Milano-Cortina, il commissario per le Paralimpiadi: «Giochi accessibili, via le barriere anche all’Arena»
Il neo commissario di Governo per le Paralimpiadi Giuseppe Fasiol: aumentata la sensibilità al tema da parte degli albergatori

Meno di 200 giorni alle Paralimpiadi. L’accessibilità di atleti e visitatori è garantita?
«Dovrà esserlo», risponde Giuseppe Fasiol, fresco di nomina a commissario straordinario del Governo. «Mi riferisco, ovviamente, all’impiantistica, di competenza pubblica. Per quanto riguarda l’accoglienza da parte dei privati, so che c’è stato un grosso impegno, in progress. Già nelle prossime settimane avrò modo di avere un quadro completo».
Fasiol, 64 anni, rodigino, ingegnere, è stato fino allo scorso febbraio – quando è andato in pensione da responsabile dell’Area infrastrutture – il braccio operativo della Regione per la candidatura olimpica e poi per l’implementazione.
Non è un po’ tardiva la nomina a commissario, quando mancano solo 5 mesi alle gare?
«Lei ha messo il dito nella tematica principale che è quella del tempo. Il tempo, in effetti, è molto poco e quindi bisognerà lavorare intensamente. Il Decreto Legge di nomina prevede che faccia un programma dettagliato e lo presenti al ministero dello Sport.

Mi sono comunque già attivato per contattare la Fondazione Milano Cortina, Simico, la Regione Veneto da cui provengo e il Dipartimento per lo Sport per avere tutte le prime indicazioni in modo da presentare quanto prima il programma degli interventi e delle attività».
Lo snodo quale dev’essere?
«Il commissario deve garantire che tutti i siti, di qualunque tipo collegati all’evento, abbiano i requisiti di accessibilità e di inclusività che sono previsti dallo spirito paralimpico, in sostanza. A partire dall’accoglienza in generale nelle venue di gara e nelle venue non di gara».
La pista Olimpia a Cortina, principale sede di gara, ha già questi requisiti?
«Sostanzialmente sì. Verificherò che siano garantiti anche per le tribune, quindi per i visitatori. Come, ho avuto modo di constatarlo, è perfettamente accessibile il Palaghiaccio, la prima struttura ad essere completata».
Il villaggio olimpico di Fiames è destinato ad ospitare gli atleti paralimpici, dopo quelli olimpici. Nessun problema, neppure in questo caso?
«Sarà mio compito verificarlo. Ma ci mancherebbero che risultassero dei problemi nell’ospitalità degli atleti e dei loro accompagnatori. Stanno lavorando, nella stessa prospettiva, in Arena a Verona, che diventerà, grazie alle Olimpiadi, il primo teatro all’aperto al mondo privo di qualsiasi barriera.
Ma attenzione, non stiamo partendo da zero. Parecchio lavoro è stato già compiuto dalla Fondazione Milano Cortina. Io mi inserisco con un’attività di coordinamento, di controllo, di monitoraggio che le attività da qui a febbraio e marzo vengono fatte al meglio; che non ci siano situazioni critiche o che comunque possono essere risolte al meglio».
Il cantiere più problematico è quello di Verona?
«Ovviamente un monumento millenario come l’Arena, che già è utilizzato per manifestazioni di lirica e anche non di lirica, ha tutta una serie di apprestamenti provvisionali che usualmente la Fondazione Arena utilizza. Si tratta di adeguarli alla situazione del tutto particolare dell’apertura delle Paralimpiadi».
Tornando a Cortina, lei gioca in casa, nel senso che i cantieri già li conosce. Garantisce anche per la pista di bob?
«I lavori sono ancora in corso, quindi le verifiche potranno essere fatte solo alla fine. Non sono previste gare di parabob nelle olimpiadi, quindi l’impianto non è oggetto della mia attività specifica come commissario. Per i visitatori, invece, l’accessibilità all’impianto dovrà essere prevista anche per i diversamente abili. Neve e ghiaccio a parte, ovviamente».
Non tutti gli alberghi hanno abbattuto le barriere architettoniche. Anche perché in taluni casi era impossibile farlo. Ma sostanzialmente la disponibilità c’è per i visitatori con disabilità?
«Questa disponibilità mi pare garantita. D’altra parte, come Regione noi abbiamo pubblicato l’anno scorso delle linee guida per l’accessibilità. Si tratta del cosiddetto “universal design” che è il modo di progettare o comunque di adeguare le strutture ricettive, sia in alberghi che in bar o ristoranti. Poi ovviamente nel caso delle proprietà private non è che si possa intervenire a gamba tesa. Ma ho constatato che la sensibilità è cresciuta».
Meriterà un particolare approfondimento il settore dei trasporti…
«Eh sì. Un settore complesso. Faremo delle verifiche puntuali sulle attività che la fondazione Milano-Cortina ha già messo in piedi con gli enti territoriali, le Regioni, le Province autonome. Pullman, navette, treni dovranno essere tutti accessibili».
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