Nordest alla conquista del Paesi del Golfo, apre FarExport a Dubai

E’ il desk di Confindustria Vicenza a disposizione delle imprese che vogliano approcciare i Paesi dell’area: Arabia Saudita, Bahrain, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Oman, Qatar

Federico Piazza
Dubai
Dubai

VICENZA. È operativo da marzo 2022 l’ufficio di Dubai di FarExport, il desk di Confindustria Vicenza a supporto delle imprese per ricerca clienti e orientamento ai nuovi mercati esteri. Focus sui 6 paesi arabi del GCC (Gulf Cooperation Council): Arabia Saudita, Bahrain, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Oman, Qatar. Un mercato importante a livello mondiale, anche per l’indiscusso ruolo di trading hub che Dubai in particolar modo esercita rispetto al Medio Oriente, all’India e all’Africa. Ma al contempo un mercato ancora poco esplorato, visto che l’export italiano conta meno del 3% nei paesi GCC e meno del 5% nell’intero Medio Oriente.
FarExport Dubai mette a disposizione delle imprese associate a Confindustria Vicenza una rete selezionata di partner specializzati nei vari ambiti dei processi di sviluppo dei mercati internazionali. «Ci avvaliamo di collaboratori con competenze diverse, professionisti che in questi Paesi hanno una comprovata esperienza lavorativa e di vita, anche ventennale, con contatti e relazioni ad alti livelli per assicurare la necessaria serietà per le diverse esigenze delle aziende», spiega Isabella Tosatto, responsabile dell’ufficio di Dubai di FarExport. Con anche l’obiettivo molto sfidante di portare, quando serve, le piccole e medie imprese interessate a «mettersi insieme, per avere forza e dimensioni adeguate a questo contesto».

Riyadh
Riyadh

Il mercato degli Emirati Arabi Uniti, l’economia più avanzata in area GCC, è il più grande in Medio Oriente per l’export italiano: 4,8 miliardi di euro nel 2021, sopra i livelli pre-crisi del 2019, saldo commerciale positivo di 2,7 miliardi. Con una quota del 2,2%, l’Italia è per gli Emirati il decimo paese fornitore di beni al mondo e il secondo dopo la Germania tra quelli UE.
Secondo dati Istat elaborati da Sace i beni di consumo sono la prima macro voce dell’export italiano, pari al 41,6%. E tra questi spicca il contributo dell’oreficeria-gioielleria vicentina, che nel 2021 con un valore delle esportazioni di 207 milioni di euro ha pesato per il 22% dell’export nazionale di settore in questo mercato. Una conferma, visto che gli Emirati Arabi Uniti si posizionano stabilmente da anni tra le prime cinque destinazioni estere dei prodotti del distretto orafo vicentino. Seguono nell’export italiano negli Emirati le macro voci dei beni di investimento al 36,8% con l’importante contributo della meccanica strumentale, dei beni intermedi (15,3%), e dell’agricoltura e alimentari (6,3%).


Confindustria Vicenza sottolinea poi le opportunità nel più grande dei paesi GCC, l’Arabia Saudita, con il programma Saudi Vision 2030. L’Arabia Saudita, circa 36 milioni di abitanti di cui il 70% ha meno di 35 anni, ha avviato da sei anni con orizzonte temporale nel 2030 un grande piano di rinnovamento socio-economico con accento su riforme infrastrutturali, privatizzazioni, sviluppo delle piccole e medie imprese, e soprattutto diversificazione economica per ridurre la dipendenza dagli idrocarburi dell’economia nazionale. Sono in genere grandi progetti, molti dei quali legati allo sviluppo di città e zone industriali tecnologiche, riqualificazioni e sviluppo urbano e delle aree verdi in grandi città come la capitale Riyadh e Gedda, infrastrutture di trasporto, resort e strutture turistiche sul Mar Rosso e sulle montagne. Lo sviluppo del turismo, anche interno, è in particolar modo uno dei grandi filoni su cui progetti da decine di miliardi di dollari sono in corso o in avvio. I relativi tender internazionali possono essere appetibili anche per grandi aziende italiane e relativo indotto di servizi e tecnologie per le costruzioni, a patto di saper superare la difficile burocrazia saudita per l’accesso a questo tipo di gare. Cosa non facile, sulla base delle esperienze pregresse, come riconosciuto dall’Ufficio Ice di Ryadh, che a breve dovrebbe a tal proposito avviare un servizio di monitoraggio bandi e di informazioni per le imprese italiane interessate ai grandi progetti infrastrutturali sauditi.

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