L’Europa in campo al fianco di Trentini: «Il governo si muova per liberare Alberto»
L’Alta commissaria per gli affari esteri Kaja Kallas replica alla lettera inviata dagli europarlamentari del gruppo dei Verdi per la liberazione di Trentini: «Il governo Meloni agisca con la stessa determinazione della Francia che ha ottenuto la liberazione di un proprio cooperante»

La Commissione europea scende in campo per chiedere la liberazione di Alberto Trentini, da un anno detenuto in Venezuela. Il pressing sul regime di Maduro travalica quindi i confini nazionali e chiama in prima linea anche le istituzioni di Bruxelles. Kaja Kallas, Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, ha infatti confermato l’impegno del principale organo esecutivo dell’Ue nella liberazione del cooperante umanitario di 46 anni rispondendo alla lettera inviata lo scorso 12 settembre dalle eurodeputate e eurodeputati della delegazione italiana dei Verdi al Parlamento europeo (Cristina Guarda, Ignazio Marino, Leoluca Orlando e Benedetta Scuderi).
«Attraverso la Delegazione dell’UE a Caracas, la Commissione sta lavorando a fianco delle autorità italiane per garantire ad Alberto la protezione consolare e per ottenerne la liberazione. Kallas ha ribadito che verranno utilizzate tutte le vie diplomatiche disponibili per chiedere l’immediata e incondizionata liberazione di Trentini e degli altri cittadini europei detenuti arbitrariamente in Venezuela», spiegano i rappresentanti italiani, «Dopo oltre un anno di detenzione arbitraria, è fondamentale che anche l’Ue continui a esercitare tutta la pressione diplomatica necessaria. Auspichiamo che il governo Meloni metta a frutto il supporto diplomatico europeo e agisca con la stessa determinazione mostrata dalla Francia, che ha ottenuto la liberazione del cooperante Camilo Castro».
Il gruppo di europarlamentari conclude chiedendo alla presidente del consiglio Giorgia Meloni e al ministro degli Esteri Antonio Tajani di «assumersi le proprie responsabilità e di garantire un’azione immediata per liberare Trentini».
L’auspicio insomma, ribadito sabato scorso anche dalla mamma di Alberto, Armanda Trentini, è che il governo faccia registrare passi avanti concreti nei prossimi giorni dopo lo stallo che da oltre dodici mesi circonda la vicenda di Trentini.
Nel frattempo la comunità del Lido di Venezia, isola natale di Trentini e dove vive tutt’ora la famiglia, è tornata a stringersi nuovamente intorno ai familiari del cooperante umanitario nell’ultimo fine settimana, triste ricorrenza di questi primi dodici mesi di prigionia nel carcere El Rodeo di Caracas.
«Le messe di sabato e domenica sono state dedicata a questa triste ricorrenza», spiega don Renato Mazzuia, parroco della chiesa di Sant’Antonio, dove vivono i genitori di Alberto, «nella preghiera giornaliera continuiamo a sostenere Alberto. La comunità continua ad essere fiduciosa, ci affideremo alla Madonna della Salute nella speranza che questa ricorrenza cittadina possa essere di buon auspicio per la risoluzione di questa drammatica vicenda».
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