Web marketing analytics, la vicentina Tag Manager Italia vince la superweek annuale di Budapest
Nell’elite mondiale del web marketing c’è una società veneta. Tag Manager Italia, brand dell’agenzia digitale vicentina In Risalto srl specializzata in web e digital analytics, si è infatti aggiudicata il primo posto al Golden Punchcard Prize, la competizione internazionale che ogni anno premia la migliore soluzione o case history nel settore

Nell’elite mondiale del web marketing c’è una società veneta. Tag Manager Italia, brand dell’agenzia digitale vicentina In Risalto srl specializzata in web e digital analytics, si è infatti aggiudicata il primo posto al Golden Punchcard Prize, la competizione internazionale che ogni anno premia la migliore soluzione o case history nel settore.
Tag Manager Italia ha vinto a inizio febbraio l’edizione 2022, prima realtà italiana a riuscirci, grazie alla suite di web analytics “Tag Chef” presentata durante la conferenza SuperWeek di Budapest, l’appuntamento annuale clou per gli esperti internazionali di digital analytics.
Fondatore di Tag Manager Italia e amministratore di In Risalto è Matteo Zambon, primo beta tester italiano di Google Tag Manager, lo strumento di Google utilizzatissimo da chi lavora nel settore dell’analisi dei dati sul traffico web per finalità di marketing. Un settore in grande cambiamento, a partire dall’annunciata rivoluzione della fine dell’era dell’utilizzo dei cookies di terze parti per il tracciamento delle attività on line degli utenti.
Matteo Zambon, partiamo dalla vostra soluzione premiata a Budapest. In sintesi, cos’è “Tag Chef”?
«È una suite di lavoro che aiuta a migliorare la routine quotidiana dei web analyst, consentendo di lavorare più velocemente, evitare errori e ottenere un vantaggio competitivo grazie ad analisi dettagliate delle strategie di digital analytics della concorrenza. Queste caratteristiche di “Tag Chef” sono state le più apprezzate dal pubblico della Superweek».

Come sta cambiando la web analytics?
«Il mondo della digital analytics e del tracking è in continuo mutamento. Le recenti novità e i trend che stiamo affrontando (le normative GDPR, le limitazioni in materia di privacy introdotte da iOS14-15 e Android, la progressiva eliminazione dei cookies, il tracking Server-Side, etc.) stanno trasformando profondamente questo settore. Ma non è un settore in crisi. Al contrario!»
Una bella sfida per gli operatori.
«Noi addetti ai lavori dobbiamo creare soluzioni tecnologiche inedite e adeguate ai rivoluzionari cambiamenti in atto. Solo in questo modo potremo contribuire a costruire il futuro della digital analytics in maniera attiva, come dei protagonisti, e non a subirlo passivamente come degli spettatori».
In parole semplici, cosa sta cambiando?
«Da tempo Tag Manager Italia sta facendo divulgazione sulla transizione a uno scenario di tracciamento senza cookie e basato su tecnologie server-side. I temi trattati alla Superweek 2022 hanno confermato questo trend di transizione, che si intreccia con la necessità di ottemperare alle normative in materia GDPR, che sono in continuo aggiornamento. M su quest'ultimo punto è importante notare che la quasi totalità dei siti che analizziamo nel nostro lavoro di consulenza non sono a norma GDPR e rischiano quindi di essere sanzionati dal Garante. Eppure la corretta gestione della Privacy degli utenti e del consenso al trattamento dei cookies è fondamentale per continuare a tracciare dati utili e accurati ai fini del successo delle strategie di digital marketing. Per questa ragione diventa necessario dare priorità ad azioni che rendano i progetti di digital analytics conformi alle regolamentazioni GDPR».

E il tracciamento Server-Side?
«È in arrivo un’era del tracciamento dati che abbandonerà gradualmente l’uso dei cookies (ossia di quei piccoli frammenti di dati sugli utenti che vengono memorizzati dal browser durante la navigazione), in favore di nuove tecnologie Server-Side (ossia tracciamento implementato sul server e non sul browser)».
Per luglio 2023 si attende il passaggio a Google Analytics 4.
«È sempre più vicina la data in cui il tradizionale software di tracciamento Google Universal Analytics (GA) verrà sostituito completamente dalla nuova versione Google Analytics 4 (GA4), completamente rivoluzionaria. In questo contesto, è una mossa vincente iniziare prima possibile a utilizzare la nuova versione per tutti i propri progetti di digital marketing».
Quanti utenti saranno impattati dal cambio da GA a GA4?
«Il cambio riguarda tutti i siti su cui è installato il Google Analytics "tradizionale", quindi siamo nell'ordine dei milioni di utenti. Le stime ufficiali di Google sull'utilizzo di Google Analytics non sono aggiornate da oltre 10 anni, ma si calcola che ci siano circa 30-50 milioni di siti nel mondo che usano Google Analytics. Volendo fare una stima empirica basata sui siti che analizzo per lavoro, direi che in Italia almeno 90 siti su 100 hanno installato Google Analytics, con una percentuale ancora più alta sui siti che si occupano di e-commerce e lead generation».
Una domanda d’obbligo legata alla triste attualità internazionale di queste settimane della guerra in Ucraina, che è terra di programmatori e sviluppatori digitali. C’è un impatto sulle vostre collaborazioni?
«Abbiamo dei validissimi partner tecnici in Ucraina con i quali siamo tuttora in contatto e con cui collaboriamo fattivamente. Siamo preoccupati per la loro incolumità, ma sono tuttora operativi e stanno facendo il possibile per mantenere la continuità dei loro servizi. Fortunatamente, molti di loro possono lavorare anche da remoto, e i server che mantengono operativi i loro servizi non hanno sede in Ucraina. Ma al di là dei dettagli tecnici, la dedizione e il coraggio dei nostri colleghi ucraini sono encomiabili. In aggiunta, siamo in contatto con diversi esperti internazionali di digital analytics di origine ucraina che vivono all'estero, che sono comprensibilmente angosciati e scioccati per la sorte delle loro famiglie e del loro Paese. Li sentiamo privatamente esprimendo loro tutta la nostra vicinanza e solidarietà».
Si parla di una possibile disconnessione della Russia da internet. È fattibile e che impatto avrebbe sul settore del web marketing in Italia e in Europa?
«L’ipotesi che la Russia si disconnetta da internet non è una novità, risale al 2014. Fortunatamente, internet non ha un'autorità nazionale centralizzata che la tenga in piedi: è stata pensata per essere una rete globale. Anche se ci sono dei fornitori russi di servizi di web marketing, si tratta in buona parte di servizi non essenziali, o comunque rimpiazzabili con altri servizi non russi. Quindi, dal punto di vista del web marketing non ci sono particolari problemi per le aziende italiane, con l'eccezione delle aziende che commerciano con la Russia, le quali stanno subendo delle gravi conseguenze a cause delle sanzioni imposte dall’Unione Europea».
Solo problemi di accesso per analisi dati su web russo per finalità di marketing in quel mercato? O anche ricadute su operatività tecnici russi del settore (analisi dati web, sviluppatori software, etc.) che lavorano dalla Russia per operatori italiani ed europei?
«Nel momento in cui internet viene disconnessa in Russia, tutte le attività basate su internet che hanno a che fare con il mercato russo ne sono impattate. Penso ad esempio a Yandex Metrica, suite di web analytics conosciuta ed utilizzata anche in Italia. È altamente probabile che ci sia un impatto anche sugli sviluppatori, che potrebbero trovarsi costretti a cercare dei sistemi per aggirare i blocchi imposti dalla Russia, sempre che sia possibile (o conveniente) farlo. A questo va aggiunto il boicottaggio volontario nei confronti dei servizi software russi, che diversi esperti del settore stanno praticando e promuovendo. Infine, non dobbiamo dimenticare che tra le varie aziende che stanno limitando o escludendo il mercato russo (tra cui Apple, Nike, Adidas, Disney, Mercedes, Ikea, etc.) ci sono anche dei big player nel campo dei software per il digital marketing (Adobe, LinkedIn) e della tecnologia (Oracle, Dell, Hp, Lenovo, etc.)».
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