Metalmeccanica fvg: la diversificazione è la strada per la ripresa

L'invito del Presidente del Cluster COMET Sergio Barel alle aziende del comparto meccanico regionale per reagire alla crisi
19/11/2015 Rotterdam, studenti metalmeccanici degli istituti Albeda e Zadkine collaborano con le officine nella zona del porto di Rotterdam. Un nuovo rapporto dice che gli operai specializzati come falegnami, elettricisti e idraulici sono sempre più scarsi. RDM Rotterdam è la vetrina di innovazione della zona del porto di Rotterdam, dove la tecnologia è resa visibile in modo attraente attraverso la sinergia di imprese, università , istrusione e ricerca.
19/11/2015 Rotterdam, studenti metalmeccanici degli istituti Albeda e Zadkine collaborano con le officine nella zona del porto di Rotterdam. Un nuovo rapporto dice che gli operai specializzati come falegnami, elettricisti e idraulici sono sempre più scarsi. RDM Rotterdam è la vetrina di innovazione della zona del porto di Rotterdam, dove la tecnologia è resa visibile in modo attraente attraverso la sinergia di imprese, università , istrusione e ricerca.

PORDENONE - “La ripresa dell’economia della metalmeccanica friulana sarà lenta e difficile, ma non è impossibile.” È l’opinione di Sergio Barel, Presidente di COMET – Cluster della Metalmeccanica del Friuli Venezia Giulia, portavoce di 3.800 aziende e 58 mila lavoratori. Un comparto che rappresenta il 43 per cento delle aziende manifatturiere della regione e che produce un volume di esportazioni pari a 5,8 miliardi l’anno.

Spiega Barel: “Le aziende della metalmeccanica hanno comprovate caratteristiche di eccellenza, capacità e competenze specifiche che in questo momento vanno messe in campo per diversificare l’offerta e sviluppare nuovi business.

Ad esempio, il 30% delle aziende meccaniche friulane lavora, direttamente o indirettamente, anche per l’automotive, un settore che sta vivendo una trasformazione epocale: da bene necessario, l’auto sta diventando un servizio. Non solo.

Le componenti meccaniche stanno via via lasciando il posto a elettronica e informatica. Un’evoluzione che ci fa presumerne che la meccanica nell’auto raggiungerà il suo massimo nei prossimi 10 anni, per poi scemare. Ecco perché questo è il momento giusto per impiegare il know-how acquisito finora e renderlo funzionale allo sviluppo di nuove collaborazioni in altri settori. Agli imprenditori friulani non mancano di certo spirito d’iniziativa e nuove idee, e condividerle con i clienti e i potenziali nuovi può essere utile a creare nuove connessioni.

Inoltre, non dobbiamo dimenticare che resilienza e capacità di evolvere sono nel DNA della meccanica friulana, ma rispetto al passato non possiamo pensare di agire da soli. Dobbiamo aggregare, mettere insieme obiettivi, idee, conoscenze per crescere e per ridurre le disuguaglianze che rendono la situazione della meccanica friulana decisamente eterogenea. Basti pensare a come nel comparto convivano aziende che negli ultimi 6 mesi hanno registrato una crescita di oltre 10% a fianco a realtà per le quali si affaccia lo spettro della chiusura.”

Conclude il Presidente di COMET: “Le aziende friulane hanno tutte le carte in regola per rivolgersi al mercato offrendo competenze rinnovate ed ampliate. Presentiamo ai nostri clienti, attuali e potenziali, i progetti e le attività che stiamo implementando in azienda in questo periodo, anche se non li riteniamo strettamente in linea con le attività core e con le storiche collaborazioni in essere con gli stessi; dimostrarci, anche ai loro occhi, attivi e propositivi verso il futuro certo giocherà a nostro favore.

Invito quindi gli imprenditori a spogliarsi del proprio ‘io’ e ad accettare la sfida al confronto e alla condivisione che permetterà loro di affermarsi sul mercato con la forza non più di una singola azienda, ma di un’intera filiera.”  

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