Mercato del lavoro ingessato a Nord Est: l’industria non trova 143 mila laureati

Il Sistema Italia dell’industria e dei servizi ha bisogno di assumere oltre 768 mila laureati, pari al 13,9% del totale dei 5,5 milioni di contratti di lavoro programmati.
Ma c’è un problema perché non si trova quasi un laureato su due, cioè 376 mila figure e di queste circa 143 mila a Nordest. Il mercato del lavoro in sostanza è una pentola in ebollizione anche perché l’imponente mole di infrastrutture previste nel Pnrr richiederà l’ingresso di migliaia di profili specializzati in due campi ormai divenuti strategici come la digitalizzazione e la transizione ecologica che da sole raccolgono quasi 100 miliardi dei 191,5 stanziati per il Piano nazionale di Ripresa e Resilienza.
Questo scenario emerge dal Sistema informativo Excelsior che Unioncamere realizza in collaborazione con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, relative alle opportunità di lavoro per i laureati e analizzate insieme ad AlmaLaurea nel volume "Laureati e lavoro".
Secondo il rapporto nei prossimi cinque anni la domanda di laureati in discipline Stem è destinata a raddoppiare, in particolare in ambito ingegneristico, scientifico, matematico, fisico e informatico e nell’ambito economico-statistico, con un fabbisogno in buona parte determinato dalla filiera della consulenza e della finanza.
Venendo alla situazione del Friuli Venezia Giulia nel 2023 i laureati che le imprese avevano dichiarato di voler assumere sono 13.500: di questi oltre 4 mila con un indirizzo economico.
Le regioni con un numero maggiore di ingressi programmati per laureati sono la Lombardia (con 205 mila richieste) e il Lazio (102 mila), seguite da Emilia-Romagna (63 mila), Campania (62 mila), Veneto e Piemonte (circa 55 mila per ciascuna), che da sole coprono oltre il 70% del complesso delle richieste di laureati 2023.
In Friuli Venezia Giulia nel 2023 i laureati che le imprese avevano dichiarato di voler assumere sono 13.500: di questi oltre 4 mila con un indirizzo economico. In Trentino Alto Adige ne mancano all’appello 16.300.
Fra le specializzazioni più richieste a Nord Est i vari indirizzi Stem oltre a ingegneria e scienze matematiche nonché medici e paramedici. Un quadro non dissimile da quello del resto del Paese dove però ci sono meno laureati che nel resto d’Europa. Nella fascia di età dei 25-34enni in Italia la quota è pari al 29,2%, un risultato decisamente modesto. Secondo i dati Eurostat nella medesima fascia di età, la Francia ha il 50,4% di laureati, la Spagna il 50,5%, la Germania il 37,1%.
Le discipline Stem, dove domina il pensiero scientifico e tecnologico, sono quelle ormai dominanti. L’indirizzo economico è il corso di laurea più richiesto dalle imprese con 223 mila contratti programmati nel 2023 (4.050 in Fvg). I vari indirizzi di ingegneria arrivano a una richiesta complessiva di 162 mila profili nel Paese.
In Friuli Venezia Giulia le richieste di laureati in ingegneria sono 4.020 suddivise in 1280 laureati in ingegneria industriale, 620 in ingegneria civile e architettura, 570 in ingegneria elettronica e dell’informazione e 160 in altri indirizzi di ingegneria. Molte richieste figurano in regione anche per insegnamento e formazione (1.580), ambito sanitario e paramedico (1.110) e quello scientifico-matematico (1.140).
Le professioni che le imprese fanno più fatica a reperire per i laureati interessano in particolare l'ambito ingegneristico, medico e paramedico e scientifico.
Più nel dettaglio, tra le professioni introvabili ci sono ingegneri elettrotecnici (90,6%), gli ingegneri dell'informazione (80,7%), le professioni sanitarie infermieristiche ed ostetriche (80,3%), i tecnici gestori di reti e di sistemi telematici (74,5%), i farmacisti (73,1%), gli specialisti in terapie mediche (71,4%), i medici generici (70,9%) e i progettisti e amministratori di sistemi (69,8%).
La preferenza per i profili più giovani (meno di 30 anni) è più spiccata nei settori dei servizi avanzati di supporto alle imprese dei servizi informatici e telecomunicazioni.
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