Trivelle in Adriatico, Pichetto Fratin cauto: «Valutazioni caso per caso»

«Non c’è autorizzazione senza procedura delle commissioni indipendenti di Via e Vas».
Venerdì scadono i termini per la conversione del Dl Energia che prevede anche le trivellazioni in mare, comprese quelle in Alto Adriatico, al largo del Delta del Po, ma il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, prova a tranquillizzare il Veneto di Luca Zaia che, sulla scorta del parere di una commissione di esperti, si è già detto contrario. «Non ci sono automatismi. Il percorso rientra in un quadro di norma che peraltro ricalca, per le aree interessate, quello che già esisteva. Poi rispetto al quadro di norma c’è la valutazione sostanziale, che va fatta caso per caso. Per cui sul Delta del Po bisogna vedere; c’è un impegno con la Regione Veneto», ha ricordato il ministro intervenendo al parco tecnologico Vega di Marghera a un incontro organizzato dal gruppo “Imq eAmbiente” insieme alla Cgia di Mestre sulle nuove norme europee in tema di sostenibilità ambientale.
L’occasione, per il ministro, per riflettere anche sulla transizione energetica in un’area, quella del bacino del Po, dove si registra il maggior numero di sforamenti rispetto ai limiti massimi per la presenza di polveri sottili. «La sfida è energetica, ovvero bisogna fare in modo che prima si usi energia con meno emissioni possibili, intervenendo sui grandi temi, come i fabbricati, e poi avere un piano molto serio per l’efficienza energetica, che tenga conto delle caratteristiche storiche dell’area e degli aspetti socio economici». E in un orizzonte non troppo lontano – «7 o 8 anni» – c’è anche «il nucleare di nuova generazione. Si tratta di una nuova opportunità di nucleare sicuro, in 50 metri quadri si possono produrre 500 megawatt, ovvero l’equivalente di 500 ettari di fotovoltaico, che ha il rischio di non avere il sole necessario».
L’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili è una delle leve che le piccole imprese - come emerso nell’incontro - stanno utilizzando per rispettare le nuove indicazioni di Bruxelles e ottenere le certificazioni verdi che anche per le piccole e micro imprese saranno sempre più necessarie per ottenere finanziamenti - pubblici e privati - o lavorare con le multinazionali che hanno bisogno di certificare la loro filiera.
Al ministro è stata consegnata una lettera di intenti firmata da Gabriella Chiellino, cofondatrice di Imq eAmbiente e condivisa da una rete di aziende (tra queste cooperativa Giotto, Grafiche Antiga, AcegasApsAmga) mentre il segretario di Cgia Mestre, Renato Mason, ha chiesto attenzione per aziende più piccole. «La sensibilità delle aziende c’è, ma è necessario approcciarsi con proporzionalità». «Le certificazioni verdi», ha chiuso il ministro, «con tutte le difficoltà, sono un percorso di opportunità».
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