Caracas libera il francese Castro in cella insieme al veneto Trentini
La gioia di Macron per il rilascio del maestro di yoga. Era stato arrestato a giugno al confine con la Colombia. Il cooperante Trentini è in cella dal 15 novembre 2024

Finisce dopo cinque mesi l'incubo di Camilo Castro, cittadino francese arrestato in Venezuela nel giugno scorso al confine con la Colombia e rimasto in detenzione senza la formalizzazione di alcuna accusa. Il 41enne insegnante di yoga è stato rilasciato dal regime di Maduro, ha annunciato all'inizio della giornata Emmanuel Macron, in un post su X in cui ha celebrato l'esito positivo di un lavoro diplomatico «silenzioso, ma determinato».
In cella a El Rodeo
Castro si trovava nel carcere duro di El Rodeo, lo stesso in cui da esattamente un anno è rinchiuso il cooperante veneto Alberto Trentini.
Camilo Castro era scomparso il 26 giugno al valico di frontiera di Paraguachon tra Venezuela e Colombia, dove viveva. Secondo la sua famiglia, si era recato lì per rinnovare il visto di residenza colombiano, prima che si perdessero le sue tracce. Le autorità venezuelane sono state lente ad ammettere la sua detenzione e non hanno mai rivelato il motivo del suo arresto.
In questi mesi Parigi ha avviato contatti con Caracas, mediati da Brasile e Messico, fino al positivo epilogo della vicenda.
«Accolgo con favore il gesto delle autorità venezuelane», sono state le parole del ministro degli Esteri francese Jean-Noel Barrot, con la puntualizzazione che Castro è stato vittima di «accuse infondate» e che Caracas non ha posto «condizioni» per il suo rilascio. Nel frattempo il connazionale si è imbarcato su un volo per Orly, dove ha potuto riabbracciare la famiglia, con un commosso «viva la libertà, la fraternità e l'uguaglianza».
Mentre la madre, attivista di Amnesty, ha assicurato che l'impegno per la liberazione di oppositori e stranieri detenuti in Venezuela «non finisce» qui perché «si continuerà a pensare agli altri».
Il caso italiano
La fine della prigionia di Castro è arrivata proprio all'indomani del primo anniversario dell'arresto di Alberto Trentini, il 46enne cooperante veneziano fermato il 15 novembre 2024 senza accuse né spiegazioni.
Una ricorrenza tesa in cui la madre, Armanda Colusso Trentini, durante una conferenza stampa a Milano non ha nascosto la sua frustrazione nei confronti del governo italiano. Nei mesi scorsi era filtrato moderato ottimismo, dopo la prima visita dell'ambasciatore Giovanni de Vito all'operatore umanitario in carcere, il 24 settembre, e poi quando una delegazione del governo di Caracas era venuta a Roma per partecipare alla canonizzazione in Vaticano di due cittadini venezuelani, il 19 ottobre. In quell'occasione, ha ricordato la madre di Trentini, le celebrazioni si erano svolte in un «clima costruttivo e disteso».
La svolta tuttavia non c'è stata e l'opposizione ha ripreso a puntare il dito contro l'esecutivo. «Il caso non può essere derubricato o dimenticato. Chiedo alla premier Meloni e al ministro Tajani di agire con la stessa determinazione e lo stesso metodo mostrato dalla Francia», ha detto Angelo Bonelli di Avs. —
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