Cosa sta succedendo a San Vito e perché c’è una coltre bianca: «Un boato nella notte, poi la nebbia»

Auto, tetti e strade imbiancati come a Natale per effetto del crollo della Croda Marcora. Il sindaco: «Botti spaventosi, ma razionalizziamo». In arrivo misure di sicurezza per l’Alemagna

Francesco Dal Mas
San Vito di Cadore si è risvegliata sotto una coltre bianca
San Vito di Cadore si è risvegliata sotto una coltre bianca

Un forte boato, alle 3 di notte, e al mattino la popolazione di San Vito si è svegliata con i tetti, le strade e le auto parcheggiate in paese imbiancati come a Natale. Gli automobilisti che prima dell’alba si sono trovati ad attraversare San Vito di Cadore riferiscono che di punto in bianco hanno impattato una nebbia quasi impenetrabile. Che era, appunto, la polvere in libera caduta. «Sembrava quasi di trovarsi in Pianura Padana in inverno con la nebbia fitta», racconta qualche residente. Le rocce marce della cima Marcora hanno continuato a sgretolarsi dalle 17 di sabato, lanciando sinistri tonfi.

Rumori sordi

«Sono le 19, attendiamo l’elicottero della Protezione Civile, messo a disposizione dall’assessore Bottacin, per una ricognizione, ma qui, ai piedi della montagna», ci testimoniava ieri sera il sindaco Franco De Bon, «continuiamo a sentire dei botti da far paura. Li razionalizziamo, perché i massi cadono da un’altezza di 3.000 metri e s’infrangono ai piedi della parete, a quota 1.200. Un bel salto…».

Intanto, però, dall’altra sera una nuvola di polvere ha continuato a incoronare la vetta, tenuta alta dalle correnti d’aria e dalle temperature. Ieri, al tramonto, il geologo Nicola Doglioni ha potuto usufruire dell’elicottero regionale per fare la prima ricognizione de visu.

Crolli dalla Croda Marcora: San Vito imbiancata, ma dalla polvere

Volumi in libera caduta

Aveva calcolato, in occasione del precedente distacco, che erano crollati circa 4.000 metri cubi. E che altri 4.000 erano rimasti sospesi, tra una fessura e l’altra, della vetta. «Non è da escludere che questa volta siano precipitati ben più di 4.000 metri cubi», afferma Massimo Bortoluzzi, consigliere delegato della Provincia, che da giorni si sta dividendo tra la colata di Cancia, la fuoriuscita di gasolio e San Vito. «Forse arriviamo a 10.000 metri cubi. Tutto materiale che si frantuma toccando terra, ma che eventuali precipitazioni, del tenore di quelle di Borca, potrebbero portare a valle, anche se il versante sotto la parete ha una pendenza leggera».

Crollo delle Dolomiti, perché la “croda marcia” continua a sgretolarsi e a riempire la valle di polvere
La redazione
Un'immagine di San Vito di Cadore "imbiancata" dalla polvere

Sicurezza dell'Alemagna

Ed ecco che, come nel caso della statale d’Alemagna a Cancia, anche qui a San Vito si pone il tema di far bypassare l’eventuale colata sotto l’asfalto. Sempre ieri pomeriggio, in una ricognizione, sindaco De Bon e un dirigente di Anas hanno individuato, in località Dogana, una canaletta idraulica dove convogliare lo scarico. Il tema della sicurezza della statale 51 è incombente. In vista delle Olimpiadi, ma ovviamente anche per i residenti. Ieri mattina, all’alba, considerata la “neve”, pardon la polvere in strada, tanti automobilisti hanno rinunciato a uscire.

E in Comune come alla stessa Anas ci si è posti il problema se sospendere la circolazione fino al lavaggio. Era domenica ma – testimonia il sindaco – «in modo encomiabile tutti si sono adoperati per bonificare ogni parte sensibile del paese: ringrazio i Vigili del Fuoco, la Protezione Civile, il personale del Comune, i privati che si sono fatti in quattro».

Anas si è subito messa al lavoro per pulire la strada statale, mentre in modo provvidenziale e solidaristico dal sindaco di Borca, Bortolo Sala è arrivata la disponibilità a concedere in uso la spazzatrice utilizzata in questi giorni nel suo Comune per pulire il materiale detritico lasciato dalla frana di Cancia. Alla fine con questo mezzo si è provveduto a pulire le strade comunali dalla polvere. Importante anche l’intervento dei Vigili del Fuoco che con diverse autobotti hanno lavato l’Alemagna.

«Spazzare va bene», ricorda Fabio Jerman, responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione Comando vigili del fuoco di Belluno, «ma per evitare che si formi una patina pericolosa che si trasforma in qualcosa di scivoloso in caso di pioggia, abbiamo preferito lavare la strada prevenendo problemi».

Alba di lavoro

Già numerosi gli ospiti, guarda caso per la maggior parte stranieri, degli alberghi. «Ringraziamo gli addetti del nostro hotel», ci dice Sabrina C., «che dall’alba hanno lavorato per pulire le pertinenze e lavare le auto degli ospiti. Massima efficienza anche per quanto riguarda strade e piazze». Il disagio, però, è stato notevole. A cominciare dal fatto che numerosi turisti, sorpresi da quel botto notturno, poi non hanno più ripreso sonno.

Magari per il timore che accadesse di peggio. Ieri sono arrivati anche gli ispettori dell’Arpav per tenere sotto controllo le polveri. Per fortuna, a parte quelle scese di notte, durante il giorno le successive si sono tenute in alto. «Sembra quasi che la nuvola si sia incollata alla parete: permanente e immobile», attesta Bortoluzzi, che con il cannocchiale è risalito, metro dopo metro, lungo la perpendicolare del Marcora, riscontrando anche lui che «in alto ci sono ancora tante fessure».

Il sopralluogo

Un sopralluogo da parte degli esperti era previsto a metà pomeriggio, ma l’elicottero dei Vigili del Fuoco, quand’era atteso a minuti a San Vito, ha dovuto deviare per una tragica emergenza sul Piave a Pederobba. «Tuttavia, grazie alla collaborazione della Regione Veneto e dell’assessore Gianpaolo Bottacin, è stato immediatamente messo a disposizione un elicottero antincendio boschivo», informa Bortoluzzi, «che in serata ha operato un sorvolo dell’area, con a bordo il geologo incaricato dalla Provincia».

L’obiettivo del sopralluogo – spiegava il consigliere delegato – è quello di acquisire informazioni aggiornate e dettagliate sulla situazione geologica in atto, «al fine di stabilire con precisione le aree di instabilità e valutare eventuali misure di prevenzione e sicurezza».

Vertice in Prefettura

Per lunedì mattina, infatti, è previsto alle 10:30 un incontro in Prefettura per esaminare gli esiti del sopralluogo e decidere le strategie da adottare nei prossimi giorni. Con una priorità in particolare: come garantire la sicurezza della transitabilità sulla strada olimpica per Cortina. «Tutte le 10 colate che interferiscono con l’Alemagna andranno monitorate», sottolinea Bortoluzzi, «e come nel caso di Cancia non è escluso che vengano installati dei sistemi di allarme che bloccano la Statale sul posto ma anche da Tai. Automaticamente. La proposta sarà portata all’esame del vertice».

Lo scopo quindi del vertice prefettizio è di capire come evitare che il materiale roccioso depositato alle pendici del monte, in caso di pioggia, possa colare fino ai centri abitati.

Si sa che nei giorni scorsi, a Roma, in sede di Protezione Civile ci si è posti qualche interrogativo sull’accesso a Cortina per i Giochi. Dopo quanto è accaduto a Cancia, non si vorrebbe che si ripetesse qualcosa di analogo pochi chilometri più avanti.

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