Un terzo della moda europea parla italiano

Lo studio di Mediobanca, in Europa domina Lvmh, Luxottica al settimo posto, Calzedonia è ventesima, Safilo, Geox-Diadora e Benetton, rispettivamente al 37, 38 e 39esimo posto. Nonostante la numerosità delle aziende italiane (e dei marchi moltissimi gruppi hanno in portafoglio storici brand di casa nostra) ma i gruppi francesi hanno dimensioni maggiori. In Italia le Top15 per giro d’affari sono più redditizie e solide ma le inseguitrici crescono a ritmi più elevati

MILANO. L’Area Studi Mediobanca presenta la nuova edizione del Focus Moda in cui vengono analizzate le dinamiche delle 163 Aziende Moda Italia con un fatturato superiore a €100 mln nel 2017 e dei principali gruppi europei del settore. La moda in Italia: fatturato, occupazione e utili in continua crescita Il 2017 ha confermato il trend di crescita del settore moda in Italia. Il fatturato aggregato, pari a €70,4 mld, evidenzia un buon incremento rispetto al 2013 (+28,9%), dovuto in buona parte alle ottime performance del 2015 (+9,9%) e del 2014 (+7%). Più contenuto ma sempre rilevante il ritmo di crescita nell’ultimo anno (+4,5%). Il settore ha un impatto crescente sul nostro paese: nel 2017 ha rappresentato infatti l’1,3% del Pil nazionale, contro l’1,1% del 2013. Tra i comparti domina l’abbigliamento, che totalizza il 40,5% dei ricavi totali, seguito dalla pelletteria (20,9%) e dall’occhialeria (16,2%). La gioielleria spicca, invece, per crescita media annua delle vendite nel 2013-2017, segnando un +13,3% che supera il +11% della distribuzione e il +6,3% del tessile. Complessivamente le Aziende Moda Italia hanno visto crescere le proprie vendite annuali mediamente del +6,6% nel 2013-2017, nonostante il lieve calo della redditività (l’ebit margin è passato dal 9,6% del 2013 all’8,9% del 2017). Il fatturato estero, sempre più determinante nei bilanci delle aziende analizzate, si attesta nel 2017 al 63% delle vendite totali (+22,9% sul 2013), quota superiore a quella registrata dalle principali società manifatturiere italiane (56,7%). A livello settoriale risultano più orientati ai mercati esteri l’occhialeria (89,8%), il tessile (72,5%) e la pelletteria (66,1%).

Il confronto tra le Top15 e le restanti 148 aziende italiane evidenzia spunti interessanti. In generale, le Top15 sfruttano il proprio vantaggio competitivo sulle altre società, distinguendosi per redditività (ebit margin all’11,6% contro il 6,8% delle altre aziende) e liquidità (l’incidenza della liquidità sull’indebitamento finanziario è del 139,8% per le Top15 contro il 52,2% delle altre). Le 148 società “follower” rispondono con una maggiore crescita media annua dei ricavi nel 2013- 2017 (+9,5% contro il +3,5% delle Top15).

Nel periodo 2013-2017, i 43 principali gruppi europei della moda hanno registrato ricavi aggregati per €226,2 mld (+33% sul 2013). Nonostante l’Italia con le sue big 15 sia il paese più rappresentato a livello numerico (oltre un terzo del totale), è la Francia, con il 30,3% del fatturato aggregato, ad aggiudicarsi il primato per giro d’affari (favorita anche dal formidabile apporto dei marchi italiani acquistati dai colossi francesi). Sul podio anche Italia (13,4%) e Spagna (13%), entrambe doppiate dalla Francia. Tra i gruppi principali, il gigante francese LVMH, con 70 marchi in cinque diversi comparti, si conferma leader assoluto per dimensioni (con un fatturato pari a €42,6 mld). Inseguono a grande distanza il gruppo spagnolo Inditex che controlla Zara (€25,3 mld), il tedesco Adidas (€21,2 mld), lo svedese H&M (€20,3 mld) e l’altro francese Kering, proprietario, fra gli altri, di Gucci e Bottega Veneta (€15,5 mld). Luxottica (€9,2 mld), primo tra gli operatori italiani, si posiziona al settimo posto, mentre il gruppo Prada (€3,1 mld) è quattordicesimo. La crescita media annua del fatturato nel 2013-2017 fa sorridere le aziende italiane: Valentino (+22,2%) e Moncler (+19,7%) sono rispettivamente seconda e quarta nella classifica dominata dalla danese Pandora (+26,1%). Al terzo posto si inserisce la francese SMCP (+21,5%).

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