Bebeto, amarcord in Italia: «Io e Romario? Una sintonia che ci arrivava da dio»

L'attaccante brasiliano è nella storia della Selecao e nel cuore degli italiani. E sulla finale di Usa '94: «Se Baggio avesse segnato, avrei tirato io l'ultimo rigore»

Nicola Cesaro
L'evento a Trento
L'evento a Trento

C'è il rigore alto di Baggio. C'è Pagliuca che bacia il palo dove si è stampato il tiro di Mauro Silva. C'è Baresi mani ai fianchi stremato e sconsolato con la medaglia d'argento al collo. E poi ci sono loro, Romario e Bebeto. Li si pronuncia ancora oggi come fosse un unico sintagma: romarioebebeto.

Nell'album di istantanee di quella maledetta finale a Usa '94, al Rose Bowl di Pasadena, gli italiani tengono controvoglia, ma con grande ammirazione, anche il ricordo della straordinaria coppia di brasiliani. Bebeto, oggi 61enne, in questi giorni è in Italia, ospite del Festival dello Sport di Trento.

L'evento a Trento
L'evento a Trento

"Io e Romario, la nostra sintonia? Veniva da dio. In Brasile preghiamo perché nasca un'altra coppia così", ricorda ancora oggi l'allora numero 7 dei verdeoro, visto anche in Europa con il Deportivo La Coruna. D'altra parte, ricorda lui, "con Bebeto e Romario assieme in campo, il Brasile non ha mai perso una partita". Lo sappiamo bene, purtroppo.

E su quella partita, 3-2 ai rigori, svela l'aneddoto: "Se Baggio avesse segnato quel rigore, l'ultimo sarebbe toccato a me. Ero pronto, mentalmente ero preparato". Averne avuto un altro di rigore sarebbe piaciuto anche a noi italiani, ma la storia è un'altra. "Mi è dispiaciuto tanto per Roby Baggio, calciatore straordinario oltre che grande amico. Ma se uno sbaglia è perché prima si è preso delle responsabilità, e lui non si è mai tirato indietro".

L'evento a Trento
L'evento a Trento

In quel Mondiale la storia si è fatta non solo con o risultati, ma anche con i gesti. "Il gesto della culla? Mio figlio era nato quel giorno, non l'ho visto nascere, ho pregato dio di poter fare un gol per dedicarlo a lui: per me sarebbe stato come averlo in braccio". Gol all'Olanda, esultanza finita nella storia.

Poi la rivelazione sulla finale, questa volta andata male, a Francia '98, tra i padroni di casa e il suo Brasile. "Nessun mistero: Ronaldo aveva avuto delle convulsioni ed è finito in ospedale, poi alla fine i medici hanno dato l'ok per farlo giocare. Il ct Zagallo piangeva nel vedere Ronaldo star male, noi abbiamo pianto di gioia quando abbiamo saputo che avrebbe potuto giocare".

E l'altro retroscena: "Edmundo era il suo sostituto, era sicuro di giocare fino a poco prima. Quando gli è stato preferito Ronaldo, ha perso la testa. Si è tolto la maglia e l'ha gettata via.

Neppure io e Dunga siamo riusciti a calmarlo. Ma lui era davvero una brava persona, in campo era davvero diverso rispetto a come si comportava fuori". La stoccata finale: "La Francia ha meritato, ma noi eravamo più forti".

L'evento a Trento
L'evento a Trento

E poi la lode a Gianni Infantino, presidente Fifa, anche su un aspetto in controtendenza rispetto al parere generale: "Il Mondiale per Club è stato un successo planetario. Il Brasile si è quasi fermato nei giorni delle partite. E le squadre brasiliane hanno fatto capire che non sono così distanti dalle big europee, anzi".

Quando un'altra finale Brasile-Italia? "Beh, prima l'Italia deve qualificarsi. È davvero una pena vedere una nazionale così soffrire: io non so spiegarmelo".

Piccola chicca per gli appassionati delle statistiche: il 9 agosto 1988 Bebeto giocò anche all'Appiani, contro il Calcio Padova. Il suo Flamengo infatti partecipò all'epoca a un torneo internazionale nella città del Santo, venendo fermando dai biancoscudati sull'1-1.

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