Le mire delle mafie sulle Olimpiadi a Cortina tra cocaina, movida e appalti

I romani Alvise e Leopoldo Cobianchi incastrati dai carabinieri: volevano monopolizzare locali e lavori olimpici. Una terza persona rappresentava una società coinvolta negli affari. La ministra Santanchè: «Tante grazie all’Arma»

Gigi Sosso
Cocaina, movida e appalti a Cortina: arrestati per estorsione due fratelli. Foto AGF
Cocaina, movida e appalti a Cortina: arrestati per estorsione due fratelli. Foto AGF

Cortina olimpica era ormai casa loro. E volevano comandare su tutto, con i metodi sbrigativi e violenti della malavita romana. Non c’era un settore - dallo spaccio di cocaina, ai locali della movida notturna, alla politica e agli appalti per le Olimpiadi 2026 - che non avrebbero cercato d’inquinare, approfittando di conoscenze criminali di altissimo livello, come il defunto Fabrizio Piscitelli, il “Diabolik” con il quale condividevano passione calcistica e affari nel gruppo ultras Irriducibili della Lazio calcio.

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La foto di uno dei locali coinvolti, lo Chalet Tofane

I fratelli Alvise e Leopoldo Cobianchi sono stati arrestati (domiciliari e carcere) per estorsione aggravata dal metodo mafioso dai carabinieri della Compagnia di Cortina, supportati da quelli dei Nuclei investigativi di Belluno e Roma, sotto il coordinamento della Procura di Venezia, hanno eseguito un’ordinanza di misure cautelari emessa dal giudice per le indagini preliminari di Venezia Alberto Scaramuzza, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia. Un terzo soggetto ha l’obbligo di dimora.

Allo stesso tempo, sono stati eseguiti dei decreti di perquisizione nei confronti di altre quattro persone, che risultano indagate per concorso nello stesso reato.

Amicizie pericolose allo stadio

L’operazione “Reset” è il risultato finale di un’indagine avviata dall’Antimafia nel giugno dello scorso anno, dopo che la Procura della Repubblica di Belluno aveva indagato in materia di sostanze stupefacenti fin dal 2022. Leopoldo e Alvise Cobianchi frequentavano la curva Nord dello stadio Olimpico di Roma, dove il gruppo di riferimento erano, appunto, gli Irriducibili.

L’amicizia e il rapporto con il leader Piscitelli, che d’estate saliva ad Auronzo di Cadore per il ritiro della squadra, sarebbero stati usati come credenziale e avvertimento del proprio spessore criminale. Soprattutto dopo l’omicidio del “Diablo” del 7 agosto 2019 su una panchina del parco degli Acquedotti, nel quartiere Tuscolano.

Ed entrambi avrebbero intrattenuto rapporti con i Boys San dell’Inter, una tifoseria da sempre gemellata con quella laziale, come emerge anche dall’inchiesta milanese “Doppia curva”, che coinvolge pure cugini milanisti.

Dai Parioli a Cortina

Secondo quanto ricostruito dal sostituto procuratore Federica Baccaglini e dal procuratore vicario Stefano Ancilotto, i Cobianchi si spostavano dal loro quartiere della Roma bene sotto le Tofane soprattutto a Natale, quando arrivano sempre i turisti per le settimane bianche. Interessati certo alla neve delle piste da sci, ma in molti casi anche a quella uscita dai laboratori illegali della capitale. Nel corso degli anni, si sarebbero radicati e avrebbero implementato il loro dominio, in prima battuta nello spaccio di coca e in seconda in diversi settori remunerativi.

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I due sarebbero riusciti ad allestire una «strategia delittuosa progressiva», c’è scritto nelle carte, presentandosi come boss della malavita e monopolizzando lo spaccio di droga. Questo allestendo una rete di spacciatori, minacciando e malmenando chi non pagava e anche i pusher al di fuori della cerchia. Una strategia, che pare uscita dalla storia della banda della Magliana.

Gli affari si allargano

Non è che la droga si spacci solo per strada o ai giardinetti. Può interessare anche al popolo della notte ed ecco il tentativo riuscito di penetrare nei locali pubblici della movida, controllandoli direttamente o indirettamente, imponendo con violenza e intimidazioni l’organizzazione di eventi e l’ingaggio di pr, disc jockey e buttafuori, attraverso una società con sede legale nella capitale, il cui amministratore è l’uomo sottoposto all’obbligo di dimora.

L’evento olimpico

Nel prossimo mese di febbraio, scatteranno le Olimpiadi invernali di Milano Cortina, alle quali seguiranno le Paralimpiadi. I Cobianchi avrebbero concentrato la loro attenzione anche sui prossimi eventi sportivi internazionali, cercando d’infiltrarsi negli appalti connessi con i lavori della pista da bob piuttosto che del villaggio olimpico. Nel quadro della strategia progressiva, prima il controllo dello spaccio, poi quello dei locali, infine gli appalti.

La strategia della violenza

Il nome dei Cobianchi è apparso già alcune volte nel ruolo del Tribunale di Belluno. Leopoldo era ad Auronzo il 28 luglio 2018, per partecipare con degli amici laziali a una rissa con gli ultrà della Spal, in via Cella, davanti all’Hostaria, mentre Piscitelli era in piazza Vigo, insieme a Francesco “Franchino” Costantino, impegnato in un altro tafferuglio con i ferraresi.

Ma ci sono diversi altri episodi. Un cliente che non pagava la droga sarebbe stato chiuso nel portabagagli di un’auto e minacciato di morte; i dipendenti di un ristorante e un hotel le avrebbero prese, perché spacciatori non autorizzati; il titolare di un rifugio con ristorante e discoteca sarebbe stato minacciato di morte, perché avrebbe voluto fare di testa sua e un promoter di un altro locale sequestrato in un bosco, picchiato e minacciato con un’arma da fuoco.

Le mani sulla politica

Per non farsi mancare niente, gli indagati avrebbero cercato di inserirsi nel mondo politico ampezzano, in maniera da poter accedere agli appalti dei lavori per le Olimpiadi di Milano Cortina 2026, ma il tentativo non sarebbe riuscito, nonostante il loro modo di fare.

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