Cabinovia Socrepes, le aziende hanno dubbi: «Inizia ad essere tardi»
Ad Innsbruck si è appena conclusa la fiera dedicata alle tecnologie funiviarie: servirà almeno un mese e mezzo per realizzare un progetto esecutivo ad hoc

La cabinovia Apollonio-Socrepes inizia ad essere pericolosa anche per le aziende specializzate nella costruzione di impianti a fune.
Oggi ad incidere sulla realizzazione dell’opera sono i tempi (strettissimi), i risultati delle indagini del suolo, i ricorsi dei residenti, la reperibilità di materiali e forza lavoro, eventuali contrattempi (l’impianto sorgerà su una frana) e, aspetto da non sottovalutare, il rischio di vedere scalfita la propria reputazione. Si, perché le aziende operanti nel settore e quindi potenziali costruttori dell’impianto, sanno bene che la possibilità di non arrivare a fine lavori entro i Giochi – come professato dal Commissario Fabio Massimo Saldini – sarebbe un duro colpo da incassare per la propria immagine.
Le aziende di settore
Si è appena conclusa ad Innsbruck la 25esima edizione di Interalpin, la fiera internazionale dedicata alle tecnologie funiviarie e alpine, alla quale hanno partecipato circa 650 aziende provenienti da tutto il mondo tra cui Leitner e Doppelmayr, le due società che avevano partecipato alla pre-gara poi annullata da Simico.
Le realtà adibite alla costruzione di cabinovie non sono tante, ma hanno le idee chiare su quelle che sono le procedure per costruire un impianto a fune nella massima sicurezza. Parlando del progetto Apollonio-Socrepes, le aziende contattate preferiscono restare anonime vista la delicatezza dell’appalto, ma definisco chiaramente procedure e tempi di realizzazione.
I tempi di costruzione
Innanzitutto serve una gara d’appalto a cui partecipare (oggi non c’è), che deve restare aperta almeno due settimane (per legge e per produrre un’offerta seria).
Una volta assegnato l’appalto, l’azienda vincitrice deve redigere un progetto esecutivo per il quale serve minimo un mese e mezzo (senza inconvenienti). Questa stima, nella migliore delle ipotesi, porterebbe il progetto Socrepes a vedere la luce solo a metà luglio.
Un periodo che potrebbe facilmente allungarsi, in attesa delle perizie dei tecnici esterni, a partire dai geologi. Infatti, se il geologo dichiarasse che nell’area dove sono stati posizionati i piloni dell’impianto non si possono costruire i sostegni, a quel punto l’azienda dovrebbe riprogettare tutto, distribuendo la linea della cabinovia in luoghi dove il terreno è “buono”.
Non si tratta quindi solo del tempo tecnico per fare un calcolo funiviario, ma di tutto quello che gira attorno all’appalto.
Con la frana di Mortisa, poi, potrebbe diventare tutto molto più complesso, perché potrebbe richiedere nuovi sondaggi non inseriti nel bando di gara, con l’obiettivo di proporre delle soluzioni tecniche per migliorare la stabilità nella zona franosa e garantire così la massima sicurezza dell’impianto.
I tempi si potrebbero allungare ancora di più tenendo in considerazione gli attraversamenti: una linea Enel da spostare, ad esempio, solitamente richiede un tempo lunghissimo di approvazione.
Di certo il progetto di Socrepes avrà il superamento di una strada regionale: in quel caso, l’azienda dovrà richiedere dei pareri per costruire una rete di protezione, un ponte o altro da installare sopra la carreggiata. Passando sopra gli edifici, poi, serviranno delle perizie anti-incendio.
Ci sono ancora i tempi per realizzarla?
La cabinovia, ad oggi, si può ancora fare. Ma è difficile definire come, visto che si tratta di un’opera commissariale che segue speciali dinamiche. Di certo le aziende sostengono che per realizzare questa “impresa” serviranno più turni di lavoro, se necessario anche di notte, ma solo se avranno operai disponibili, se riusciranno a reperire il materiale utile per le strutture e se non troveranno alcun inconveniente lungo il percorso. Ma questo potrebbe aumentare i costi: la stazione appaltante, infatti, può chiedere di accelerare i lavori, ma non gratis.
Partendo ad estate inoltrata, quindi, ci sarebbe ancora qualche possibilità per fare l’impianto. Ma a che prezzo?
Bisogna ricordare che oltre alla realizzazione del progetto e alla sua esecuzione, poi si dovrà fare il collaudo, lungo circa due settimane, di cui una con il ministero. Il caso richiederebbe, inoltre, di fare girare a vuoto l’impianto almeno un mese, ma su questo tutte le società sono scettiche visto le tempistiche.
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