Reato di femminicidio, ok dal Senato. Ora il passaggio alla Camera. Ecco cosa prevede

Il disegno di legge approvato all’unanimità a Palazzo Madama introduce l’articolo 577 bis nel codice penale. Prevede l’ergastolo quando l'omicidio avviene per motivi di controllo, possesso, dominio, rifiuto o odio verso la donna

La redazione
Le scarpe rosse sono il simbolo della protesta contro il "femminicidio "
Le scarpe rosse sono il simbolo della protesta contro il "femminicidio "

Il disegno di legge sul femminicidio è stato approvato all'unanimità al Senato con 161 voti favorevoli mercoledì 23 luglio. Ora deve passare all’esame della Camera per l’approvazione definitiva.

Introduce il nuovo reato autonomo di femminicidio (art. 577-bis codice penale), punito con l'ergastolo quando l'omicidio avviene per motivi di controllo, possesso, dominio, rifiuto o odio verso la donna.

Rafforza le aggravanti nei casi di violenza domestica, sessuale o persecutoria e prevede numerose tutele processuali e penitenziarie per le vittime e i familiari, compresi la confisca obbligatoria dei beni, l'obbligo di ascolto rapido della persona offesa e la possibilità per i minori vittime di accedere autonomamente ai centri antiviolenza.

Infine introduce un investimento in formazione per magistrati, sanitari e operatori, un aggiornamento dei criteri per l'accesso ai benefici penitenziari e misure economiche a tutela degli orfani.

L’articolo 577 bis del codice penale

Con il 577 bis è stata così aggiunta una fattispecie specifica di omicidio, che punisce con il carcere a vita “chiunque cagioni la morte di una donna, commettendo il fatto con atti di discriminazione, di odio o di prevaricazione, ovvero mediante atti di controllo, possesso o dominio verso la vittima in quanto donna”.

Il reato di femminicidio risulta integrato “anche quando la condotta omicidiaria è commessa in relazione al rifiuto della donna di instaurare o mantenere un rapporto affettivo o come atto di limitazione delle sue libertà individuali”.

Il disegno di legge approvato prevede la deroga al tetto dei 45 giorni sulle intercettazioni per i più gravi reati di violenza contro le donne.

La votazione

All’approvazione del testo al Senato è scattato l’applauso in Aula. Il presidente Ignazio La Russa ha commentato: «Sono estremamente lieto di questo risultato che testimonia come sui temi importanti il Senato sappia esprimersi senza distinzioni di appartenenza. Grazie a tutti i senatori e le senatrici». Su richiesta del capogruppo leghista Massimiliano Romeo, il voto si è svolto con il sistema elettronico.

Il primo via libera al disegno di legge

Il primo via libera era arrivato a inizio luglio in commissione Giustizia del Senato.  La convergenza di tutte le forze politiche su un testo condiviso non era scontata, ma alla fine ha prevalso la volontà di unire le forze su un provvedimento che più di un senatore definisce "epocale".

La dichiarazione della premier

«Accolgo con particolare soddisfazione l'approvazione all'unanimità, in Senato, del disegno di legge di iniziativa governativa che punta ad introdurre il delitto di femminicidio come reato autonomo nel nostro ordinamento», ha dichiarato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, «l'Italia è tra le prime Nazioni a percorrere questa strada, che siamo convinti possa contribuire a combattere una piaga intollerabile». Ha anche ringraziato tutte le forze politiche, di maggioranza e di opposizione «per aver sostenuto compattamente questa proposta e per aver contribuito a migliorarla. Ora il testo passa alla Camera e mi auguro che l'iter possa concludersi rapidamente».

La presidente nazionale nazionale delle commissioni pari opportunità

Un primo, importantissimo, traguardo, una «svolta culturale» è  stata la definizione bipartisan, di certo «quando si decide per la libertà e la piena parità dei diritti, non esiste colore politico. Stiamo costruendo una società più giusta in cui l'esercizio dei diritti non deve essere ostacolato dalle differenze di genere». Così Anna De Gaio, presidente nazionale delle commissioni pari opportunità.

«L'approvazione unanime in Senato del disegno di legge sul femminicidio segna una svolta storica», ha sottolineato in una nota De Gaio, «e rappresenta la conquista di una società democratica e matura che, prendendo atto della gravità della condotta di chi uccide una donna, ha qualificato il delitto commesso come “atto di odio o di discriminazione o di prevaricazione o come atto di controllo o possesso o dominio in quanto donna, o in relazione al rifiuto della donna di instaurare o mantenere un rapporto affettivo o come atto di limitazione delle sue libertà individuali».

«Esprimo», ha aggiunto, «soddisfazione per questo primo step, in attesa del passaggio alla Camera per l'approvazione definitiva. Questo intervento normativo va nella direzione della tutela dei diritti delle donne, contribuendo a creare una società più giusta e consapevole del problema della violenza di genere. Suggella, inoltre, l'impegno dello Stato a contrastare un fenomeno dilagante ed estremamente complesso per le sue molteplici implicazioni economiche, culturali, antropologiche, criminologiche e sociali». 

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