Scontro Confindustria -Federlegno: Feltrin “espulso” dal consiglio nazionale
Decisione senza precedenti in Viale dell’Astronomia. Le aziende del settore del mobile convocate per il prossimo 3 marzo

Dal punto di vista delle imprese, i rumors equivalgono ad una sorta di cicaleccio che disturba i lavori in corso per la partecipazione all’evento per antonomasia del settore: il Salone del Mobile. Ma è innegabile che lo scontro tra titani è destinato a farlo davvero, il rumore.
Confindustria nazionale ha letteralmente espulso dal consiglio generale - nel quale, in verità, Federlegno arredo, ha un posto riservato di diritto, e non nominativo - Claudio Feltrin, che delle aziende del mobile, del legno e dell’arredo è il presidente. Il simbolo dell’ufficialità manca, come spesso accade nei complicati meccanismi della liturgia confindustriale, ma la notizia è certa. Tanto che se ne discuterà il 3 marzo nel corso dell’assemblea nazionale di Federlegno arredo a Milano.
Ricostruire gli antefatti che - a torto o ragione - stanno dietro questa decisione senza precedenti, diventa decisamente più complicato in assenza di dichiarazioni ufficiali che, però, chiunque abbia incarichi associativi, preferisce rinviare al post assemblea.
Fonti vicine all’ambiente fanno risalire l’origine della rottura di questi giorni a decisioni assunte diversi mesi addietro e relative ad altre nomine contestate. Starebbe lì la scintilla che ha dato vita all’incendio di oggi, e pare che si tratti della decisione di Claudio Feltrin, l’imprenditore veneto dell’arredo, presidente di Arper e dal 2020 alla guida di Federlegno, di avviare l’iter per la revoca della presidenza sia di Assolegno che di Assoimballaggi, scatenando - si dice - le ire di 800 imprese pronte ad uscire da Confindustria.
Chi nel consiglio di Federlegno siede, una cosa ci tiene a farla sapere: le decisioni sono sempre state condivise dagli organi decisionali della federazione, in ossequio ad una policy di massima trasparenza avviata da Feltrin. Quindi assegnare al presidente l’esclusiva della responsabilità, è dunque sbagliato.
A quell’azione seguì una reazione - uguale e contraria, direbbe la fisica - da parte dei probiviri di Confindustria nazionale che avrebbero contestato quella mossa all’associazione federata attribuendole comportamenti «non adeguati» e contrari alla logica confindustriale. Ancora una volta Federlegno avrebbe optato per restare sulle proprie posizioni, dichiarandosi disponibile ad un confronto di merito, ma certa della bontà del proprio operato.
La risposta è notizia di questi giorni, ovvero l’espulsione - il termine tecnico sarebbe “decaduto” - dal consiglio generale di Confindustria nazionale, il presidente Feltrin. Atto che la federazione del mobile-arredo avrebbe già formalmente impugnato.
In questa contesa, un peso lo avrebbero anche i rapporti, non proprio amichevoli, tra l’attuale leader del mondo del mobile, e il past president Emanuele Orsini, che dal 2020 è uno dei vicepresidenti di Carlo Bonomi con delega a credito, finanza e fisco.
Se fino ad ora la battaglia si è consumata a suon di carteggi interni, senza alcun clamore mediatico, la situazione è destinata a modificarsi. Sia perché i rumors hanno alzato il volume, sia perché l’assemblea del 3 marzo rischia di essere una delle più partecipate della storia (circa 2.100 le aziende aderenti a Federlegno con possibilità di partecipare in presenza, per delega e anche online) con imprenditori curiosi di capire davvero che cosa stia accadendo. Ed è in quella sede che Feltrin - che ieri è stato impossibile raggiungere - relazionerà su quanto accaduto, oltre che, come da ordine del giorno, sull’andamento del settore nel ’22, sul bilancio, sui piani per il 2023/24 e sull’ormai prossimo Salone del mobile.
Riproduzione riservata © il Nord Est