/

Dove nasce la violenza sulle donne? E cosa possiamo fare per combatterla? Il nostro sondaggio

Fabiana Pesci

Il questionario anonimo promosso dal gruppo Nem e Università di Padova per indagare stereotipi, convinzioni e segnali precoci che alimentano la violenza di genere

 

La violenza contro le donne non nasce all’improvviso. Nasce molto prima: nelle parole che scegliamo, nei ruoli che consideriamo “naturali”, nella gelosia scambiata per affetto, nelle frasi che ripetiamo senza accorgercene, negli sguardi a cui non diamo peso.

Per questo, alla vigilia del 25 novembre, giornata internazionale dedicata all’eliminazione della violenza sulle donne, viene lanciato un sondaggio anonimo che prova a indagare proprio lì dove tutto comincia: nella cultura di genere che respiriamo ogni giorno.

Il questionario

L’iniziativa, promossa da NEM in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Statistiche dell’Università di Padova, nasce da una convinzione semplice: per prevenire la violenza bisogna conoscere la realtà in cui mette radici. Non basta raccontare i numeri dei femminicidi o ripetere parole come “rispetto” ed “educazione”.

Serve capire davvero cosa pensano le persone del nostro territorio, quali convinzioni considerano accettabili, quali comportamenti ritengono normali, quali segnali non riconoscono ancora come violenza.

Il questionario, che si compila in pochi minuti ed è rivolto a tutti, attraversa aspetti spesso nascosti del vivere quotidiano. 

E, soprattutto, chiede a ciascuno di noi quale cambiamento ritenga possibile per ridurre la violenza: educazione all’affettività, nuovi modelli femminili e maschili, sostegno economico, linguaggio più rispettoso, maggiore consapevolezza dei segnali precoci.

L’obiettivo

L’obiettivo è costruire una fotografia sincera del territorio, senza giudizi ma con la volontà di capire. Perché la violenza contro le donne non si abbatte solo con le leggi, con i centri antiviolenza o con la repressione penale. Si abbatte, prima di tutto, lavorando sulla cultura e sui significati che attribuiamo alle relazioni.

Il questionario è completamente anonimo e rappresenta un invito a fermarsi, riflettere e prendere posizione. I risultati, che saranno resi pubblici nelle prossime settimane, offriranno uno sguardo prezioso su quanto lavoro culturale è ancora necessario e su quale direzione la comunità sia pronta a prendere.

 

Riproduzione riservata © il Nord Est