La rinascita di Arsia: un percorso tutto sotterraneo per rivivere la storia della miniera
Sarà aperto al pubblico il 17 luglio un tratto di un chilometro e mezzo. Il progetto turistico-culturale in partenza dopo sei anni di lavoro

Dopo sei anni di lavoro sta per essere aperta ai visitatori quella che qualcuno ha già definita una delle maggiori attrazioni sotterranee in Croazia: la galleria lunga un chilometro e mezzo all'interno dell'ex miniera carbonifera Carlotta ad Arsia, rimasta in attività dal 1928 al 1966. È stata così portata a termine la prima tappa dell'ambizioso progetto pensato per trasformare quello che fu luogo di dura fatica e poi di lutti in un punto di attrazione capace di valorizzare in chiave di turismo culturale la storia della località istriana.

La galleria che aprirà le porte ai visitatori il 17 luglio «nella sua nuova veste - ha spiegato in sede di presentazione il direttore dell'ente turistico comunale Jasmin Mahmutović - fa parte di un progetto di più ampio respiro denominato Kova Experience, dove kova, nella tipica parlata locale, sta per miniera, inteso a valorizzare l'intero patrimonio minerario sul territorio». I visitatori che entreranno nella galleria così «avranno l'opportunità di verificare sul posto come era lavorare per otto ore di fila nel ventre della terra». Come ha spiegato la sindaca Glorija Paliska, promotrice del progetto, i lavori sono venuti a costare 870.000 euro, attinti dal bilancio comunale. «La galleria di Carlotta - ha commentato - è il risultato di un vero e proprio lavoro di squadra al quale hanno contribuito anche diversi collaboratori esterni. Il percorso è stato pulito, le pareti consolidate, sono stati installati l'illuminazione e sensori per la sicurezza dei visitatori». Il tutto a valle di un iter burocratico-amministrativo che è stato molto impegnativo, a partire «dall'assegnazione al nostro Comune dell'immobile e del terreno, all'epoca di proprietà statale», ha ricordato Paliska. Del percorso fa parte anche la ciminiera dell'ex centrale termica rimasta in stato di abbandono e di degrado per molti anni tanto che a un certo punto si era pensato di abbatterla: è stata infine ricostruita e oggi anche illuminata.

Il progetto si aggiunge al mini museo che già prima dell’avvio dei lavori ad Arsia era stato inaugurato, suddiviso in due settori: il primo consiste in pratica nella simulazione di un pozzo carbonifero; il secondo propone la rappresentazione di una tipica abitazione dei minatori di Arsia.
Parlando di abitazioni, ricordiamo che la cittadina, situata a lato della vecchia strada statale Pola – Fiume, venne costruita proprio per le esigenze della miniera nel 1937, dunque in pieno regime fascista, su progetto dell'architetto triestino Gustavo Pulitzer Finali, il professionista che firmò anche il progetto della cittadina di Carbonia in Sardegna, sorta in epoca e circostanze simili e oggi gemellata con la cugina istriana.
Il nome di Arsia è legato a quella che resta a oggi la più grave tragedia mineraria avvenuta su suolo italiano: era il 28 febbraio 1940 quando, in seguito a uno scoppio nelle gallerie, persero la vita 185 minatori. La tragedia venne attribuita all’epoca all'ordine impartito da Mussolini di incrementare notevolmente l'estrazione del carbone. Dallo scorso anno, le vittime vengono ricordate nell'anniversario della sciagura da 185 rintocchi della campana collocata nella piazza centrale della località. Il manufatto, del peso di tre quintali e di un’altezza di 70 centimetri, è stato realizzato nella Fonderia Pontificia di Agnone in provincia di Isernia e rappresenta la donazione fatta ad Arsia da Michele Maddalena, di Formia, che da anni si cura della vicenda storica.
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