Falsi nell’arte, a Padova si svelano i segreti della contraffazione: eccone alcuni

Al Palazzo del Monte di Pietà di Padova, la mostra “Verità Rubate” sfida i visitatori a distinguere tra opere autentiche e falsi: l’idea è nata da un progetto dell’università di Padova 

Elena Livieri
Veri e falsi nell'arte: una mostra per imparare a riconoscerli
Veri e falsi nell'arte: una mostra per imparare a riconoscerli

Il 40 per cento delle opere esposte nei musei sono dei falsi, questo almeno secondo la più pessimistica delle stime. Più realista sembra quella che attesta la percentuale dei falsi fra il 10 e il 15 per cento.

La sostanza non cambia: chi riesce guardando un quadro appeso a una parete o osservando da tutti le angolazioni un vaso contenuto in una teca di vetro a riconoscere se è davvero un dipinto autentico o un reperto archeologico e non un falso? È questo l’interrogativo che ispira la mostra, allestita fino al 31 maggio al Palazzo del Monte di Pietà, “Verità rubate.

L'inaugurazione della mostra a Padova sui falsi nell'arte
L'inaugurazione della mostra a Padova sui falsi nell'arte

L’arte della contraffazione”: un progetto didattico ed espositivo, per essere precisi, ideato da Luca Zamparo, Monica Baggio e Monica Salvadori del Dipartimento dei Beni culturali dell’Università di Padova e realizzato grazie al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo.

Falsi e opere autentiche

Una mostra che sfida le regole e rompe gli schemi, come lo stesso Zamparo ha sottolineato: «Accanto a opere autentiche sono esposti dei falsi, ma non ci sono didascalie a dire quale sia l’uno e quale l’altro: è il visitatore che deve provare a capire. E stiamo riscontrando un grande interesse da parte del pubblico, è un approccio che suscita molta curiosità. Gli studenti dell’Università dei corsi di Archeologia e Tutela dei beni culturali, debitamente formati, accompagnano i visitatori e, se richiesto, illustrano le opere e svelano quali siano quelle autentiche e i falsi: un percorso che si completerà con vere e proprie attività didattiche e visite gratuite sui teni dell’educazione al patrimonio culturale».

Studenti in visita alla mostra sui falsi nell'arte a Padova
Studenti in visita alla mostra sui falsi nell'arte a Padova

Che sia un tema di rilievo quello dei falsi nell’arte lo attestano alcuni dati: nel 2023 il mercato dell’arte valeva 65 miliardi di dollari, tra il 2010 e il 2023 sono stati sequestrati 73 mila falsi che se immessi nel mercato avrebbero causato un danno di oltre 5 miliardi, con 3 mila persone denunciate: «Non si tratta solo di cose e di oggetti» appunta ancora Zamparo, «ma anche di persone, di lavoro, di economia, di legalità e di illegalità».

Un tema su cui l’Università di Padova sta investendo e lavorando da tempo, con progetti mirati a partire dal 2015: «Un percorso scientifico di ricerca avviato allora a seguito del lascito testamentario dell’avvocato Bruno Marchetti» ha riepilogato Salvadori, «che ci ha messo di fronte una mole di materiale inedito e privo di una storia che ne raccontasse origine e provenienza. È stato il punto di partenza del progetto “MemO, La memoria degli oggetti”sostenuto proprio da Fondazione Cariparo con il bando Progetti di Eccellenza».

Inaugurazione della mostra sui falsi nell'arte
Inaugurazione della mostra sui falsi nell'arte

«Un volano per iniziative di didattica innovativa, come il nuovo Laboratorio di autenticazione di materiali archeologici dell’Università, che ha alimentato numerose pubblicazioni scientifiche e promosso diverse collaborazioni con i musei e latre Università come Roma3, Trento e Ca’ Foscari».

La collaborazione

A introdurre la presentazione della mostra il presidente della Fondazione Cariparo Gilberto Muraro e la rettrice dell’Università di Padova Daniela Mapelli. «Sono molto contento degli sviluppi di un progetto che come Fondazione abbiamo sostenuto dal 2017: la ricerca di base, come questa, è fondamentale e fa particolarmente piacere vedere impegnate insieme diverse forze e istituzioni ciascuna con le proprie competenze» il pensiero di Muraro.

«La collaborazione tra Università e Fondazione è davvero importante» il commento della rettrice, «in una fase in cui assistiamo a una deriva che punta tutto sulla ricerca applicata, investire sulla ricerca di base è fondamentale. Condividiamo progetti di altissimo valore che , come quello presentato oggi, vanno oltre la dimensione accademica e toccano ambiti come quello del mercato, della società, della memoria collettiva». 

Orari e biglietti 

La mostra “Verità rubate. L’arte della contraffazione” allestita al palazzo Monte di Pietà di Padova è curata da Luca Zamparo, Monica Baggio e Monica Salvadori del Dipartimento dei Beni culturali dell’Università di Padova.

Inaugurata il 6 febbraio, rimarrà aperta fino al 31 maggio. L’esposizione, a ingresso gratuito, è visitabile dal lunedì al sabato dalle 9.30 alle 12.30, il martedì e giovedì anche dalle 14 alle 18, la seconda e quarta domenica del mese dalle 14 alle 18. Sono esposti reperti archeologici autentici e dei falsi, senza didascalie: spetta al visitatore indagare ciascuna opera. A fare da guide sono gli studenti dei corsi di Archeologia e Tutela dei Beni culturali.

In programma eventi formativi nell’ambito del progetto Cultural Legal Lab promosso dall’Università e sostenuto da Fondazione Cariparo

 

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