Lorraine Berton: «Olimpiadi e un nuovo valico a Nord, per lo sviluppo di imprese e territorio»
L’allarme della presidente di Confindustria Belluno Dolomiti sul calo demografico «Serve un corridoio per collegare le due manifatture più importanti d’Europa, Italia e Germania»

«Con il caos ai valichi alpini, una decisione su un nuovo sbocco a nord non è più rinviabile: anche questo è un tema europeo perché parliamo di un corridoio capace di collegare le due manifatture più importanti d’Europa, Italia e Germania appunto». È la ferma convinzione di Lorraine Berton, presidente di Confindustria Belluno Dolomiti, convinta che lo sviluppo del Bellunese e delle aree montane avverrà solamente attraverso la realizzazione di infrastrutture sull’onda anche delle Olimpiadi di Milano-Cortina definite «l’occasione della vita».
Iniziamo però dal 2023: qual è il bilancio dell’anno che si è appena chiuso?
«L’incertezza, dopo la pandemia, è ormai una costante per le imprese. Come certificato dal Centro Studi di Confindustria, l’inflazione è rientrata, ma i tassi sono ancora alti e l’economia è debole. Il credito caro frena gli investimenti e i consumi non decollano. Ma ci sono anche le buone notizie, come per il turismo: nel Bellunese le performance nel 2023 sono state positive. L’economia statunitense poi è in buona salute e questa è sicuramente un’ottima notizia anche per le imprese bellunesi, visto che quello americano è il nostro mercato più importante».
Nel 2024 la Bce avvierà un allentamento alla sua politica monetaria. Quali effetti vi aspettate per il credito alle imprese?
«Ormai è stato sottolineato più e più volte che gli alti tassi frenano gli investimenti. A ottobre il costo del credito per le imprese italiane è salito ancora (5,46% in media, 5,95% per le piccole), ma si è attenuata la caduta dei prestiti (-5,5% annuo, dal minimo di -6,7%) e i prestiti in sofferenza si sono assottigliati per il secondo mese (19 miliardi). Le condizioni difficili del credito ne riducono l’uso per finanziare investimenti. Nel breve periodo difficile pensare a cambiamenti significativi delle prospettive. Eppure supportare gli investimenti – in questa fase – è cruciale. Serve un “piano 5.0” nazionale ed europeo».
Restando in Europa, l’Ecofin ha approvato la riforma del Patto di Stabilità ma in Italia il Parlamento ha respinto la ratifica del Mes. Come valuta queste decisioni?
«Sul Mes serve un approccio pragmatico, non ideologico. Si tratta di un accordo per il quale il nostro Paese ha già versato 14 miliardi di euro. Quello di cui si parla oggi è la ratifica della riforma. Lo stesso presidente Carlo Bonomi ha chiesto di orientare il Mes verso la transizione energetica ed ecologica, e non solo sul salvataggio delle banche. Perché no? Dobbiamo essere creativi e supportare la manifattura».
L’Istat ha certificato che l’Italia non fa più figli e che gli italiani sono scesi per la prima volta sotto quota 59 milioni. Non è la vera emergenza?
«Il cosiddetto inverno demografico è sicuramente uno dei temi più rilevanti non solo per l’Italia, ovviamente. Le aree montane poi soffrono in modo particolare, per una serie di fattori: dall’inadeguatezza delle infrastrutture agli stereotipi che condizionano le scelte soprattutto dei giovani. Su questo servono politiche coraggiose, anche sul versante dell’immigrazione che va governata con pragmatismo e non con approcci ideologici. Inoltre, servono politiche mirate per le aree interne e montane, come la nuova legge quadro approvata dal Consiglio dei ministri e ora all’esame del Parlamento, che deve accelerare».
Come valuta il percorso di avvicinamento alle Olimpiadi? E come fare in modo che diventino un’opportunità per tutta la valle del Boite?
«Le Olimpiadi sono l’occasione della vita per il Bellunese. Sono certa che saranno un successo e che infonderanno nuova energia e fiducia a tutto il territorio. Il bando pubblicato in questi giorni dalla Simico per la nuova pista da bob a Cortina va finalmente nella giusta direzione contenendo sia i costi dell’intervento che i tempi di realizzazione. È prevalsa una linea di buon senso e gli imprenditori faranno la loro parte. Altrettanto devono fare però tutte le parti in gioco - politiche, istituzionali e sportive - perché l’obiettivo venga centrato. La pista da bob non è un feticcio ma la garanzia di Olimpiadi vere per Cortina e per il Veneto. Olimpiadi, più in generale, significa anche programmare, dare un orizzonte più ampio, affrontare il nodo delle infrastrutture. Le varianti sull’Alemagna, per quanto in estenuante ritardo, sono fondamentali anche se non possono bastare. Il Bellunese ha bisogno di una nuova mobilità intervalliva, più moderna e sicura, per non parlare dello sbocco a Nord, che ormai – grazie all’opera della nostra associazione – non è più un tabù. Con il caos ai valichi alpini, una decisione non è più rinviabile».
Come si dovrebbe concretizzare questo sbocco a Nord?
«Se ne parla da decenni. Inizialmente era la Venezia-Monaco, un prolungamento della A27 che arriva solo a Pian di Vedoia, con tutti i problemi di imbottigliamento che conosciamo. Oggi parliamo di un corridoio anche tecnologico e non solo viario per collegare le due manifatture più importanti d’Europa, dove si possano praticare forme di trasporto intermodale. Le tecnologie sono cambiate, sono ipotizzabili soluzioni sostenibili, anche una strada a scorrimento veloce. La verità è che, se ci fosse una precisa volontà politica, le soluzioni si troverebbero».
Lei è presidente anche dell’associazione Anfao. L’occhialeria è un settore chiave a Belluno e non solo. Qual è lo stato di salute?
«L’occhialeria resta un comparto di straordinaria vivacità. Nel primo semestre del 2023 le esportazioni del comparto hanno segnato una variazione su base annua ancora a due cifre: +15,7% in valore, attestandosi a 2,8 miliardi. Quello che mi preme sottolineare è che tra tutti i distretti del Veneto quello dell’occhialeria è stato forse il più performante, merito del connubio “impresa e territorio”. Solo nel Bellunese e nell’Alto Veneto i lavoratori sono circa 12 mila, su 17-18 mila a livello nazionale. Rappresentiamo il Made in Italy più autentico».
I lavoratori di Luxottica hanno approvato a larga maggioranza il nuovo integrativo. Le Pmi della filiera come devono comportarsi?
«Non sono mai entrata nelle dinamiche aziendali. Posso dire, tuttavia, che tutte le imprese, comprese le Pmi, possono trovare il proprio equilibrio con contratti di secondo livello, attraverso i quali dare risposte, sia pure diverse, ma altrettanto in linea con le aspettative dei dipendenti».
Confindustria sta per scegliere il nuovo presidente. Circolano due nomi liguri di peso, Antonio Gozzi e Edoardo Garrone, mentre resta l’incognita del candidato del Nord Est. Lei con chi sta?
«Sto con il Consiglio generale. Partiamo da un dato di fatto: non ci sono ancora i nomi, quindi faremo le valutazioni al momento opportuno. Personalmente, guardo alle elezioni come a un momento in cui le diversità di opinioni, anche industriali, possano trovare una loro sintesi, anche dentro il Consiglio generale della nostra associazione, che è uno degli organi deputati ad eleggere il presidente. Un Consiglio generale che ritengo libero da qualsiasi interferenza esterna, anche da quelle di cui ho letto in questi giorni. Resto convinta che sarà in grado di valutare il candidato che meglio può rappresentare il sistema industriale del Paese».
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