Vincenzo Pipino (il ladro gentiluomo che colpì a palazzo Ducale) sul furto al Louvre: «Li arresteranno tutti»
Vincenzo Pipino è stato il “ladro gentiluomo” di Venezia: «Li prenderanno tutti. E comunque un furto così è semplicissimo da fare; probabilmente è su commissione oppure serve a chiedere qualcosa in cambio»

Vincenzo Pipino, veneziano, lei è stato il “ladro gentiluomo” che ha firmato colpi spettacolari come quello a Palazzo Ducale nel 1991. Che ne pensa di quelli che un tempo sarebbero stati suoi “colleghi”, entrati in azione al Louvre?
«Li arresteranno tutti».
Ma come? Ha già questa certezza?
«Ma sì. Non esiste, nella storia dei furti colossali, qualcuno che non sia andato male. Prima o poi si paga. È successo con Palazzo Ducale nel 2018 o con quello di Anversa».
E pensare che sono furti difficilissimi.
«Difficili? Quel tipo di furto è la cosa più facile che un ladro possa fare».
Fa sembrare un gioco da ragazzi svaligiare il Louvre e Palazzo Ducale.
«Lo facevamo anche noi. Ci si vestiva da operai, si metteva la scala, si diceva “attenzione, attenzione”, la gente si scansava e si giocava sull’effetto sorpresa. Chi si aspetta una cosa simile alla luce del giorno? Un poliziotto che vede operai in azione non si insospettisce. Come non si insospettirebbe se vedesse dei vigili del fuoco. E dentro al Louvre abbiamo visto che hanno fatto spostare la gente: nessuno, appunto, si aspetta che si tratti di ladri».
D’accordo, ma come la mettiamo con i sistemi di sicurezza?
«E dov’erano?»
Servono talpe per questo tipo di colpi?
«No, io credo se lo siano organizzati da soli. Bastano tre o quattro persone per metterlo a segno».
Però bisogna studiarlo bene.
«A un ladro esperto spesso basta il colpo d’occhio. Certo, bisogna comunque conoscere bene il museo, conoscere il palazzo, l’angolo giusto in cui intervenire».
Secondo lei è stato un furto su commissione da parte di qualche collezionista?
«O è un furto su commissione, ma non credo da parte di un collezionista, oppure questo colpo è stato messo a segno con un altro fine. Come noi a Palazzo Ducale».
Cosa intende?
«Per ottenere qualcosa in cambio».
Sì, ma cosa in questo caso?
«La liberazione di Sarkozy? (ride). Scherzo».
Cosa pensa della pista Pink Panthers? Crede siano loro?
«Mah, non credo. Secondo me sono francesi».
Che si fa ora di un bottino così prezioso?
«È roba vecchia. Antica intendo. Ma cosa ne fanno? Li smontano tutti? A chi li vendono? Se devono rivenderli non prenderanno molto. E non c’è neanche l’ipotesi delle assicurazioni perché non erano assicurati. Comunque l’ho detto: tra poco li prendono. In francese sa cosa dicono?»
Cosa dicono?
«Avec du patience on arrive a tout. Con pazienza si arriva a tutto.I ladri faranno vedere i gioielli a qualcuno, qualcuno piano piano verrà a saperlo. E farà la spia. Insomma agli investigatori francesi basterà un po’ di pazienza».
Pipino dica la verità, ma lei sarebbe stato capace di fare un colpo così?
«L’ho già fatto. E l’ho detto: è la cosa più facile per un ladro». —
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