Stefania Andreoli al Fake News Festival: «La famiglia Mulino Bianco è pura utopia»

La psicoterapeuta ospite a Udine sabato sera dell’incontro al Teatro Nuovo. «Un buon genitore fa i conti con propria inadeguatezza»

Lucia Aviani
La scrittrice e psicotrapeuta Stefania Andeeoli
La scrittrice e psicotrapeuta Stefania Andeeoli

Catalizzatrice di followers (ne vanta oltre mezzo milione), nota voce di Radio Deejay, volto familiare in tv e preziosa risorsa per la letteratura di settore (tutti best-seller, i suoi libri), la psicoterapeuta Stefania Andreoli è una delle ospiti di punta del Fake News Festival di Udine, cui porterà il proprio contributo sabato sera, alle 21. 15, al Teatro Nuovo. Spiegherà al pubblico come e perché “Abbiamo fatto del nostro peggio”, costruendo un confronto generazionale genitori/figli, più che pertinente nelle dinamiche esplorative di un evento che si ripromette di scandagliare la pervasività del web nelle nostre vite.

Sulla complessità dei rapporti familiari, allargando il raggio da quello tra padre/madre e figlio alla relazione tra fratelli e ai problemi di coppia, la dottoressa aveva del resto già offerto un’anteprima a Cividale, in occasione del “Venerdì delle parole live” proposto nei giorni scorsi al teatro Ristori. Rispondendo, in ordine di ricezione online, alle prime tre delle circa 90 domande avanzate dagli spettatori in sala, l’esperta ha composto una sorta di trittico domestico, facendo capire come il caso personale rappresenti, di fatto, una faccenda collettiva, un’esperienza nella quale chiunque o quasi, per un verso o per l’altro, può riconoscersi. La sintesi, banalizzando, è che la “famiglia Mulino Bianco” , tutta armonia e sorrisi, è pura e semplice utopia. Non esiste, al di là delle eventuali facciate, perché i contrasti (a cominciare dalla versione “sana” del concetto) si annidano congenitamente al suo interno.

A chi, così, ha chiesto se sia possibile essere o diventare una buona madre senza averne avuta una, senza essere cresciuti nell’esempio di un modello positivo, Andreoli ha risposto che «sì, si può», e che già essersi posti l’interrogativo è un ottimo viatico e un pronostico di successo. «Il quesito – ha detto – mi fa immaginare, in nuce, un buon genitore, che non è quello esente da errori (non ce ne sono, e se vogliamo per fortuna), né quello troppo accomodante, concessivo, lassista, circostanza che impedisce al figlio di sviluppare la capacità di mettere in campo il conflitto in famiglia, passaggio obbligato per gli adolescenti. Non è colui che vuole a tutti i costi costruire sul figlio un progetto di vita vincente.

Se si cura troppo si diventa maltrattanti tanto quanto un genitore incurante, incapace di provvedere alla tutela del figlio. Il buon genitore fa strutturalmente i conti con propria inadeguatezza: si pone domande scomode, senza pensare di essere nel giusto solo per questioni anagrafiche. Se chi ha avuto un cattivo genitore ha, a un certo punto, la grazia di constatare l’inopportunità di sua madre o di suo padre, trova una leva per potersi occupare meglio dei propri figli». Quanto, poi, ai contrasti tra fratelli, sono legge naturale: finché si resta entro i limiti, insomma, nessuno spavento.

«La competizione, il conflitto, lo scontro – ha ribadito la psicoterapeuta – sono tutti segnali di interesse. Ci sono fasi della crescita in cui la tendenza, fisiologicamente, si acuisce. Il litigio, di per sé, è un indizio di amore fraterno: si intuisce che mentre uno cresce l’altro resta piccolo, e se ne soffre. I bisticci servono per togliersi un po’di carico di dosso».

E la coppia? Quando arriva il momento di lasciarsi? , la terza domanda risuonata al Ristori. «Forse chi me lo chiede vorrebbe sentirsi dire mai. Io invece penso – ha concluso Andreoli – che vale la pena restare quando, nonostante le difficoltà, si è comunque ancora in due a mostrare le cicatrici, ad avere voglia di fare fatica, di provare ad andare avanti».

Tra gli altri appuntamenti di sabato del festival alle 10, al Museo Etnografico del Friuli, torna il format che fa conoscere le storie dietro i protagonisti con “A tu per tu con… Demetra Bellina”. Alle 14, al Giovanni da Udine un incontro dedicato alle nuove forme di orientamento e selezione del personale: “Ricerca del lavoro 2. 0: CV, LinkedIn e falsi miti”. Alle 16, a Casa Cavazzini, l’attenzione si sposta sulla salute mentale e la sessualità sui social con “Taboo – Perché parlare di salute mentale e sessualità sui social”. 

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