Bufera sul pugile Stipe Drviš: afferma di aver mangiato datteri, ma in Croazia sono vietati
Il campione ha postato un video in cui ammette la scorpacciata e finisce nel mirino insieme al ristorante

/ spalato
Social e datteri di mare, un binomio che non va proprio d’accordo, anzi. Uno dei pugili più noti in Croazia, il dalmata Stipe Drviš, campione olimpionico nazionale ed europeo, si è vantatao di aver consumato questo proibitissimo frutto di mare, postando un filmato su Facebook e spiegando che i “datoli “mangiati non provengono da Neum, ma sono comunque buoni.
In Croazia e in buona parte dell’ex Jugoslavia la pesca, la commercializzazione e il consumo dei datteri sono consentiti unicamente a Neum, l’unico sbocco in Adriatico della Bosnia Erzegovina, mentre lungo le coste di Istria, Quarnero e Dalmazia sono assolutamente proibiti, pena multe salate, con il rischio di finire in carcere.
Drviš in modo incauto ha voluto far sapere di avere pasteggiato a datteri, mangiando in un ristorante della natia Macarsca, a Sud di Spalato. Ha avuto almeno il buon senso di non citare il nome del ristorante, ma non ha potuto evitare di finire nel mirino della polizia, come confermato dal portavoce della Questura di Spalato. «Nel caso di Drviš, abbiamo inviato le indagini, basandoci su quanto visto nel filmato», è stato comunicato ai giornalisti, vicenda emersa dopo che ne ha scritto il portale Morski.hr. Dopo la pubblicazione dell’articolo, il pugile ha cancellato il video, ma ormai era troppo tardi.
Non è un segreto che diversi ristoranti della costa e anche delle regioni della Croazia, specie a Zagabria, offrano l’eccelso mollusco, vietato fin dal 1995. Nonostante i problemi con la legge, c’è sempre chi li pesca di frodo, attratto da lauti guadagni. Se si viene colti in flagrante, si rischia una pena pecuniaria dai 670 ai 2 mila euro. I proprietari di aziende artigiane possono venire puniti con ammende che vanno da 1. 350 a 20 mila euro, mentre per le imprese gli importi da pagare sono quelli più elevati: tra i 1. 350 e i 40 mila euro. Ci sono anche le pene detentive per i casi più gravi: si può finire in carcere da un minimo di 6 mesi ad un massimo di 5 anni.
Molto più rigorose le condanne per i gruppi organizzati: da 1 anno a 8 anni. Per Stipe Drviš potrebbe arrivare una multa da capogiro, mentre è certo che il proprietario del ristorante che ha offerto i datteri sottobanco sta tremando nel timore che salti fuori il nome del suo locale. In Croazia, negli esercizi che illegalmente offrono questi molluschi, vige una regola non scritta per chiedere il frutto proibito: «Avete i cevapcici in busara?». Se la risposta è positiva, si arrivano a pagare più di 200 euro per un chilo. —
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