Elezioni regionali, Stefani: «La politica cambi linguaggio. Entro il 2026 il federalismo fiscale»
L’intervista in redazione del mattino di Padova al candidato del centrodestra in Veneto: «La coalizione è compatta, legittimo che ogni partito avanzi le sue proposte e punti al meglio- Sceglieremo insieme gli assessori, in base al risultato elettorale e alle competenze dei singoli»

Alberto Stefani, candidato del centrodestra alla Regione Veneto; e, sulle spalle, il peso dell’eredità di Luca Zaia. È maggiore l’emozione o il senso di responsabilità?
«Ci sono entrambi. Quella di Zaia è un’eredità importante, e io voglio pormi in continuità con la sua amministrazione, affiancato da una squadra che sia all’altezza della storia di questa terra».
Il suo sfidante Giovanni Manildo, 56 anni, si è presentato parlando di giovani. Lei, che di anni ne ha 32, si è presentato parlando di sociale. Sembra che vi siate invertiti le parti...
«Non parlo degli avversari. Quanto alla nostra proposta, non nascondo che è stata molto apprezzata perché fa i conti con la realtà. Nel giro di vent’anni, dal 2023 al 2043, gli over 65 passeranno dal rappresentare il 23% al 34% della popolazione. Senza contare che oltre la metà dei nuclei “over 85” è composta da persone sole. Circostanza che ci impone di parlare sempre più il linguaggio del sociale. E di prenderci cura dei bisogni delle persone, fisici e psicologici. Abbiamo inoltre una responsabilità nei confronti del disagio giovanile. Come pure delle famiglie e dell’infanzia».
C’è chi dice che sono temi di sinistra; che le differenze tra i vostri programmi non sono così marcate...
«Chi si candida a fare il governatore deve ascoltare il territorio. E i temi che il territorio solleva sono quelli che hanno a che fare con la vita di tutti i giorni: il sociale, la sanità, la casa, il lavoro e l’assenza di manodopera. Questioni che non hanno connotazione politica. Lo ribadisco: la prima cosa che farò, se verrò eletto, sarà istituire un assessorato al sociale».
E il resto della giunta? Quella attuale vede soltanto una pedina extra Lega; un equilibrio che verrà stravolto con la prossima amministrazione: è una delle contropartite decise nelle trattative.
«In una coalizione è giusto che ogni movimento avanzi le sue proposte. In fase di trattative, ho chiesto che gli assessori siano decisi in condivisione; quindi nelle scelte terremo conto dei risultati elettorali, ma anche della qualità delle persone che comporranno la giunta».
I rapporti con gli alleati non sono stati sempre facili: FdI ha rivendicato l’amministrazione fino all’ultimo; FI non ha lesinato le contestazioni all’amministrazione Zaia. Teme riverberi su una sua eventuale giunta?
«È normale che ogni partito manifesti le sue ambizioni, e che le anime siano diverse. Ma il centrodestra in Veneto ha una storia forte, fatta di buona amministrazione nei comuni, nelle province e ovviamente in Regione. Lavoreremo uniti in continuità con l’amministrazione Zaia. Con l’orgoglio per i risultati raggiunti e l’ambizione di sviluppare nuovi progetti, che guardino alla società che verrà».
A proposito di Zaia: ha detto che quello del 23 e 24 novembre sarà anche un voto ai 15 anni della sua amministrazione. È così?
«È anche così, sì. Ma è un’esperienza amministrativa che continua, anche perché Zaia sarà capolista della Lega in tutte le province venete. Abbiamo governato questa regione per tanti anni, abbiamo l’ambizione di continuare a farlo ancora».
Il segretario Matteo Salvini sostiene che, alle regionali, la Lega si confermerà il primo partito in Veneto. Un obiettivo raggiungibile?
«Ogni partito farà la sua corsa per arrivare primo ed è normale che il leader di ogni movimento ambisca a posizionarsi al primo posto, nella sfida elettorale. Sicuramente tutti i partiti di centrodestra, Lega compresa, otterranno un buon risultato».
La Lega arriva da un periodo piuttosto turbolento, con vari scontri interni e una polarizzazione sulla figura di Vannacci. Tutto rientrato?
«Noi siamo un partito compatto, territoriale, identitario, che si dedicherà a questa sfida elettorale cercando di fare del suo meglio. La società si evolve costantemente, e lo stesso deve fare la politica: essere flessibile, uscire dagli schemi».
La contropartita del Veneto alla Lega saranno le principali amministrazioni cittadine del Veneto – Venezia, Padova, Verona – e la Lombardia a Fratelli d’Italia, alla volta delle prossime elezioni?
«Sulle città non c’è ancora stato un confronto, così come sulle altre questioni regionali. In ogni caso, si tratta di decisioni che interessano il tavolo nazionale; di conseguenza, saranno i leader a esprimersi, sulla base dei risultati elettorali».
Lei ha detto che non la sentiremo mai parlare male del suo sfidante, Manildo. Crede che la politica abbia bisogno di un rinnovamento del linguaggio?
«Assolutamente sì: per me, una rivoluzione di stile è necessaria. Non credo che in politica debbano esistere per forza gli avversari. Anche per questo non parlerò mai male dei miei competitor e non risponderò mai alle polemiche, che trovo sempre poco produttive. Preferisco confrontarmi sui temi».
Parliamo di temi, allora. Le infrastrutture: il progetto di holding autostradale unica per il Nordest, del quale ha parlato anche di recente con il ministro Salvini, è effettivamente realizzabile?
«Per noi è una priorità, perché ci consentirebbe di avere più investimenti in conto capitale, per lo sviluppo infrastrutturale del territorio. E questo sarà possibile grazie al lavoro fatto dal presidente Zaia e dall’assessore De Berti, e grazie all’emendamento portato in commissione Affari costituzionali nel 2021, e che ha sbloccato questa possibilità. In Veneto ci sono infrastrutture importanti da realizzare; ma c’è soprattutto la necessità di garantire una mobilità sostenibile. Nasce da questa esigenza “Carta Veneto”: la proposta di un biglietto unico intermodale, che solleciti trasporto pubblico e mobilità sostenibile, a tutela dell’ambiente».
Altra proposta è Veneto 100%, da cui emerge la sua anima leghista...
«È un marchio di qualità, per promuovere l’arte artigiana e imprenditoriale del Veneto, ma anche i servizi e il commercio del territorio. Puntiamo sull’identità anche merceologica, e lo facciamo a costo zero».
E l’Autonomia arriverà mai?
«Ricordo che se nei prossimi mesi potranno essere devolute le prime materie, sarà solo grazie alla legge quadro che è stata approvata dall’attuale esecutivo di centrodestra, dopo appena un anno di governo. Mentre nelle prossime settimane saranno firmate le prime intese sulle materie non Lep».
E l’autonomia finanziaria?
«Il federalismo fiscale. È il Pnrr a imporcelo, entro la metà del prossimo anno. Significa che la nostra Regione potrà avere una compartecipazione ai tributi erariali: risorse che rimarranno sul territorio e che serviranno a garantire più servizi ai cittadini».
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