Cercano di infiltrarsi negli appalti delle Olimpiadi invernali a Cortina: tre arresti

Il gruppo criminale puntava a gestire il traffico di droga ed i locali della movida ampezzana e progettava di mettere le mani sugli appalti olimpici. Nei guai due fratelli romani appartenenti agli ultras della Lazio. Tra gli episodi contestati il tentativo di estorsione di un assessore comunale ed il pestaggio nel bosco in pieno inverno di un organizzatore di eventi che non voleva piegarsi

La redazione
Leopoldo Cobianchi, finito in carcere
Leopoldo Cobianchi, finito in carcere

La Procura distrettuale antimafia di Venezia e i Carabinieri della Compagnia di Cortina d’Ampezzo hanno smantellato un gruppo criminale che aveva imposto la propria influenza sul traffico di droga e sulla gestione dei locali della movida ampezzana, arrivando fino a progettare un’infiltrazione negli appalti pubblici legati alle Olimpiadi Invernali Milano-Cortina 2026.

L’operazione, denominata “Reset”, è scattata all’alba di mercoledì 8 ottobre a Cortina e a Roma. I militari, supportati dai Nuclei investigativi di Belluno e della Capitale, hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Venezia su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia. Tre misure cautelari disposte, di cui una in carcere per Leopoldo Cobianchi e ai domiciliari per il fratello Alvise. Una terza persona ha l’obbligo di dimora a Roma. Altre quattro persone sono state sottoposte a perquisizione e risultano indagati per concorso negli stessi reati.

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L'indagine dei carabinieri ha portato a smantellare l'organizzazione criminale attiva a Cortina

Fratelli romani legati agli ultras laziali

L’indagine, avviata nel giugno 2024, ha permesso di ricostruire il ruolo di due fratelli romani, già noti alle forze dell’ordine e militanti nella frangia degli “Irriducibili” della S.S. Lazio, con contatti negli ambienti della criminalità capitolina, tra cui quello del capo ultras Fabrizio Piscitelli, detto Diabolik, assassinato in un agguato nel 2019.

I due uomini, da tempo frequentatori della località ampezzana soprattutto durante le vacanze natalizie, avrebbero sfruttato il peso del nome di Piscitelli e la fama del gruppo ultras per imporsi con violenza e minacce, presentandosi come “boss della malavita romana” e vantando un ruolo di potere anche dopo la morte del loro punto di riferimento.

Tre fasi di un disegno mafioso

Secondo gli investigatori, il progetto criminale dei due fratelli e dei loro sodali si sarebbe sviluppato per gradi. In un primo momento avrebbero puntato al controllo dello spaccio di stupefacenti a Cortina, costruendo una rete di pusher e ricorrendo a violenze e pestaggi contro i consumatori insolventi e gli spacciatori esterni al gruppo.

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Successivamente avrebbero esteso il loro interesse ai locali della movida ampezzana, imponendo con la forza l’organizzazione di eventi, la scelta dei deejay, dei pr e dei buttafuori, tutti selezionati attraverso una società di copertura con sede a Roma. L’obiettivo, oltre al profitto economico, era mantenere il controllo dello spaccio anche all’interno dei locali più frequentati.

L’ultima fase del disegno illecito riguardava il tentativo di infiltrarsi negli appalti pubblici e negli eventi privati legati alle Olimpiadi Invernali del 2026. Secondo gli inquirenti, il gruppo avrebbe cercato di avvicinare esponenti politici locali e imprenditori, offrendo sostegno elettorale e presentandosi come operatori economici interessati ai lavori pubblici, con modalità tipiche delle condotte estorsive aggravate dal metodo mafioso, contestate ai sensi dell’articolo 416 bis.1 del codice penale.

Agguati, minacce e pestaggi

Il provvedimento giudiziario ricostruisce numerosi episodi di violenza che delineano con chiarezza il clima di intimidazione imposto dal gruppo. In un caso, un assuntore di droga moroso sarebbe stato sequestrato e rinchiuso nel bagagliaio di un’auto, minacciato di morte e picchiato. In altri episodi, i due fratelli avrebbero aggredito dipendenti di locali pubblici accusati di spaccio non autorizzato e minacciato il titolare di un noto rifugio-discoteca, imponendogli di accettare eventi e personale scelti da loro.

Ancora più grave l’episodio che ha visto vittima un organizzatore di eventi, trascinato in un bosco in pieno inverno, picchiato e minacciato con una pistola perché interrompesse le proprie attività e consegnasse i guadagni al gruppo.

In un altro episodio, gli indagati avrebbero cercato l’estorsione nei confronti dell’assessore comunale di Cortina Stefano Ghezze, proponendo un presunto appoggio elettorale prima delle elezioni amministrative del 2022 e, dopo il voto, pretendendo l’assegnazione di lavori pubblici, accompagnando la richiesta con un messaggio minatorio.

Le indagini e l’appello ai cittadini

L’inchiesta, durata oltre un anno, è stata condotta attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali, telecamere nascoste, pedinamenti e testimonianze. Decisiva, sottolineano gli investigatori, la collaborazione delle vittime e di numerosi testimoni che, pur inizialmente intimoriti dalle minacce, hanno scelto di affidarsi ai Carabinieri e raccontare le intimidazioni subite.

La Procura di Venezia e l’Arma dei Carabinieri hanno ribadito che le indagini proseguono per accertare eventuali ulteriori responsabilità e ramificazioni del sodalizio.

È stato rivolto infine un appello ai cittadini di Cortina d’Ampezzo e a chiunque disponga di informazioni utili a rivolgersi alle forze dell’ordine o alla magistratura, per contribuire a fare piena luce su una vicenda che, dicono gli inquirenti, “ha mostrato come anche i territori più ricchi e turistici possano essere vulnerabili al rischio di infiltrazioni criminali”.

Il plauso della ministra Santanchè

«Il mio sentito ringraziamento e plauso ai Carabinieri per l'operazione "Reset" a Cortina d'Ampezzo. Questa operazione, che ha disarticolato un gruppo criminale attivo in una delle località più apprezzate d'Italia, rappresenta un importante passo nella lotta contro la criminalità e dimostra l'impegno costante delle forze dell'ordine nel garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Il lavoro dell'Arma non solo è garanzia di legalità, ma contribuisce anche a preservare l'immagine di Cortina, anche in vista delle Olimpiadi, come meta sicura e accogliente. Grazie per la vostra dedizione e professionalità nel mantenere l'ordine e la tranquillità». Così la ministra del Turismo Daniela Santanchè.

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