Economia del commiato, a Nord est le imprese crescono meno del resto d’Italia

Dal 2019 ad oggi la crescita di attività è del 4,9 % a livello nazionale. Nel Sud e nelle Isole si concentra la maggiore concentrazione 

La redazione
Una casa funeraria a Nord Est
Una casa funeraria a Nord Est

Se le imprese dei servizi funerari rappresentano un comparto economico in crescita in Italia, a Nord Est questa tendenza è valida ma in maniera meno marcata

La crescita a livello nazionale si osserva scartabellando i dati degli ultimi 6 anni: il 30 giugno 2025 si sono contate 7.050 imprese che operano in questo particolare segmento: un dato superiore del 4,9% al 2019, quando se ne contavano 6.720.

Ma la fotografia, si accennava, restituisce un quadro con interessanti variazioni interne.

Suddividendo il Paese in quattro macro aree, il Nord Est è il fanalino di coda, con 965 imprese insediate attualmente nel territorio rispetto alle 954 registrate nel 2019: una crescita che si attesta all’1,2%, dunque meno marcata rispetto al 16%, 13% e 11% registrati rispettivamente da Puglia, Calabria e Sicilia

Il Sud e le Isole si confermano al primo posto, come l’area con la maggiore concentrazione di attività (3.266, pari al 46,3% del totale), seguite al secondo posto dal Nord Ovest (1.508) e al terzo dal Centro (1.311). 

Il Nord Est

Puntando la lente sul Nord Est, emergono differenze sostanziali tra le diverse regioni. Il Friuli Venezia Giulia ha segnato negli ultimi sei anni un tasso di crescita negativo (-3,6%), con il numero di imprese diminuito da 83 (2019) a 80 (2025).

In Veneto le imprese dei servizi funerari sono aumentare di 6 unità, da 433 nel 2019 a 439 nel 2025, segnale positivo che corrisponde a un +1,4%.

In Trentino Alto Adige la situazione è invece rimasta inalterata, con 62 attività sia nel 2019 sia nel 2025 (0%).

In tutte e tre le regioni dal 2019 ad oggi è comunque aumentato il numero di addetti impiegati: in Friuli Venezia Giulia sono 472, 7 in più rispetto al 2029 (+1,5%). In Veneto sono 2087, 80 in più rispetto al 209 (+4%), mentre in Trentino – Alto Adige si registra la percentuale di crescita più significativa: +21,3%, con 205 addetti, 36 in più rispetto al 2019.

 

Variazione degli addetti 

Nel resto d’Italia, la variazione degli addetti, tra il 2019 e il 2025, evidenzia un andamento positivo, con una crescita complessiva dell’11,5% a livello nazionale.

Nel complesso, l’aumento diffuso degli addetti suggerisce una fase di rafforzamento del settore, pur con significative differenze territoriali.

Gli incrementi più rilevanti si registrano in Sicilia (+33,8%), Sardegna (+26,0%), Lazio (+22,8%) e Trentino-Alto Adige (+21,3%), segnalando un’espansione marcata in alcune aree periferiche e insulari.

Alcune regioni hanno visto crescere sensibilmente il numero di operatori: la Puglia con un +16% rispetto al 2019, la Calabria (+13,1%), la Sicilia (+11,2%) e la Campania (+7,9%). In altre zone, invece, la dinamica è stata opposta: le Marche hanno perso l’11,1% delle imprese e la Valle d’Aosta addirittura il 23,1%. 

Al contrario, poche regioni mostrano flessioni, in particolare Liguria (-10,9%), Valle d’Aosta (-5,0%) e Basilicata (-0,6%), indicando contesti locali di ridimensionamento.

 

Cambiamento della forma giuridica

In sei anni le società di capitale sono passate da 2.122 a 2.771 (+30,6%), segno di una progressiva strutturazione e professionalizzazione del comparto. A fare da contraltare c’è la diminuzione delle imprese individuali (da 2.557 a 2.386, -6,7%) e delle società di persone (da 1.723 a 1.590, -7,7%), un ridimensionamento che suggerisce le difficoltà delle realtà più piccole nell’affrontare costi, burocrazia e nuove richieste del mercato.

 

Un settore in continua trasformazione

Il settore si presenta dunque come un mosaico in lento ma progressivo cambiamento: all’aumento del numero complessivo si affianca infatti una trasformazione ancora più apprezzabile nelle forme organizzative e nella geografia interna.

Le imprese dei servizi funerari rappresentano un comparto economico che negli ultimi anni ha cambiato pelle: cresce, si professionalizza e si ridisegna, spinto dall’invecchiamento della popolazione, dalla ricerca di soluzioni più sostenibili come la cremazione e da regole sempre più stringenti.

Se la domanda è sempre legata a un bisogno certo e inevitabile, le modalità con cui le imprese vi rispondono raccontano un comparto che tende a consolidarsi abbandonando le dimensioni più artigianali per assumere fisionomie più strutturate, con maggiore capacità di investimento, più attenzione al marketing e alla diversificazione dei servizi.

Le tendenze che emergono dall’analisi confermano che il settore dei servizi funerari fa parte a pieno titolo della vita economica del Paese. Un comparto che cambia insieme alla società e che merita attenzione non soltanto nel suo ruolo simbolico, ma anche per il peso reale che porta nel tessuto imprenditoriale italiano. 

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