Osservatorio Confcommercio Fvg: traino turismo e ristorazione. Nel terziario cresce la fiducia
Il sentiment degli imprenditori nell’indagine congiunturale

Bene il food, la ristorazione e il turismo. Per le altre imprese, invece, il momento resta difficile, sia nei risultati che nelle aspettative, ma complessivamente la fiducia delle imprese del terziario regionale tiene. In particolare per quanto riguarda l’andamento della propria attività, un po’ meno per quanto riguarda lo scenario complessivo.
È quanto emerge dai dati dall’Osservatorio curato per Confcommercio Fvg da Format Research, presentati ieri nella sede della Camera di Commercio di Pordenone e Udine dal presidente di Confcommercio Giovanni Da Pozzo, presenti anche i referenti di Gorizia e Trieste, e da Pierluigi Ascani, direttore scientifico di Format, alla presenza dell’assessore regionale alle Attività produttive e al Turismo Sergio Emidio Bini.
«Le aspettative – ha dichiarato Ascani – migliorano anche nella prospettiva a tre mesi, in vista del Natale, alla luce di un terzo trimestre 2023 che ha fatto registrare un miglioramento dei ricavi». Sono invece in difficoltà le aziende del commercio al dettaglio non alimentare.
Ricavi e aspettative
Guardando all’andamento dei ricavi, in realtà, le imprese che hanno denunciato una flessione nel terzo trimestre (23%), sono in maggioranza rispetto a chi ha registrato un incremento (17%), anche se per la maggioranza (60%) il fatturato è stabile, con aspettative in leggero rialzo nel quarto trimestre.
Sostanzialmente stabili anche la percezione dell’andamento della propria impresa, anche se emerge una maggiore fiducia rispetto al secondo trimestre, e l’occupazione, che per l’89% delle 1.536 imprese intervistate non ha registrato né aumenti né diminuzioni. Resta invece negativa per la maggioranza degli intervistati la visione sul quadro economico generale dell’economia italiana.
Turismo trainante
Guardando il bicchiere mezzo pieno, Confcommercio ascrive soprattutto al buon andamento del turismo i passi avanti che emergono rispetto alle precedenti indagini.
«Ci stupisce – ha dichiarato non senza polemiche Da Pozzo – che qualcuno minimizzi il ruolo del comparto, riducendo al 4% il suo impatto sul Pil regionale, che in realtà è del 12% in termini diretti ma ancora più significativo considerando l’indotto. Stiamo parlando di un settore trainante, con ricadute fondamentali sull’agroalimentare, sui servizi, sui trasporti e su tutta l’economia».
Confortanti, per Confcommercio, soprattutto i segnali che arrivano dalle delle strutture di ricezione alberghiera, «nettamente migliori rispetto alla media nazionale».
I settori
A proposito di andamento settoriale, in effetti, le imprese della ricezione turistica sono quelle che presentano i dati più incoraggianti, con un indicatore congiunturale sensibilmente superiore a quel 50 che rappresenta la soglia tra miglioramento e peggioramento.
Il “voto” più alto va infatti al settore alberghiero, seguito dai servizi alle imprese, dalla ristorazione, dalla distribuzione alimentare e dai servizi alle persone. In territorio negativo invece le percezioni e le aspettative della logistica e soprattutto quelle del commercio no-food.
Fatturato e investimenti
I fattori più critici, per le imprese, sono quelli legati ai prezzi delle forniture e al costo del credito, anche se resta stabile la quota di imprese che hanno chiesto credito.
Quanto ai fatturati, l’aumento dei costi si tradurrà anche in un incremento dei ricavi, attesi stabili o in crescita da quattro imprese su cinque. Tra le strategie per aumentare il volume d’affari anche gli investimenti, e in particolare quelli sulla digitalizzazione, operati o avviati da un terzo delle imprese intervistate, mentre una su quattro ha rinunciato nell’ultimo biennio per difficoltà di formazione delle risorse interne e per i costi.
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