I grandi teatri a fianco della Fenice. I professori d’orchestra sfileranno in corteo
Appuntamento lunedì 10 novembre, hanno già aderito le maestranze della Scala di Milano, del Regio di Torino e del Comunale di Bologna. Appello a tutti i lavoratori della cultura: «La nostra battaglia è contro un metodo sbagliato di imporre le scelte»

Sarà un corteo attraverso la città, con almeno otto tappe dalla stazione di Santa Lucia passando per campo dei Frari, campo Santa Margherita, Rialto, campo San Bortolo, campo Manin e, infine, campo San Fantin dove ha casa la Fenice.
Le maestranze del teatro, questa volta, chiamano a raccolta i loro omologhi dalle fondazioni lirico-sinfoniche di tutta Italia: l’appuntamento è per lunedì 10 novembre, dalle 15, a partire appunto dalla stazione di Santa Lucia. Lo slogan: «Dalla Fenice all’Italia: salviamo la cultura, salviamo il lavoro». L’annuncio è cominciato a girare nella serata di martedì e sono già arrivate le prime adesioni: teatro alla Scala, teatro Regio di Torino, teatro Comunale di Bologna.
La protesta parte dalla richiesta di revoca della nomina di Beatrice Venezi a direttrice musicale della Fenice dall’ottobre 2026. Nomina che è stata ufficializzata a fine settembre e che, da allora, ha portato al muro contro muro tra le maestranze del teatro e la direzione: si è anche aggiunta la richiesta di dimissioni del sovrintendente e direttore artistico Nicola Colabianchi.
Ma il corteo di lunedì amplia lo sguardo a tutte le fondazioni lirico sinfoniche italiane. Infatti, nei vari momenti di “tappa” verso la Fenice, ciascuna potrà prendere parola e portare la propria voce.
«Una protesta che non è e non sarà mai contro la persona, ma contro un metodo: quello di una decisione calata dall’alto, senza confronto, senza trasparenza e senza rispetto per la comunità artistica che dà vita ogni giorno a questo teatro», sottolineano i lavoratori del teatro, insieme alla Rsu e alle organizzazioni sindacali, «La Fenice non è un simbolo solo di Venezia, ma un patrimonio dell’intero Paese».
Da qui, l’invito. «Per questo motivo, rivolgiamo un invito aperto a tutte le Fondazioni lirico-sinfoniche, alle orchestre, ai cori, ai conservatori, alle lavoratrici e ai lavoratori del mondo della cultura e dello spettacolo: unitevi a noi in questa giornata di partecipazione, solidarietà e responsabilità collettiva».
Come la volta scorsa in campo Sant’Angelo, con l’assemblea-concerto in concomitanza con lo sciopero del Wozzeck, ci si aspetta anche il coinvolgimento della cittadinanza e degli abbonati. «Dopo le tante attestazioni di sostegno arrivate da tutta Italia, vogliamo che questa mobilitazione diventi un segnale forte, corale, nazionale», sottolineano sempre i lavoratori del teatro, «perché la cultura non si dirige dall’alto: si costruisce insieme, con ascolto, competenza e dignità. La voce della Fenice continua a levarsi, chiara e limpida».
Ai tavoli romani, infatti, si gioca anche la partita del nuovo codice dello spettacolo, altro tema di discussione. Finora, rispetto alla nomina di Venezi, dal ministero della Cultura non sono arrivati passi indietro, anzi: sia il ministro Alessandro Giuli sia il sottosegretario Gianmarco Mazzi hanno ribadito l’appoggio alla scelta del sovrintendente.
Ancora nei giorni scorsi, è tornato sulla questione il sindaco di Venezia e presidente della Fondazione Teatro La Fenice Luigi Brugnaro. «L’interesse che ho è che il teatro ne esca bene. Come? Non ho la sfera di cristallo», le sue parole, «Ora gli animi sono accesi, il sovrintendente ha fatto bene a vietare la lettura del comunicato (quello in cui viene ribadita la richiesta di revoca della nomina di Venezi, ndr), ormai l’avevano letto sette volte.
Ora si tratta di vedere se riusciamo a ricucire. spero che qualcuno possa riflettere su quello che sarà il futuro del teatro». La mobilitazione non si ferma.
Riproduzione riservata © il Nord Est








