Elezioni regionali in Veneto. Dai moderati alla sinistra, ecco i volti dell’alternativa. Manildo: «Uniti sui temi»
Presentate nuove liste, sono sette in totale: centristi, europeisti e ambientalisti. «Stefani raccoglie eredità pesanti, la destra ha scelto a Roma mentre noi qui». Il sindaco di Padova Giordani: «La sfida è difficile, ma anche a me dicevano che non ce l’avrei fatta. È tutto da vedere»

«È la coalizione più ampia della storia del centrosinistra in Veneto». Giovanni Manildo non nasconde l’orgoglio per essere riuscito a unire anime tanto diverse sotto un unico progetto politico.
L’ex sindaco di Treviso, oggi frontman del campo larghissimo del centrosinistra in vista della competizione elettorale di fine novembre, rivendica il risultato come un punto di svolta: «Il nostro è un laboratorio politico inedito, che va oltre gli schemi nazionali e vuole creare una prospettiva nuova nel campo industriale, del lavoro, dello sviluppo e dei diritti».
Una coalizione eterogenea, che oltre al nucleo originario di Pd, M5s e Avs, si è nel tempo arricchita di altre realtà: “Le civiche venete”, i giovani di “Volt Europa”, la falce e il martello di “Rifondazione Comunista” e, da ieri, l’area centrista rappresentata da “Uniti per Manildo”. Una coabitazione difficile? «Siamo uniti sulle proposte» risponde il candidato governatore «quando parliamo di sanità pubblica come priorità, di ambiente senza negare il cambiamento climatico, di sviluppo economico come leva per un lavoro sicuro e qualificato, siamo tutti d’accordo».

Il programma nasce proprio dall’intreccio di queste sensibilità: «Il mio sforzo è stato quello di costruire una sintesi concreta, nutrendomi degli angoli di visuale di ogni componente». E sul candidato del centrodestra, Alberto Stefani: «La politica per me non è contrapposizione di slogan» mette in chiaro Manildo, poi affonda il colpo: «Noi siamo un foglio bianco, Stefani è in continuità con una gestione che non è stata regista nel sociale, che ha disperso risorse per la Pedemontana, insomma ha delle eredità che peseranno».
A sostegno di Manildo un’ampia galassia di amministratori, civici, giovani e anche esponenti politici di lungo corso. Ecco le ultime novità.
Avs
Nelle file di Avs (Alleanza Verdi e Sinistra) spiccano i nomi degli uscenti Andrea Zanoni (Treviso) e Renzo Masolo (Vicenza), di Carlo Cunegato (Vicenza) e Dina Merlo (Rovigo). Oltre alla consigliera uscente del Veneto che vogliamo, Elena Ostanel che ieri ha presentato la lista provinciale di Padova, ricordando: «La forza di questa lista sta nel rappresentare due elementi che, nella buona politica, non dovrebbero mai mancare: una presenza radicata nei territori, animata da un grande attivismo civico e sociale, che si esprime nella rete de Il Veneto che Vogliamo e nei tanti profili presentati e una visione politica chiara e coerente su temi fondamentali come la sanità pubblica, la pace, l’ambiente, la giustizia sociale e i giovani».
In campo, a Padova: Marco Sangati, già consigliere comunale; il medico anestesista Maria Elena Martinez; la pensionata Lucia Basso con alle spalle 50 anni di attivismo e impegno nella Cgil. Ancora: Gianmaria Gioga, ex dirigente Usl; Elisabetta Cedretti, docente di inglese; il professore universitario Davide Pettenella; Francesca Citran di Coalizione civica per Cadoneghe; e Alessandro Turetta, coordinatore dell’Unione giovani di Sinistra.
Uniti per Manildo presidente
Spostandoci verso il centro, è stata presentata sempre sabato 11 ottobre in centro a Padova la formazione moderata Uniti per Manildo che riunisce la Casa Riformista di Matteo Renzi (sostanzialmente Italia Viva), l’area liberal-democratica ispirata all’Alde (il Partito dell’Alleanza dei Liberali e dei Democratici per l’Europa, di cui fanno parte Azione e +Europa) e i socialisti di Avanti.
«Manildo interpreta i valori autentici di questa coalizione, che nasce in Veneto, e non a Roma come quella degli avversari» pungola la senatrice Daniela Sbrollini (Iv). Riccardo Magi, segretario nazionale di +Europa, sottolinea il valore politico dell’intesa: «Essere riusciti a riunire tutte le forze riformatrici è un fatto politico di cui siamo orgogliosi. La coalizione ora è completa e rappresenta una vera alternativa a una destra sempre più chiusa verso l’Europa». Per Azione, Niccolò Rocco rilancia: «Pensiamo al futuro, non al consenso immediato. Il Veneto deve tornare a essere la locomotiva d’Italia». Sulla stessa linea Pietro Lotto (Psi): «Sanità, industria, formazione: sono queste le priorità per cambiare volto al Veneto».
A incoraggiare la corsa di Manildo è arrivato anche il sindaco di Padova, Sergio Giordani: «La sfida è difficile, ma anche a me dicevano che avrei perso. È tutto da vedere».
Le liste sono in via di definizione. A Padova corrono Silvia Fattore, imprenditrice ex sindaco Villanova di Camposampiero, Innocente Stefano Marangon, già sindaco di Vigonza, e Antonino Pipitone, medico e ex consigliere regionale. Era stata corteggiata l’assessora Margherita Cera – «ha la massima libertà» assicura Giordani – ma ha deciso di non mollare il lavoro nella città del Santo. A Treviso ci sarà Rocco, attualmente consigliere comunale del capoluogo. Per Venezia spiccano Michele Bugliesi, ex rettore di Ca’ Foscari, e l’ex deputata Sara Moretto. A Vicenza l’ex sindaco di Montecchio Maggiore Maurizio Scalabrin, mentre a Verona l’avvocato Sergio Tonni, primo tra gli eletti nella civica di Damiano Tommasi.
Volt Europa
Poi ci sono i giovani europeisti di Volt Europa. Anche loro hanno presentato sabato 11 ottobre le liste a Mestre, insieme a Manildo. Ambiente, giovani, sanità, scuola, inclusione e diritti civili sono i temi al centro del programma. Tutto in una prospettiva europea.
In campo il coordinatore regionale Geremia Antonini, Margherita Rigoli, e il padovano Edoardo Sinigaglia, figlio di Claudio, che della città è stato vicesindaco.
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