“The Lens of Time”: a Venezia la mostra che celebra 700 anni di occhiali made in Italy

Inaugurata a Venezia la mostra “The Lens of Time”, un viaggio tra storia, arte e innovazione dell’occhiale italiano. Oltre 150 pezzi esposti, ingresso gratuito fino al 30 luglio 

Stefano Vietina

 

«Un manifesto culturale del made in Italy. Secoli di maestria artigianale, di innovazione continua, di quella creatività unica che tutto il mondo ci riconosce». Lorraine Berton, presidente di Anfao, l’associazione nazionale che riunisce i fabbricanti di articoli ottici, presenta così la mostra che si inaugura oggi a Venezia, a palazzo Flangini alle 11.30.

A “The Lens of Time – The History of Eyewear in Italy” protagonista è l’occhiale con i suoi sette secoli di vita. Pezzi unici e originali, oggetti curiosi, tecnologie interattive, installazioni artistiche, immagini storiche e manifesti d’epoca: è questo il ricco patrimonio che accoglie il visitatore lungo il percorso della mostra, con oltre 150 pezzi originali, provenienti da tre collezioni d’eccellenza: quella del Museo dell’Occhiale di Pieve di Cadore, quella dell’ottico veneziano Roberto Vascellari (collezione Famiglia Vascellari), e quella di Lucio Stramare (collezione Arte del Vedere di Lucio Stramare).

L’esposizione, con la curatela della direttrice della Fondazione Museo dell’Occhiale Daniela Zambelli e la storica dell’arte Alessandra Cusinato, è un viaggio attraverso il tempo tra storia e design e sarà visitabile gratuitamente fino al 30 luglio, tutti i giorni, dalle 11 alle 17.

Da dove nasce l’idea di questa mostra?

«Da un desiderio profondo: raccontare la straordinaria storia dell’occhiale italiano, un oggetto che ha attraversato i secoli, evolvendosi insieme alla società, alla tecnologia e al gusto estetico», spiega Lorraine Berton. «È un progetto fortemente voluto da me e dal vice presidente di Anfao, Nicola Belli, che mira a creare uno spazio non solo espositivo, ma anche narrativo ed emozionale».

Perché Anfao vuol fare cultura dell’occhiale?

«Perché qui non si tratta solo di valorizzare un prodotto, ma di raccontare tutto ciò che rappresenta: storia, identità, innovazione, stile. L’occhiale è molto più di un semplice strumento per vedere meglio. È un oggetto che ha attraversato i secoli trasformandosi continuamente, accompagnando i cambiamenti della società, della moda, della scienza. La mostra rende visibile ciò che spesso è dato per scontato: il talento, la ricerca, l’artigianalità e l’innovazione che stanno dietro ogni montatura».

Qual è stato e qual è il ruolo dell’Italia e del Cadore nell’industria mondiale dell’occhialeria?

«Il cuore pulsante di questa eccellenza è da sempre il Cadore. Tra le montagne del Bellunese alla fine dell’Ottocento nasce la prima fabbrica italiana. Da qui si sviluppa un distretto produttivo unico, capace di unire tradizione artigiana, innovazione tecnologica e creatività stilistica».

Dal passato al presente, qual è oggi lo stato di salute del settore?

 

«Rappresenta un pilastro dell’economia italiana, in particolare per il Veneto, dove si concentra circa l’80% della produzione nazionale. A livello complessivo l’industria dell’occhialeria italiana conta oltre 800 aziende, per un valore della produzione che supera i 5,64 miliardi di euro (2024). Di questa produzione, circa il 90% viene esportato. Sono numeri che raccontano un successo ma anche una grande responsabilità: l’intera filiera nazionale, fatta di artigiani, operai, tecnici, designer e specialisti conta oltre 19 mila lavoratori, di cui più di 13 mila nella provincia di Belluno. Tradotto a livello internazionale possiamo dire che il 70% del mercato mondiale dell’occhialeria di fascia medio-alta si concentra nel distretto bellunese. Ma non è solo una questione economica: l’occhiale è anche un dispositivo medico essenziale, che migliora concretamente la qualità della vita delle persone».

Tanto export non crea preoccupazione alla luce dei dazi imposti da Trump?

«Non posso nascondere una forte preoccupazione per il futuro delle nostre imprese. Ci troviamo davanti a un’autentica minaccia, considerando che gli Stati Uniti costituiscono il principale mercato per l’export dell’occhialeria made in Italy. Gli attuali dazi del 10% hanno già creato un enorme danno. Cosa succederà se il presidente Trump porterà avanti il suo folle progetto e i dazi raggiungeranno il 20% come annunciato agli inizi di aprile? È fondamentale trattare e cercare di arrivare a dazi zero». 

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