Incidenti, sprechi ed errori: la sfortunata storia del ponte di Calatrava a Venezia
Doveva essere un’opera simbolo della modernità, invece il Ponte di Calatrava rimarrà impresso nella mente di veneziani e turisti come un uno scomodo esempio di costi lievitati e una progettazione che ha sollevato un vespaio di polemiche

Inaugurato nel 2008 e progettato dal celebre architetto Santiago Calatrava, il Ponte della Costituzione, noto urbi et orbi come ponte di Calatrava, su carta doveva rappresentare un esempio di modernità e innovazione a Venezia. In realtà, la sua storia è diventata emblematica di sprechi e inefficienze.
I problemi iniziano già dai costi lievitati: dai 6,7 milioni di euro previsti, la spesa è aumentata fino a raggiungere 11,6 milioni. La scelta di materiali come l’acciaio e il vetro, poi si è rivelata foriera di non pochi disagi: i gradini scivolosi hanno causato numerose cadute, con relativi risarcimenti danni.
Anche l’accessibilità è stata una nota dolente, con l’installazione tardiva di un’ovovia che si è dimostrata inefficace e che, dopo anni di polemiche, è stato rimossa a maggio 2020. Infine, i fari della Corte dei Conti sul progetto con la condanna (in Appello) per danno erariale.

A questi problemi si è aggiunta pure una manutenzione continua e costosa: in parte prevista a progetto (con un monitoraggio costante e l’attivazione di martinetti idraulici per mantenere l’arco metallico nel suo assetto ottimale), in parte dovuta all’usura dei materiali.
Quella che doveva essere un’opera simbolo della modernità si è trasformata in un monito sulla gestione delle opere pubbliche.
Il Ponte di Calatrava è entrato a far parte con decisione nel profilo urbano di Venezia: non ci immagina più l’ingresso in città senza la presenza del rosso scheletro metallico, che ha anche cambiato radicalmente le abitudini, con oltre 25 mila persone che lo attraversano ogni giorno.
Ma rimarrà anche impresso nella mente di veneziani e turisti come un uno scomodo esempio di costi lievitati e una progettazione che ha sollevato un vespaio di polemiche.
Ora su quel ponte (e sulle polemiche) è stata messa la pietra tombale: via il vetro, arriva la trachite e, contestualmente, pure un percorso per le carrozzine.
Via libera alla sostituzione dei gradini in vetro del ponte di Calatrava
Il Comune di Venezia ha approvato la sostituzione definitiva dei 284 gradini in vetro del Ponte della Costituzione, progettato dall'architetto Santiago Calatrava.
Le lastre di vetro verranno rimpiazzate con materiali lapidei più adatti al contesto urbano veneziano, come la trachite o la pietra d’Istria. Inoltre, sarà previsto un percorso che agevolerà il passaggio per le persone con disabilità.

L’incarico per il progetto di fattibilità tecnico-economica, la progettazione esecutiva, il coordinamento della sicurezza e la direzione dei lavori è stato affidato allo Studio H&A Associati, con sede a Venezia e Shanghai. Il costo stimato per la progettazione è di circa 100 mila euro, mentre l’intero intervento dovrebbe ammontare a 1,4 milioni di euro. I lavori potrebbero iniziare già dalla primavera del prossimo anno, con una durata prevista tra i quattro e i sei mesi.
Dopo anni di polemiche e interventi di manutenzione dovuti alla scivolosità del vetro, il Comune ha deciso di procedere con questa sostituzione per garantire maggiore sicurezza ai pedoni, specialmente nei mesi più freddi quando i gradini diventano particolarmente pericolosi.
L’idea di sostituire il vetro con gradoni in pietra era già stata avanzata pochi anni dopo l’inaugurazione del 2008 e rilanciata con forza negli ultimi tre anni.
Oltre alla sostituzione dei gradini, si procederà con una manutenzione generale delle parti metalliche e con l’introduzione di gradini agevolati per consentire una migliore accessibilità. Questa misura dovrebbe risolvere anche le problematiche legate all’ovovia per disabili, che non è mai entrata pienamente in funzione e ha generato contenziosi per il Comune.
L’obiettivo dell’intervento è rendere il ponte più sicuro e funzionale, mitigando i costi di manutenzione e i disagi per residenti e turisti.
Dalla realizzazione contestata alla condanna per danno erariale
Il Ponte di Calatrava, è stato realizzato con costi lievitati da 6,7 milioni a 11,6 milioni di euro e con tempi di realizzazione dilatati (2052 giorni rispetto ai 456 previsti). Il progetto è finito sotto la lente della Corte dei Conti. La Procura veneta ha citato in giudizio l’architetto Santiago Calatrava e i responsabili pubblici del progetto con la condanna, arrivata nel 2019.
Assoluzione in primo grado: “Un prototipo”
In primo grado, la sentenza si concluse con l’assoluzione generale. I giudici definirono il Ponte della Costituzione un «prototipo» e uno «status symbol» per Venezia. La complessità e l’ambizione dell’opera furono considerate causa delle problematiche riscontrate. I costi aumentati furono attribuiti a decisioni prese dal Comune di Venezia, scagionando così i progettisti e i responsabili.

Condanna in Appello
La Corte dei Conti d’Appello, nel 2019, ribaltò parzialmente il verdetto di primo grado, condannando Santiago Calatrava al pagamento di 78 mila euro (saliti a circa 90 mila con interessi e rivalutazione). Anche l’ex dirigente dei Lavori Pubblici del Comune, Salvatore Vento, fu condannato a pagare 11 mila euro.
Questa sentenza definitiva giunse a 11 anni dall’inaugurazione del ponte, un’opera tanto apprezzata esteticamente quanto criticata per i costi lievitati e per la necessità di continua manutenzione. Il danno riconosciuto dalla Corte fu molto inferiore ai 3,8 milioni inizialmente contestati dalla Procura. «Chi spreca denaro ne risponde con le proprie tasche», aveva commentato all’epoca il procuratore Paolo Evangelista.
I conci sbagliati e gli errori progettuali
Tra le varie cause di aumento dei costi, la Corte si concentrò sulla quarta variante del progetto, quando fu necessario correggere i conci in acciaio e la dorsale della struttura. Gli errori nei disegni esecutivi portarono a un costo aggiuntivo di 110.389 euro, attribuito a una carenza progettuale dell’architetto Calatrava. I giudici definirono questa negligenza «macroscopica», soprattutto considerando la fama e l’esperienza del progettista nella realizzazione di ponti. La quota di danno imputata a Calatrava fu di 41.815 euro, mentre l’ex dirigente comunale Vento fu ritenuto responsabile per non aver proceduto con i ribassi d’asta per l’acquisto dei materiali.
La manutenzione dei gradini in vetro
Un altro aspetto critico fu la fragilità dei gradini in vetro. Nonostante Calatrava avesse previsto una sostituzione ogni 20 anni, la realtà fu ben diversa. Tra il 2008 e il 2012, il Comune sostituì 8 lastre con una spesa di 36 mila euro e pianificò ulteriori 40 mila euro per altre sostituzioni. La scelta del vetro, pur esaltando l’estetica del ponte, si rivelò poco funzionale e costosa, con una manutenzione straordinaria che diventò la norma.

I gradini risultarono anche scivolosi, causando numerose cadute. Trattamenti antisdrucciolo furono applicati, ma il problema persisteva, aggravato dal passaggio continuo di trolley e bagagli pesanti. Secondo i giudici, la previsione di una sostituzione ventennale era «fiabesca».
Calatrava, tuttavia, fu assolto dall’accusa di aver causato danni economici per le operazioni di monitoraggio e riassetto del ponte, poiché queste erano previste nel manuale di manutenzione.
L’ovovia mai funzionante
Infine, l’ovovia per disabili, non progettata né voluta da Calatrava, si rivelò un altro fallimento: costata 2 milioni di euro, funzionò solo per pochi mesi. La Procura contabile archiviò la pratica, non individuando responsabili pubblici. Il Comune ha programmato lo smontaggio dell’ovovia a partire da settembre.
La rimozione dell’ovovia, inutilizzata per sette anni

Il 22 maggio 2020 è stata rimossa la cabina rossa dell’ovovia del Ponte della Costituzione, meglio noto come Ponte di Calatrava. Inutilizzata per sette anni, la struttura è stata smontata e trasferita in un deposito comunale. Il sindaco Luigi Brugnaro commentò l’intervento definendolo un passo significativo contro lo spreco di risorse pubbliche: «Abbiamo rimosso uno degli emblemi dello spreco in questa città. Mai più opere fini a sé stesse».
Francesca Zaccariotto, allora assessore ai Lavori Pubblici, sottolineò come questa decisione fosse coerente con la «politica di abbattimento delle barriere architettoniche».
L’ovovia, costata 2 milioni di euro, rappresentava una spesa continua per le casse comunali. In alternativa, fu stabilito che il trasporto delle persone con disabilità venisse garantito gratuitamente dai vaporetti Actv.
La rimozione fu resa possibile anche grazie a un pronunciamento della Corte dei Conti, che giudicò la struttura «non necessaria».
L’ovovia era stata inaugurata nel novembre 2013, cinque anni dopo l’apertura del ponte progettato dal celebre architetto spagnolo Santiago Calatrava. Quest’ultimo aveva donato il progetto al Comune nel 1999, definendo l’opera come «il mio ponte più bello». I lavori iniziarono nel 2003, sotto l’amministrazione di Paolo Costa, con il bando gestito dall’allora assessore Marco Corsini. Le difficoltà emerse durante i lavori e le perizie di variante fecero lievitare i costi fino a 16 milioni di euro, ben oltre i 4,5 milioni previsti inizialmente.

Il Ponte della Costituzione, quarto attraversamento sul Canal Grande, fu inaugurato nella notte tra l’11 e il 12 settembre 2008. La cerimonia fu volutamente sobria, e la prevista presenza del presidente Giorgio Napolitano venne annullata all’ultimo momento per evitare ulteriori polemiche.
Nel corso degli anni, il ponte fu oggetto di critiche per numerosi problemi strutturali: gradini in vetro scivolosi, difficoltà di manutenzione e fragilità delle fondamenta. I gradini, spesso causa di incidenti, furono progressivamente sostituiti.
Nonostante le controversie, il ponte cambiò la viabilità tra Piazzale Roma e il sestiere di Cannaregio, influenzando anche il tessuto commerciale della zona. La rimozione dell’ovovia segnò la fine di una delle vicende più discusse legate al progetto di Calatrava, simbolo delle difficoltà e degli sprechi affrontati dalla città di Venezia.
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