Veronesi rafforza il presidio della filiera la leva è la continuità degli investimenti
L’amministratore delegato del gruppo Luigi Fasoli: «Innovazione e tecnologie di pari passo con la tradizione alimentare italiana»

VERONA. Nell’ultima classifica di Brand Finance ha fatto per la prima volta capolino tra i marchi più prestigiosi d’Italia, con un valore stimato di 1,1 miliardi di euro. Un riconoscimento importante per il gruppo Veronesi, che è la quarta realtà alimentare italiana per dimensioni, con un portafoglio prodotti fatto di nomi noti al grande pubblico come Aia (carni, prodotti trasformati e uova), Negroni (salumi), Bon Roll, Wudy, Aequilibrium, Montorsi e Fini Salumi, oltre a contare sulla divisione Veronesi, che si occupa di mangimifici e ha la leadership nazionale in questo settore settore.

Una rete costruita per tappe, con i flussi di cassa prodotti dal business costantemente reinvestiti per l’innovazione e la crescita del perimetro d’azione. Il 2018 si è chiuso con ricavi per 2,97 miliardi di euro, in linea con il 2017, con il business alimentare cresciuto del 3,5%. Conferma anche per l’export, al 16% del fatturato, mentre l’Ebitda (che è un indicatore della profittabilità aziendale, in quanto segnala la sua capacità di generare reddito basandosi esclusivamente sulla gestione operativa) è sceso a 157 milioni dai 164 milioni dell’anno precedente. «Le linee strategiche focalizzate soprattutto su politica di marca, attenzione ai nuovi stili di consumo, innovazione, ricerca, competitività ed export si sono dimostrate efficaci per il consolidamento del fatturato e per la redditività, in un anno molto complesso come il 2018», è il commento dell’ad Luigi Fasoli. «Continueremo a investire anche nel 2019 con l'obiettivo di continuare a crescere in modo sostenibile ed organico per creare valore nel tempo».
Una realtà che occupa più di 8mila dipendenti distribuiti in 23 siti produttivi, a costituire il primo gruppo italiano con filiera completa e integrata che parte dalla produzione dei mangimi sino alla trasformazione e distribuzione delle carni e dei salumi della tradizione gastronomica italiana. E proprio i dipendenti costituiscono un asset cruciale del gruppo con headquarter a Quinto di Valpantena, tanto che nei mesi scorsi è stata disposta l’assegnazione di un premio di produttività da 8mila euro a persona nell’arco di quattro anni. Anziché percepire questa somma al lordo in busta paga, il gruppo ha messo a punto il piano “Veroneasy life” che consente di convertire il valore in misure di welfare aziendale (dall’assistenza all’assistenza sociale, dall’istruzione alla previdenza complementare, ai voucher per acquisti e buoni benzina, fino alla ricreazione e allo sport), con il vantaggio di poter contare sulla defiscalizzazione prevista per queste misure. Un’iniziativa che appare dettata da un duplice obiettivo: fidelizzare i collaboratori per mantenere elevata la competitività a fronte della crescente concorrenza sul lato della domanda e al tempo stesso consolidare il profilo di azienda familiare nella quale i rapporti umani hanno ancora un valore rilevante.
Del resto la natura del gruppo non è stata stravolta, sebbene ne sia passata di acqua sotto i ponti dal 1958, anno in cui è nato su iniziativa di Apollinare Veronesi, proveniente da una famiglia di Lugo di Grezzana dedita all’arte molitoria da cinque secoli, il quale in pieno boom economico per la Penisola si fa coraggio e fa il grande salto verso la produzione su base industriale, accompagnandone l’espansione nei primi decenni di vita. Nel 1975 vi è uno step importante di crescita, con l’ingresso nel comparto delle carni suine attraverso l’acquisizione di una serie di allevamenti e negli anni successivi si aggiungono un macello e diversi salumifici, oltre Montorsi, una delle realtà più solide nel campo dei salumi.
Nel 2017 avviene il passaggio di testimone dalla seconda alla terza generazione, con Mario Veronesi a ricoprire il ruolo di presidente. «I risultati di questi anni sono stati raggiunti grazie a una strategia che mette insieme tradizione, competenze delle nostre persone, innovazione e investimenti nelle migliori tecnologie oggi disponibili», racconta Fasoli. Per poi aggiungere che saranno tre le direttrici di sviluppo: l’innovazione nei segmenti di riferimento, con l’obiettivo di mantenersi competitiva alla luce di una concorrenza crescente; la valorizzazione del patrimonio alimentare italiano; i continui investimenti nei poli produttivi italiani per assicurare efficienza e competitività.
A quest’ultimo proposito, Veronesi dal 2015 in avanti ha effettuato investimenti per circa 100 milioni di euro all’anno, realizzando tra gli altri efficientamenti energetici nella lavorazione delle uova, in particolare nei processi di sgusciatura e di pastorizzazione, e implementando un sistema di controllo della centrale frigorifera di San Martino Buon Albergo che ottimizza il consumo in funzione della temperatura esterna. Il tema della sostenibilità ha infine portato a realizzare quattro impianti per la produzione di biogas (con una potenzialità produttiva di 23 GWh annui, corrispondenti al 6% del fabbisogno energetico complessivo del gruppo) e tre impianti fotovoltaici nel perimetro degli stabilimenti produttivi. —
Argomenti:nordest economia
Riproduzione riservata © il Nord Est
Leggi anche
Video