Wine Spectator incorona il Pinot grigio 2017 di Jermann

UDINE. Il Friuli della viticoltura di eccellenza si ritaglia un posto al sole di assoluto rilievo mondiale. Il Pinot grigio 2017 di Jermann, infatti, è stato inserito (posizione numero 74) nella classifica Top 100 dei migliori vini del mondo di Wine Spectator. La rivista americana, tra le più autorevoli e prestigiose del settore, è tanto influente da anticipare quali saranno le tendenze internazionali per la viticoltura. Il Pinot grigio di Silvio Jermann, notissimo vignaiolo del Collio, è l’unica bottiglia friulana nella Top 100, che è stata svelata ieri sera, così come la varietà di uva. I critici americani hanno assegnato 91 punti al Pinot grigio 2017, che negli Stati Uniti è in vendita a 30 dollari.

Il riconoscimento 2020 è solo l’ultima perla di una lunga serie per la viticoltura regionale. Prima di Jermann, a entrare nella Top 100 di Wine Spectator, correva l’anno 2018, era stato Radikon di Oslavia con il suo uvaggio bianco Slatnik del 2015. Scorrendo le classifiche degli anni precedenti, nel 2015 troviamo (83esimo) il Pinot grigio Colli Orientali di Torre Rosazza e nel 2010 il Pinot grigio Attems (51esimo). Nel 2009 al 79esimo posto ci fu lustro per il Pinot grigio di Livio Felluga, mentre il 2008 resta un anno impareggiabile, con la 45esima posizione del Vintage Tunina 2006 di Jermann e la 70esima del Pinot grigio del Collio di Attems. Questo 2020 è stato comunque un anno ricco di soddisfazioni, almeno per quanto riguarda i premi, per i vini friulani, visto che poche settimane fa, un’altra importante rivista Usa, Wine Enthusiast, aveva incoronato il Sauvignon 2016 di Russiz Superiore.

Tornando all’ultima “lista” di Wine Spectator, l’Italia si conferma al Top con 18 vini tra i primi 100 al mondo. Tra le chicche, l’eccellenza dell’annata 2015 del Brunello di Montalcino (con 2 etichette premiate) e della 2016 del Barolo, la qualità sempre più diffusa del Chianti Classico (come nel 2019 il territorio più premiato, con 3 etichette), la grandezza della Toscana (con Brunello e Chianti Classico anche il Nobile di Montepulciano e non solo) e del Piemonte (dalla Barbera d’Asti al Barbaresco, passando per il Gattinara), la capacità del vino italiano di esprimere qualità in ogni dove, dalle Dolomiti del Trentino alla Puglia, dal Friuli al Soave, fino alla Basilicata. Pochissimi, come sempre, i vini bianchi che entrano nella graduatoria. Il bianco in assoluto più in alto è, alla 32esima posizione, il Manzoni Vigneti delle Dolomiti Fontanasanta 2018 di Foradori, in Trentino, mentre al 70esimo posto c’è il Soave classico Monte Carbonare 2017 di Suavia. Al 74esimo posto Jermann con il suo Pinot grigio e al 96esimo posto il Sauvignon Blanc Vigneti delle Dolomiti Vette 2018.

Naturalmente tutti sperano che il momento difficile, per le vendite, possa terminare presto, non appena tutto il mondo uscirà dalla crisi dovuta alla pandemia. Intanto i grandi brand friulani possono cullare legittimi sogni di riscatto grazie ai tanti premi al loro splendido lavoro, in vigna e in cantina. —

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