini e il nodo metropolitano di Milano. Destano preoccupazione i ritardi sul sistema dei valichi alpini e sul Corridoio Reno-Alpi, anelli fondamentali per garantire i collegamenti con il resto dell'Europa continentale.
Per quanto riguarda gli interventi inseriti nel Pnrr e quelli che hanno un Commissario Straordinario, il 100% ha registrato un avanzamento nel corso del 2023. Di quelli inseriti solo nel Pnrr, l'88% è avanzato rispetto al 2022 e il restante 12% non ha fatto progressi. In particolare, la tratta ferroviaria Albairate-Abbiategrasso sulla linea Milano-Mortara e la circonvallazione ferroviaria di Trento sulla linea del Brennero, nel corso del 2023, sono state tolte dai finanziamenti del Piano.
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