Nathan Never approda nella Gorizia del futuro
A giugno e luglio due numeri del celeberrimo fumetto Bonelli esplorano un Isontino cyberpunk con alieni, grattacieli e perfino una Unione giuliano-isontino-slovena

Nomi antichi per una storia che si proietta verso il futuro. Trae spunto dal tesoro del patriarca di Aquileia, ma con una narrazione inserita in un futuro prossimo la nuova puntata Bonelli di Nathan Never, tutta dedicata a Gorizia e Nova Gorica.
Dapprima “Arrestate Nathan Never” (Albo 409) previsto il 18 giugno e poi un mese dopo “Il tesoro di Aquileia” (Albo 410) colgono l’occasione della nomina a Capitale Europea della Cultura onde allestire una storia di gusto cyberpunk dove il protagonista, impaludato nell’immancabile spolverino di Blade Runner, si aggira in un Goriziano ancora riconoscibile, eppure sottilmente diverso.

I grattacieli grigio metallizzato che svettano alla periferia, le auto volanti nel cielo, l’affollarsi di figure esotiche ed aliene: eppure il reale senso di spaesamento deriva, nelle tavole finora presentate dalla Bonelli, in una collocazione nuova per l’Isontino, avulsa dai conflitti nazionali.
La storia, scritta da due “veterani” dei fumetti quali Romeo Toffanetti ai disegni e Bepe Vigna alla sceneggiatura, indaga infatti le origini stesse del setting di Nathan Never: Gorizia è qui inserita all’interno del Protettorato del Settore Est della Vecchia Europa, assieme a Novissima Gorica, Tergeste e Nova Lubjana (ma non sarebbe più corretto Ljubljana?); una zona “da sempre cerniera in cui si incontrano culture differenti” (Bepi Vigna).

Quando, a seguito della Grande Catastrofe del 2024, l’umanità rischiò l’estinzione, il Protettorato giuliano-isontino-sloveno divenne “simbolo dell’unione politica nel mondo futuro”. La rinascita, guidata dalla conquista dello spazio profondo, fu favorita nell'universo narrativo dalla Specola Vaticana, il centro di ricerche scientifiche della Chiesa, e fu proprio il papa Gregorio XVIII ad inserire nel Protettorato il Priorato di Nova Gorica, un ordine monastico incaricato di salvaguardare le tradizioni del Territorio e di custodire il Peteum Aureo, il tesoro dell’antica Aquileia.
Non si tratta solo di gioielli, perché chi è religioso afferma che vi sia il sacro Graal e chi è di mentalità scientifica pericolosi manufatti di origine aliena. Il tesoro è stato sottratto da un'organizzazione criminale e il tempo per ritrovarlo incalza inesorabile…

«I lettori ritroveranno a Gorizia tra i luoghi iconici il parco Coronini, la chiesa di Sant'Ignazio e il ponte di Salcano - spiega Romeo Toffanetti - a Nova Gorica invece il Monumento all'aviatore Edvard Rusjan; Nathan Never visita però anche Cividale del Friuli e il Lago di Bled».
In generale «ho cercato di mantenere le cose più importanti e iconiche, con la speranza che il centro storico di Gorizia venga conservato anche nella nostra linea temporale». Un aiuto è giunto anche da casa, perché «mia moglie è di Gorizia, per cui sono familiare con la città; conoscevo invece poco Nova Gorica, ma è stata un'occasione per cogliere angoli interessanti dal punto di vista grafico».

Romeo Toffanetti ha esplorato più volte, nei decenni scorsi, il Friuli Venezia Giulia quale terra feconda per la fantascienza: ricordiamo, nell’autunno 2020, la mostra nella cornice steampunk della Centrale Idrodinamica di Trieste “Visioni di Tergeste Futura”, tutta dedicata alla (doppia) uscita in concomitanza al Festival della Scienza di ESOF, coi titoli “La città del vento” (Albo 354) e “Check Point 23” (Albo 355).
Dalla piazza Unità affollata di androidi, robot e figure tolte di peso dalla Los Angeles sci fi degli anni Ottanta, al fascino chiaroscurale del faro della Vittoria, Trieste/ Tergeste era all’epoca protagonista; e pagato il tributo bimensile a Gorizia/ Nova Gorica viene da chiedersi se non sarà Pordenone l’ultima tappa, considerando la sua nomina nel 2027 a Capitale italiana della Cultura.
Sarebbe dopotutto un ritorno al passato per Romeo Toffanetti, il quale aveva già illustrato “Diario di un sopravvissuto” negli anni Novanta, tratteggiando per il Gazzettino il quadro di un Pordenonese post-atomico. —
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